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Nuovo appello per la pace dei capi delle Chiese di Terra Santa

Terrasanta.net
9 ottobre 2023
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Nuovo appello per la pace dei capi delle Chiese di Terra Santa
Una strada nei pressi di Sderot, cittadina a ridosso della Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023 dopo il passaggio dei commando di Hamas, che hanno portato morte e distruzione nella zona. (foto Oren Ben Hakoon/Flash90)

Lo scorso sabato 7 ottobre, mentre Israele veniva stravolto dalle inaspettate azioni lanciate dagli uomini di Hamas dalla Striscia di Gaza, i capi delle Chiese di Terra Santa hanno diffuso una dichiarazione in cui chiedono a tutti più impegno per la pace.


(g.s.) – Il drammatico e sanguinoso sabato 7 ottobre 2023 – con gli attacchi anti-israeliani sferrati dalla Striscia di Gaza – entrerà certamente nelle tristi pagine di storia del conflitto israelo-palestinese, a ricordarci nel modo più cruento e crudele possibile che quella guerra non è affatto conclusa, né vinta. E che chiede uno sbocco di pace, che spetta ai popoli, in tutte le loro articolazioni (politica, società civile, agenzie educative, leader religiosi…), e non ai soldati, provare a costruire.

Lo rammentano con una dichiarazione diffusa proprio il 7 ottobre, da Gerusalemme, i patriarchi e capi delle Chiese cristiane, che esordiscono così: «La Terra Santa, luogo sacro per innumerevoli milioni di persone in tutto il mondo, è attualmente impantanata nella violenza e nella sofferenza a causa del prolungato conflitto politico e della deplorevole assenza di giustizia e rispetto dei diritti umani. Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo ripetutamente lanciato appelli sull’importanza di rispettare lo Status Quo storico e giuridico dei santi santuari. In questi tempi difficili, ci riuniamo per alzare la voce in unità, facendo eco al messaggio divino di pace e amore per tutta l’umanità».

Senza scendere nei dettagli, mentre le notizie di cronaca sulle azioni terroristiche in atto si susseguono confuse, gli ecclesiastici scrivono: «Come custodi della fede cristiana, profondamente radicata in Terra Santa, siamo solidali con la popolazione di questa regione, che sta sopportando le conseguenze devastanti dei continui conflitti. La nostra fede, che è fondata sugli insegnamenti di Gesù Cristo, ci obbliga a sostenere la cessazione di tutte le attività violente e militari che arrecano danno ai civili sia palestinesi che israeliani».

La dichiarazione prosegue senza menzionare Israele o Hamas: «Condanniamo inequivocabilmente qualsiasi atto che prenda di mira i civili, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia o fede. Tali azioni vanno contro i principi fondamentali dell’umanità e gli insegnamenti di Cristo, che ci invita ad “amare il prossimo tuo come te stesso” (Vangelo di Marco 12,31)».

In queste giornate di guerra aperta e senza scrupoli le voci di pace verranno certamente sommerse dal frastuono delle armi e dell’odio montante, ma non per questo devono restare mute: «È nostra fervente speranza e preghiera – continuano i patriarchi e capi delle Chiese – che tutte le parti coinvolte prestino ascolto a questo appello per una cessazione immediata della violenza. Imploriamo i leader politici e le autorità a impegnarsi in un dialogo sincero, cercando soluzioni durature che promuovano la giustizia, la pace e la riconciliazione per la popolazione di questa terra, che ha sopportato il peso del conflitto per troppo tempo».

Appare evidente, una volta di più, che i due popoli che coabitano la Terra Santa – israeliani e palestinesi – da soli non riescono a trovare una via d’uscita e che la comunità internazionale deve sostenere e sospingere la causa della pacifica convivenza. Così gli ecclesiastici nel loro appello: «Nella nostra qualità di leader spirituali, tendiamo le nostre mani a tutti coloro che soffrono e preghiamo affinché l’Onnipotente possa concedere conforto agli afflitti, forza agli stanchi e saggezza a coloro che occupano posizioni di autorità. Chiediamo alla comunità internazionale di raddoppiare i suoi sforzi per mediare una pace giusta e duratura in Terra Santa, basata sulla parità di diritti per tutti e sulla legittimità internazionale. Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: “Dio infatti non è un Dio di disordine, ma di pace” (Prima lettera ai Corinzi 14,33). Nello spirito di questo messaggio divino, imploriamo tutti di lavorare instancabilmente verso la fine della violenza e l’instaurazione di una pace giusta e duratura che permetta alla Terra Santa di essere un faro di speranza, fede e amore per tutti».

Dal Vaticano, si è espresso papa Francesco, dopo la preghiera dell’Angelus con i fedeli riuniti in piazza San Pietro a mezzogiorno di domenica 8 ottobre. «Seguo con apprensione e dolore – ha detto il Papa – quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente, provocando centinaia di morti e feriti. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!»

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