Allo stato maggiore delle forze armate israeliane hanno avuto il “buon gusto” di battezzarlo «Il Vangelo». In realtà è un sistema di intelligenza artificiale, già noto agli specialisti, che in questi ultimi giorni sta facendo parlare i media di mezzo mondo.
Serve a fornire all’artiglieria e all’aviazione, in modo estremamente rapido e preciso, le coordinate e i dati dei loro bersagli nella Striscia di Gaza, sulla base dei criteri indicati dagli strateghi militari.
Dicono che HaBsorà (הבשורה – Il Vangelo, in ebraico) sia in grado di soppesare anche l’entità degli eventuali “effetti collaterali”, come – orrendamente – viene ormai considerato il numero di vittime innocenti che rimangono uccise o ferite negli attacchi. Anche in questo, il sistema digitale sarebbe più bravo ed efficiente degli operatori umani. La sua forza sta nell’elaborare e fornire in breve tempo una grande quantità di obiettivi, ottimizzando l’impiego dei mezzi e delle risorse a disposizione delle forze armate. In altri termini consente di condurre una guerra senza tempi morti, collaudata ed organizzata come un’enorme catena di montaggio.
Insomma, un Vangelo che non fa piovere benedizioni dal cielo, ma bombe, morte e distruzione. Oggi scopriamo che lo usano gli israeliani, ma c’è da scommettere che non sono – o non resteranno – gli unici in giro per il pianeta. È troppo chiedere che, almeno, gli cambino nome?
(g.s.)