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Israele riapre ai turisti, tutte le info in un sito

Terrasanta.net
12 gennaio 2022
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Israele riapre ai turisti, tutte le info in un sito
Passeggeri all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv il 4 gennaio 2022. (foto Arie Leib Abrams/Flash90)

Dal 9 gennaio Israele ha riaperto nuovamente le frontiere ai turisti internazionali vaccinati o recentemente guariti dal Covid-19. Un nuovo sito Internet creato dal ministero del Turismo fornisce tutte le informazioni utili.


(g.s./c.l.) – La lunga stagione del Natale a Betlemme è ormai quasi conclusa (restano solo da celebrare, il 19 gennaio, le solenni liturgie di rito armeno). Le comitive di pellegrini che da tutto il mondo convergono nella cittadina palestinese in tempi normali, riempiendo alberghi e santuari di tutta la Terra Santa, sono state tenute lontane dalla decisione del governo di Israele di chiudere le frontiere ai turisti per tutto il mese di dicembre e i primi giorni di gennaio, per cercare di arginare il diffondersi della variante Omicron del coronavirus Sars-Cov2.

>>> Leggi anche: Natale senza pellegrini, nervi tesi in Terra Santa

Il blocco degli arrivi è stato revocato il 9 gennaio ed è ormai chiaro che è valso semplicemente a ritardare la nuova ondata di contagi. Si tratterà di capire se le perdite subite dal settore turistico siano state compensate dai vantaggi sul versante sanitario. D’altronde nella lotta al virus tutti i Paesi navigano più o meno a vista, adattandosi all’evolvere della situazione.

In ogni caso da qualche giorno è iniziata la campagna marketing per dare il benvenuto in Israele ai turisti vaccinati o recentemente guariti. È questo il messaggio centrale di un accattivante sito web lanciato dal ministero del Turismo per offrire tutte le informazioni utili al viaggio: israelsafe.com

Questa nuova vetrina elettronica vuole offrire una guida pratica chiara e sintetica ai possibili turisti, così che sappiano cosa attendersi in materia di requisiti richiesti e di misure previste all’arrivo e alla partenza. Là dove le informazioni non sono direttamente disponibili nel sito, vengono offerti rimandi a siti istituzionali, come quello del ministero della Salute.

Tutto quel che c’è da sapere

Al momento, Israelsafe.com è disponibile solo nella versione inglese, ma sono in corso le traduzioni in altre lingue. La pagina di benvenuto consente di accedere a quattro sezioni, i cui titoli in italiano suonerebbero così: Pianifica il tuo viaggio; Durante il soggiorno; Prima che tu riparta; Informazioni utili.

Un elenco utile e di immediata consultazione è quello relativo ai vaccini riconosciuti da Israele: ci sono tutti quelli somministrati in Italia. Ugualmente interessante da sapere c’è che l’Italia è tra i Paesi i cui certificati digitali di guarigione o di avvenuta vaccinazione sono automaticamente verificabili da Israele e quindi riconosciuti. Dal 30 dicembre scorso l’Italia non è più tra i Paesi in zona rossa (cioè considerati ad alto rischio). Ora è, insieme a ogni altra parte del mondo, in zona arancione (Paesi a rischio), il che significa che i cittadini israeliani e gli stranieri stabilmente residenti in Israele possono di nuovo viaggiare da e per uno dei suoi aeroporti. Benché ammessi, i viaggi verso le aree “arancioni” restano sconsigliati.

>>> Leggi anche: Ritornano!

I turisti internazionali diretti in Terra Santa, riassume il sito safeisrael.com, devono sostanzialmente essere vaccinati o guariti dal Covid di recente; compilare un modulo online 48 ore prima della partenza; sottoporsi a tampone molecolare meno di 72 ore prima della partenza. All’arrivo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv verranno sottoposti a nuovo tampone e poi entrare in un breve autoisolamento (non dovrebbe durare più di un giorno) presso l’albergo o altro indirizzo che avranno fornito, fino al momento in cui riceveranno l’esito – negativo – del test.

Sono comunque previste eccezioni, da richiedere con la necessaria documentazione a una commissione istituita per esaminare, una ad una, tutte le richieste di ingresso in assenza di tutti i requisiti richiesti.

Il crollo del turismo e il galoppo di Omicron

Lo Stato ebraico ha rilevato solo 401.500 ingressi di turisti nel 2021, neanche un decimo del record di oltre 4 milioni e mezzo registrati nel 2019. Come è noto, il 2020 ha portato con sé il tracollo del turismo internazionale a partire da febbraio/marzo, quando il mondo intero si rese conto della pandemia alle porte. Insieme all’Italia, pesantemente colpita in quella prima fase, Israele fu uno dei primi Paesi a correre ai ripari, chiudendo sempre più le frontiere.

Sul versante dei contagi, in questi giorni di gennaio 2022 la situazione in Israele non è migliore che altrove. Il giorno 11 si sono registrati 43.815 nuovi casi, il numero più alto su base giornaliera dall’inizio della pandemia. Alla stessa data i pazienti in condizioni severe erano 254, tra i quali 84 casi critici e 63 sottoposti a ventilazione meccanica. Il governo resta deciso a non imporre nuovi lockdown che andrebbero a detrimento dell’economia. Per la stessa ragione, a partire dal 13 gennaio viene ridotto da dieci a sette il numero dei giorni di autoisolamento richiesti a chi si ammala.

In una situazione epidemiologica simile non si può purtroppo escludere il rischio che un viaggiatore possa contagiarsi durante il soggiorno in Terra Santa e quindi aver difficoltà a rientrare secondo le modalità e i tempi previsti alla partenza.


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