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Sputi verso i pellegrini cristiani a Gerusalemme, qualche arresto

Terrasanta.net
5 ottobre 2023
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Sputi verso i pellegrini cristiani a Gerusalemme, qualche arresto
Agenti della polizia di frontiera israeliana ed ebrei ultraortodossi davanti all'ingresso del convento francescano della Flagellazione, a Gerusalemme, il 4 ottobre 2023. (foto Chaim Goldberg/Flash90)

In occasione della festa ebraica di Succot, che ricorre in questi giorni, a Gerusalemme si sono moltiplicati i gesti di oltraggio di ebrei ultraortodossi verso i cristiani. Tra critiche e reazioni di israeliani indignati, c'è anche chi ribadisce il disprezzo.


(c.l.) – Riprese in un breve video amatoriale, le immagini han fatto il giro dei social e dei media nazionali: è domenica 1 ottobre 2023, siamo a Gerusalemme e un gruppo di pellegrini asiatici, portando una grande croce, esce dal convento francescano della Flagellazione, sulla Via Dolorosa, per iniziare la Via crucis. In direzione opposta, alcuni ebrei ultraortodossi percorrono la strada di ritorno dal Kotel (il Muro occidentale) dopo la funzione mattutina della festa di Succot. Cinque di loro, tra cui due bambini, sputano ai piedi del gruppo cristiano.

Si moltiplicano i video che documentano queste salve di sputi, ormai diventati un fenomeno quotidiano sin dall’inizio delle festività di Succot, che quest’anno vanno dal 29 settembre al 7 ottobre. Quella delle Capanne (Succot, appunto) è una festa di pellegrinaggio secondo la Bibbia, che attira decine di migliaia di ebrei nella città santa. Un afflusso che, purtroppo, olia gli ingranaggi dell’intolleranza verso ciò che non è ebraico.

«Un’antica usanza»

Gli sputi – come abbiamo già avuto modo di scrivere altre volte – non sono affatto una novità. Sono diventati l’espressione più comune di disprezzo da parte di una minoranza ebraica radicale che non fa nulla per nascondersi e che i social network e la maggiore attenzione prestata dai media ora stanno mettendo davanti agli occhi di tutti.

Poiché i pellegrini presi di mira dagli sputi stavolta erano stranieri e turisti, la protesta non si placa da domenica, alimentata da commenti sulfurei come quelli di Elisha Yered, figura di spicco dei coloni israeliani: «Sputare davanti ai preti o alle chiese è un’antica usanza ebraica – ha giustificato –. Offrire l’altra guancia a chi ha massacrato il nostro popolo non è la nostra filosofia».

→ Leggi anche: Sputi anti-cristiani a Gerusalemme, un convegno per far luce

Di fronte a dichiarazioni tanto radicali, pubblicate su X (già Twitter), le condanne da parte israeliana si sono riversate a cascata: «Simili fenomeni sono ingiustificati e non dovrebbero certamente essere attribuiti alla legge ebraica», ha denunciato il rabbino capo ashkenazita David Lau, seguito da numerosi altri rabbini.

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu nell’account ufficiale del suo ufficio su X si è espresso sul tema per la prima volta: «Israele è totalmente impegnato a salvaguardare il sacro diritto di culto e di pellegrinaggio ai luoghi santi di tutte le fedi. Condanno fermamente qualsiasi tentativo di intimidire i fedeli e mi impegno a prendere provvedimenti immediati e decisivi. Il comportamento derisorio nei confronti dei fedeli è un sacrilegio ed è semplicemente inaccettabile. Qualsiasi forma di ostilità nei confronti di persone impegnate nel culto non sarà tollerata». Il breve testo (in inglese) non si riferisce esplicitamente ai cristiani, ma rappresenta una novità da parte di Netanyahu, come ha rilevato il patriarca latino di Gerusalemme, il card. Pierbattista Pizzaballa, in una breve dichiarazione al quotidiano Avvenire del 4 ottobre.

Primi arresti

In crescita esponenziale da gennaio, gli atti di inciviltà contro i cristiani restano un fenomeno fin qui sottovalutato dalle pubbliche autorità, nonostante le ripetute richieste e prese di posizione delle Chiese di Terra Santa. Mentre a Gerusalemme il numero degli agenti delle forze dell’ordine è stato rafforzato in occasione delle festività ebraiche, solo mercoledì 4 ottobre la polizia ha annunciato il fermo di cinque persone, tra cui un minorenne.

Il comandante del distretto di Gerusalemme ha disposto la creazione di una squadra investigativa speciale, precisando: «Dato che la stragrande maggioranza dei casi di sputi contro i cristiani non vengono denunciati, dobbiamo iniziare a identificare e affrontare questi casi utilizzando le telecamere di sorveglianza, gli agenti sul campo e tutti i mezzi disponibili per il monitoraggio in tempo reale o in differita».

Sensazione di potenza

Verranno prese in considerazione vari tipi di sanzioni, come quelle amministrative, ma resta irrisolta la questione della loro efficacia di fronte a un’educazione apertamente suprematista tipica di alcuni ambienti ebraici ultraortodossi.

«Il fenomeno degli sputi è fuori controllo. Non si tratta più solo di una minoranza – denuncia preoccupato Robby Berman, una guida turistica ebrea israeliana che è tra le voci più esplicite contro questi atti di disprezzo –. È come un virus che prende piede nel contesto favorevole creato dal governo, quello di un crescente sentimento di potere e di sovranità sugli spazi pubblici».

→ Leggi anche Amnon Ramon: Dal sionismo religioso il disprezzo per i cristiani

Lunedì 2 ottobre Berman si è piazzato tutta la mattina all’ingresso del convento francescano della Flagellazione per dissuadere gli autori degli sputi, documentando tutto con un video postato poi sul proprio profilo Facebook. «Il mio intento – dice – era ricordare a queste persone che nella Germania del 1933 a prendere gli sputi erano gli ebrei. Nell’Israele del 2023 sono loro che sputano sui cristiani. È un problema».

Alla domanda di Robby Berman – «Perché sputate?» – più volte ripetuta ai passanti nell’arco di tre ore, a un certo punto un ebreo ultraortodosso (più esagitato di altri) replica: «Sputare non è ancora niente. È solo l’inizio… Quando saremo in maggioranza in Israele, li uccideremo i cristiani».

Aggiornamento:

Un comunicato stampa diffuso dall’ambasciata di Israele presso la Santa Sede informa che il 5 ottobre (2023) «il Ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, ha chiamato il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, Monsignor Paul Richard Gallagher. Nella loro conversazione telefonica, il Ministro Cohen ha ribadito la sua forte condanna dei vergognosi attacchi contro i cristiani, perpetrati da una minoranza della popolazione israeliana, e ha chiarito che Israele manterrà la libertà di religione e la libertà di culto per i membri di tutte le religioni».

Ultimo aggiornamento: 06/10/2023 13:00


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