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Israele, da cinque governi occidentali sanzioni contro Smotrich e Ben-Gvir

Terrasanta.net
11 giugno 2025
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Israele, da cinque governi occidentali sanzioni contro Smotrich e Ben-Gvir
Da sinistra: Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich fotografati insieme durante la campagna elettorale dell'autunno 2022. A fine anno sarebbero entrati come ministri nel sesto governo Netanyahu. (foto Flash90)

Australia, Canada, Norvegia, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno deciso ieri di sanzionare i due politici israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir per i loro discorsi d'odio e incitamento alla violenza contro i palestinesi di Cisgiordania. Gli Stati Uniti si schierano contro e invitano a ripensarci.


(g.s.) – Nella giornata di ieri, 10 giugno 2025, i ministri degli Esteri di Australia, Canada, Norvegia, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno diffuso un comunicato congiunto per annunciare di aver adottato sanzioni contro Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, entrambi avvocati, ministri del governo israeliano in carica e tra i leader del movimento sionista religioso. Componente israeliana nella quale militano i «giovani delle colline», quegli ebrei che, con sprezzo di ogni norma e adattandosi a una vita spartana, vanno a stanziarsi dove vogliono nei Territori palestinesi di Cisgiordania (o Giudea e Samaria, come preferiscono dire loro), accampando diritti di proprietà derivanti dalla Bibbia e vessando in ogni modo gli involontari vicini palestinesi.

Smotrich – ministro delle Finanze nel sesto governo Netanyahu – e Ben-Gvir – ministro della Sicurezza nazionale – sono tra i falchi dell’esecutivo israeliano e spingono costantemente per una guerra senza quartiere a Hamas nella Striscia di Gaza, costi quel che costi, fino al trionfo finale e alla definitiva conquista di quella porzione di territorio da parte di Israele.

Le sanzioni contro i due politici sono state decise perché essi «incitano alla violenza contro i palestinesi in Cisgiordania», mettono nero su bianco i cinque governi occidentali.

Dal 7 ottobre 2023 in poi – come abbiamo già avuto modo di riferire – la situazione si è molto deteriorata anche per la popolazione della Cisgiordania, dove le cronache registrano continui abusi da parte israeliana. L’Onu menziona almeno 1.900 attacchi messi a segno dai coloni fino all’aprile 2025 causando morti, feriti o danni a proprietà palestinesi.

«La violenza dei coloni – riconoscono ora pubblicamente le cancellerie di Londra, Canberra, Oslo, Wellington e Ottawa – è incitata da una retorica estremista che invita a cacciare i palestinesi dalle loro case, incoraggia la violenza e le violazioni dei diritti umani e rifiuta fondamentalmente la soluzione dei due Stati. La violenza dei coloni ha portato alla morte di civili palestinesi e allo sfollamento di intere comunità».

Se si propugna la soluzione dei due Stati per due popoli come unica soluzione credibile per la pace in Terra Santa – come continuano a ribadire le Nazioni unite, la comunità internazionale e tanti governi occidentali (Italia inclusa) che si professano amici di Israele – occorre trarre delle conseguenze concrete e isolare gli estremisti che remano contro questa prospettiva (invisa, per la verità, a molti palestinesi e israeliani, incluso il premier Netanyahu).

→ Leggi anche: Il ministro Ben-Gvir vorrebbe una sinagoga sulla Spianata delle Moschee

«Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich – osservano i cinque ministri degli Esteri – hanno incitato alla violenza estremista e a gravi abusi dei diritti umani dei palestinesi. La retorica estremista che sostiene lo sfollamento forzato dei palestinesi e la creazione di nuovi insediamenti israeliani è spaventosa e pericolosa. Queste azioni non sono accettabili. Ci siamo confrontati a fondo con il governo israeliano su questo tema, ma i violenti continuano ad essere incoraggiati e ad agire impunemente. Ecco perché ora abbiamo intrapreso questa azione, che intende chiedere conto ai responsabili. Il governo israeliano deve rispettare i suoi obblighi di diritto internazionale e gli chiediamo di intraprendere azioni significative per porre fine alla retorica estremista, violenta ed espansionistica».

Non viene meno «l’incrollabile sostegno alla sicurezza di Israele» e la ferma condanna «dei terribili attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre». «Le misure odierne prendono di mira individui che, a nostro avviso, minano la sicurezza di Israele e la sua posizione nel mondo. Continuiamo a volere una forte amicizia con il popolo di Israele, basata su legami, valori e impegno comuni per la sua sicurezza e il suo futuro».

→ Leggi anche: Documenti – Il piano Una speranza, di Bezalel Smotrich

Un occhio viene rivolto ovviamente anche «alla catastrofe di Gaza». «Continuiamo a essere sconvolti dalle immense sofferenze dei civili, compresa la negazione di aiuti essenziali. Non ci deve essere alcun trasferimento illegale di palestinesi da Gaza o all’interno della Cisgiordania, né alcuna riduzione del territorio della Striscia di Gaza», ribadiscono i cinque ministri degli Esteri distanziandosi implicitamente anche dai progetti da immobiliaristi ventilati dalla Casa Bianca di Donald Trump. «Vogliamo vedere una Gaza ricostruita e non più gestita da Hamas e un percorso politico verso una soluzione a due Stati», conclude il comunicato dei cinque governi.

→ Leggi anche: Gaza e oltre, il lascito di Biden e Blinken per israeliani e palestinesi

Quali sono le conseguenze pratiche per i due politici israeliani, sanzionati per i loro comportamenti e dichiarazioni personali e non in qualità di ministri?

Con effetto immediato i loro beni eventualmente presenti in Australia, Canada, Norvegia, Nuova Zelanda e Regno Unito sono congelati; non potranno viaggiare in quei Paesi, né ricoprire incarichi direttivi in società di quelle nazioni. Ben-Gvir e Smotrich vivono con le loro famiglie in insediamenti in Cisgiordania e simili misure probabilmente non li metteranno troppo a disagio. Resta il valore di inedito segnale politico al governo Netanyahu. Da Washington lo ha colto chiaramente il segretario di Stato Marco Rubio, che ieri, poche ore dopo l’annuncio delle sanzioni ha chiesto ai cinque governi amici di ripensarci.

«Gli Stati Uniti – ha scritto sulle reti sociali Rubio senza troppi giri di parole, ma anche sviando il discorso – condannano le sanzioni imposte dai governi di Regno Unito, Canada, Norvegia, Nuova Zelanda e Australia a due membri del gabinetto israeliano. Queste sanzioni non fanno avanzare gli sforzi guidati dagli Stati Uniti per raggiungere un cessate il fuoco, riportare a casa tutti gli ostaggi e porre fine alla guerra. Respingiamo qualsiasi idea di equivalenza: Hamas è un’organizzazione terroristica che ha commesso atrocità indicibili, continua a tenere in ostaggio civili innocenti e impedisce alla popolazione di Gaza di vivere in pace. Ricordiamo ai nostri partner di non dimenticare chi è il vero nemico. Gli Stati Uniti sollecitano il ritiro delle sanzioni e restano spalla a spalla con Israele».

In un gesto che viene interpretato come rappresaglia contro le sanzioni ricevute (così lo legge, ad esempio, The Times of Israel), l’11 giugno Bezalel Smotrich, nella sua qualità di ministro delle Finanze, ha disposto nuove restrizioni ai trasferimenti di fondi e alla collaborazione tra banche israeliane e banche palestinesi.

Ultimo aggiornamento: 12/06/2025 10:45

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