(g.s.) – Come i suoi predecessori più recenti anche papa Leone XIV non smette di esortare ad emarginare la guerra.
Lo ha fatto anche domenica 22 giugno 2025 dopo aver recitato l’Angelus con i fedeli, affacciato dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro in Vaticano.
Poche ore prima, nel cuore della notte in Medio Oriente, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva ordinato ai bombardieri americani di intervenire in appoggio alle forze armate israeliane per bersagliare tre siti legati al programma nucleare iraniano: Isfahan, Natanz e Fordow. Decisione che ha rallegrato gli israeliani – non solo il governo, anche buona parte dell’opinione pubblica – ma ha generato molta preoccupazione per le possibili conseguenze nella regione e in altre parti del mondo.
Parlando in italiano – forse avrebbe potuto ricorrere anche alla sua lingua madre – il Papa ha detto: «Si susseguono notizie allarmanti dal Medio Oriente, soprattutto dall’Iran. In questo scenario drammatico, che include Israele e Palestina, rischia di cadere in oblio la sofferenza quotidiana della popolazione, specialmente a Gaza e negli altri territori, dove l’urgenza di un adeguato sostegno umanitario si fa sempre più pressante. Oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione, e non dev’essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto. Ogni membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra, prima che essa diventi una voragine irreparabile».
A tutti noi, il Papa rammenta: «Non esistono conflitti “lontani” quando la dignità umana è in gioco. La guerra non risolve i problemi, anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia dei popoli, che impiegano generazioni per rimarginarsi. Nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato. Che la diplomazia faccia tacere le armi! Che le Nazioni traccino il loro futuro con opere di pace, non con la violenza e conflitti sanguinosi!».