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Morti a Gaza, la Camera Usa censura i dati di Hamas

Fulvio Scaglione
28 giugno 2024
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Quanti sono i morti palestinesi del conflitto in corso nella Striscia di Gaza? Non potendo contare su fonti indipendenti, tutto il mondo prende per buoni i dati forniti dal ministero della Salute locale. Ora i deputati statunitensi vietano al Dipartimento di Stato di citarli perché sarebbero frutto della propaganda di Hamas. Ma allora chi sa dirci quante sono le vittime?


Aspettando l’arrivo del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che dovrebbe parlare alle camere riunite del Congresso Usa il prossimo 24 luglio, i Rappresentanti (cioè i deputati) americani si sono concessi un’iniziativa preparatoria approvando ieri, 27 giugno 2024, un emendamento alla legge sui finanziamenti per il Dipartimento di Stato (il ministero degli Esteri Usa). Tale emendamento, presentato in modo bipartisan da due parlamentari democratici e tre repubblicani, in sostanza vieta al Dipartimento di fare qualunque riferimento alle statistiche sui morti di Gaza diffuse dal ministero della Sanità della Striscia.

Come si sa, la Striscia di Gaza è (o era?) governata da Hamas. Il ragionamento dei 62 deputati democratici e dei 207 repubblicani che hanno votato a favore in sostanza è: se lo dice Hamas non è vero. Che cosa sia Hamas e quali siano i suoi dirigenti lo sappiamo tutti. Però il bilancio delle vittime civili di Gaza (ultimo aggiornamento: 37,765 morti e 86.429 feriti) è ritenuto più o meno affidabile da tutti gli osservatori imparziali. I morti probabilmente sono molti di più, perché ci sono centinaia, anzi forse migliaia di vittime ancora sepolte sotto le macerie degli edifici abbattuti. E nel tracciare il bilancio delle guerre precedenti, i calcoli di Hamas sono sempre stati piuttosto simili a quelli dell’Onu: nel 2008 parlò di 1.440 palestinesi uccisi e l’Onu disse 1.385; nel 2014 parlò di 2.310 morti e l’Onu disse 2.251 (e Israele 2.125).

Le verità sgradite, dunque, non devono essere ascoltate. Mentre le porte sono sempre aperte a quelle gradite. Di fatto, nelle intenzioni dei deputati americani, l’unica voce da diffondere è quella di Israele. Che presenta al momento due simpatiche caratteristiche. È gestita da un esercito che non permette, nella Striscia, alcuna indagine “terza”. Ed è filtrata dalla censura militare che, per definizione, può anche non raccontare la verità agli stessi cittadini israeliani…

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