Persepolis
La città di Persepolis era il centro del mondo prima di Alessandro Magno e di Roma. Era simbolo di una stagione di convivenza e integrazione culturale per quell’immensa regione che chiamiamo Medio Oriente. Oggi le rovine della capitale politica dell’antico Impero Persiano si trovano nel cuore geografico di un’area che in pochi decenni ha visto e vede guerre disastrose, invasioni di superpotenze esterne, terrorismo, conflitti latenti e lacerazioni interne all’islam: eventi che sfuggono alle semplificazioni con cui spesso in Occidente si leggono le vicende di quel quadrante geografico e che richiedono pazienza nel ricercare i fatti e apertura nel valutarne le interpretazioni. È ciò che si sforzerà di fare questo blog, proponendo uno sguardo ravvicinato sulla cultura, la società, l’economia, la religione, le radici identitarie dell’Iran e dei territori a forte componente sciita, compresi tra il Mediterraneo e Hormuz, tra lo Yemen e l’Asia Centrale.
—
Elisa Pinna, giornalista e scrittrice, è stata vaticanista, inviata per il Medio Oriente e corrispondente da Teheran per l’agenzia Ansa, oltre che collaboratrice di diverse testate italiane. Ha scritto libri sul pontificato di papa Benedetto XVI, sulle minoranze cristiane in Medio Oriente, sull’eredità dell’apostolo san Paolo. Con le Edizioni Terra Santa ha pubblicato Latte, miele e falafel: un viaggio tra le tribù di Israele e contribuito a Iran, guida storica–archeologica.
Il 28 giugno iraniani alle urne per il nuovo presidente
Gli elettori iraniani vanno ai seggi domani, 28 giugno 2024, per il primo turno delle presidenziali. Sono tre (su sei) i candidati veramente in lizza per l'alta carica: due conservatori e un riformista. Scopriamo di chi si tratta.
Afghanistan, i talebani aprono al turismo
C'è in atto un minuscolo disgelo turistico in Afghanistan. Per ora parliamo di poche migliaia di arrivi all'anno (in gran parte cinesi), che servono ai talebani per cercare di migliorare la propria immagine internazionale. Un percorso accidentato e agrodolce.
Gli ayatollah iraniani fronteggiano il post Raisi
Come è noto, il presidente iraniano Ibrahim Raisi è morto, con altre sette persone, lo scorso 19 maggio, nello schianto dell’elicottero su cui viaggiava. Subito si è messa in moto la macchina per la successione: a fine giugno il popolo eleggerà il nuovo capo dello Stato, ma i candidati saranno prima scremati dagli ayatollah.
Anche il terrorismo separatista minaccia l’Iran
Il regime di Teheran non deve guardarsi solo da Israele, che considera il proprio nemico giurato, ma anche dal terrorismo interno. Istanze separatiste e dell'estremismo sunnita si saldano insieme. Le cronache recenti hanno registrato attacchi plurimi e sanguinari.
Gaza e la guerra in Yemen, per ora vincono gli Houthi
Uno dei risvolti della guerra in corso nella Striscia di Gaza è il rafforzamento degli Houthi in Yemen, che in Medio Oriente hanno acquistato consensi e popolarità con le loro azioni di disturbo alla navigazione nel Mar Rosso in chiave anti-israeliana e anti-occidentale.
«Siamo haredim, non ci arruoliamo per Gaza»
La guerra in corso a Gaza ha riportato all'attenzione dell'opinione pubblica israeliana la questione dell'esenzione dal servizio militare di cui godono i giovani studenti delle scuole rabbiniche. Le parole del rabbino capo sefardita di Israele, Yitzhak Yosef, esasperano i toni.
Due o tre cose che forse non sapete su Rafah
La cittadina di Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, è ora il fronte avanzato dell'offensiva israeliana contro le forze di Hamas e delle altre milizie palestinesi che le fiancheggiano. Che storia ha alle spalle questo centro urbano oggi sotto tiro?
Nagorno Karabakh, a rischio ogni testimonianza armeno-cristiana
Dopo che decine di migliaia di armeni sono fuggiti dal Nagorno Karabakh preso dalle truppe azere nel settembre scorso, ora rischiano di scomparire anche le chiese, le croci, i simboli di una plurimillenaria presenza armena e cristiana.
La «pazienza strategica» dell’Iran
A cavallo del nuovo anno una serie di attentati e stragi hanno colpito l’Iran e suoi più stretti alleati – il cosiddetto «Asse della resistenza» contro Israele. Mentre il Medio Oriente pare sempre sull'orlo di un conflitto più esteso, i leader di Teheran mantengono per ora toni contenuti.
Israeliani e sciiti, in guerra ma non troppo
Non solo nella Striscia di Gaza. Anche nel nord di Israele si combatte, in schermaglie d'artiglieria con le milizie di Hezbollah. Nelle zone di confine israelo-libanese migliaia di civili hanno dovuto evacuare e si contano decine di morti. Tutte le parti in campo, però, cercano di contenere i danni. Iran incluso.
Le voci israeliane per il cessate il fuoco su Gaza
Sono poche, ma in un Israele scosso dagli attacchi terroristici del 7 ottobre scorso esistono anche le voci di quei cittadini che chiedono un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Tra costoro anche i familiari degli ostaggi nelle mani delle milizie palestinesi.
Giochi pericolosi nello scacchiere mediorientale
Mentre nei cieli proseguono bombardamenti e lanci di razzi dalla e sulla Striscia di Gaza, un massiccio dispiegamento di truppe di terra israeliane è pronto a regolare i conti con Hamas, dopo gli orrori del 7 ottobre scorso. Su altri fronti, vediamo come si muovono gli sciiti anti-israeliani in Libano, Iran, Siria, Iraq e Yemen.