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Le ultime scoperte nella necropoli egizia di Saqqara

Eleonora Prandi
16 gennaio 2024
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Le ultime scoperte nella necropoli egizia di Saqqara
La piramide di Djoser troneggia sulle vestigia di Saqqara. (foto Olaf Tausch/Wikimedia)

Il caldo ventre dell'Egitto continua a restituire meraviglie delle antiche civiltà che lo popolarono. Di recente nuove sepolture sono state portate alla luce da una missione congiunta di archeologi giapponesi ed egiziani.


In una missione archeologica congiunta dell’Università di Waseda (Tokyo) e del Consiglio supremo delle antichità egiziano è stata scoperta un’antica tomba risalente a oltre 4mila anni fa nella necropoli di Saqqara, situata una trentina di chilometri a sud del Cairo. Il ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha confermato ufficialmente la scoperta a fine 2023.

La tomba, appartenente alla Seconda Dinastia, si distingue per il suo straordinario stato di conservazione e la complessità architettonica. Offre così un affascinante sguardo alle abilità artigianali degli antichi costruttori egizi. Gli archeologi egiziani e giapponesi hanno non solo rinvenuto sepolture, ma anche elementi architettonici intricati e una vasta gamma di manufatti che spaziano attraverso diversi periodi storici.

I dettagli della struttura, degli intricati disegni, forniscono informazioni fondamentali per comprendere il contesto storico della tomba, collocandola tra il 2649 e il 2150 a.C., secondo gli esperti. Nozomu Kawai, capo della squadra giapponese, ha sottolineato che questa scoperta fornisce «preziosi approfondimenti sulla storia di questa regione», sottolineando il valore di un patrimonio archeologico così significativo.

Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, ha elogiato la fruttuosa collaborazione con l’Università di Waseda, sottolineando che la tomba aggiunge un nuovo capitolo alla già ricca storia di Saqqara. «Gli artefatti e le sepolture scoperte offrono uno sguardo sulle vite di coloro che abitavano questa antica civiltà», ha evidenziato.

Tra le scoperte più rilevanti ci sono i resti di un individuo sepolto con una maschera colorata e la sepoltura di un bambino, entrambe datate alla Seconda dinastia. Inoltre, è stato recuperato un sarcofago della Diciottesima dinastia contenente un vaso di alabastro perfettamente conservato.

Il tesoro di manufatti include due statue in terracotta raffiguranti la dea egiziana Iside, una figura prominente nelle pratiche funerarie, e la statua in terracotta del dio bambino Harpocrate, la divinità del silenzio e dei segreti durante l’era tolemaica. Tra gli altri reperti, sono stati scoperti vari amuleti, scarabei, mummie di gatti, modelli in ceramica e ostrakon, frammenti di ceramica con iscrizioni.

Parallelamente a questa scoperta, nella stessa necropoli di Saqqara, gli archeologi egiziani hanno svelato una tomba appartenente al regno di Neferurkare Kakai, risalente a un periodo compreso tra il 2500 e il 2300 a.C.: la tomba di Wahtye, un sacerdote di alto rango, descritta come eccezionalmente ben conservata, con pitture, sculture e geroglifici. Il sacerdote viene raffigurato assieme a madre e moglie e altri familiari in grandi statue racchiuse nelle nicchie (18 più grandi e 24 minori), raccontando la storia di un’epoca antica.

La necropoli di Saqqara, con le sue innumerevoli scoperte, continua a essere un importante sito archeologico che arricchisce la comprensione della storia dell’Antico Egitto: la scoperta della tomba della Seconda Dinastia fa seguito a quelle delle numerose tombe ritrovate dagli archeologi nell’area che ospita la celebre piramide «a gradoni» del faraone Djoser, considerata uno dei più antichi monumenti al mondo.

Il capo della missione archeologica giapponese, Nozomu Kawai, ha aggiunto inoltre che l’aspetto architettonico delle tombe fornisce ulteriori chiavi di lettura circa le tecniche degli antichi costruttori e sulla ricchezza e complessità della civiltà egiziana. «Speriamo – ha soggiunto – di svelare ulteriori segreti durante le prossime campagne di scavo, contribuendo così alla conoscenza dell’importante sito archeologico di Saqqara».

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Francesco D'Assisi

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