Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Variante Omicron, Israele chiude ancora le frontiere

Terrasanta.net
29 novembre 2021
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Variante Omicron, Israele chiude ancora le frontiere
Passeggeri all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv il 29 novembre 2021. (foto Flash90)

Con il diffondersi della variante Omicron del Sars-Cov2, Israele ha adottato misure di emergenza vietando dalla mezzanotte scorsa, per due settimane, l'ingresso di cittadini stranieri. Un altro colpo per il turismo.


(c.l.) – La ripresa nel settore del turismo e dei pellegrinaggi in Terra Santa subisce un nuovo stop. Le frontiere di Israele erano state riaperte ai turisti individuali il ​​primo novembre scorso. Alcuni gruppi stranieri di turisti e pellegrini erano poi riusciti lentamente a tornare. Ma diversi casi della nuova variante del coronavirus Sars-Cov2, denominata Omicron, hanno indotto le autorità a chiudere nuovamente le frontiere a partire dalla mezzanotte del 28 novembre 2021.

«Il nostro principio fondamentale per il momento è prendere misure rapide e forti, (…) in particolare riguardo alle entrate e alle uscite di Israele, fino a quando la situazione non sarà più chiara», ha dichiarato venerdì il primo ministro israeliano, Naftali Bennett. Un primo caso della variante Omicron è stato rilevato in un viaggiatore di ritorno dal Malawi. «Siamo alle soglie di una situazione di emergenza» ha aggiunto il premier, spiegando che la nuova variante sembra «più contagiosa», e si stava evolvendo «a un ritmo molto più veloce di quello del ceppo Delta».

Misure in vigore per due settimane…

Per due settimane «l’ingresso di cittadini stranieri in Israele è vietato salvo eccezioni approvate da un’apposita commissione», annuncia una nota pubblicata dal comitato interministeriale incaricato della lotta al Covid-19 in Israele. Tra le altre misure in vigore per 14 giorni si segnala che per i cittadini israeliani che rientrano nel Paese dopo un soggiorno all’estero, si operano distinzioni: le persone guarite e vaccinate dovranno presentare un test con tampone Pcr all’arrivo in Israele e andare in isolamento domiciliare per tre giorni. Saranno autorizzati a uscire dalla quarantena dopo un secondo test Pcr con esito negativo. Stesso schema per gli israeliani non vaccinati, ma il loro isolamento durerà sette giorni.

… con rivalutazione della durata in base ai dati

Queste misure sono state prese poche ore prima dell’inizio della festa ebraica di Hanukkah, la «festa delle luci» di otto giorni che è l’occasione per le riunioni festive e lo scambio di doni per i bambini. Con le nuove misure, il green pass sarà richiesto per assembramenti in spazi chiusi con più di 50 persone (e non più 100).

La domanda che resta sulle labbra di molte agenzie di viaggio e di pellegrinaggio: cosa accadrà di qui a un mese per le festività di Natale, considerando che le previsioni non erano già molto ottimistiche?

Il colpo delle ultime decisioni per il turismo e il trasporto aereo è duro. «Ne siamo consapevoli», ha riconosciuto Naftali Bennett ieri mattina durante la riunione settimanale del governo. «Le nostre azioni avranno un certo costo economico e siamo pronti ad aiutare chi potrebbe essere danneggiato», aveva già dichiarato ai media il 26 novembre, alla vigilia dell’adozione delle restrizioni.

Articoli correlati
«Voi chi dite che io sia?»
Francesco Patton

«Voi chi dite che io sia?»

In cammino con Pietro sulle orme di Gesù
Seguire Gesù
Matteo Crimella

Seguire Gesù

Sette meditazioni sul Vangelo di Luca
Semi di fraternità
Massimo Fusarelli

Semi di fraternità

Con Francesco nelle sfide del nostro tempo
In Terra Santa – nuova ed. brossura
Gianfranco Ravasi

In Terra Santa – nuova ed. brossura

Un pellegrinaggio spirituale