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Con il georadar alla ricerca dell’arca di Noè

Giuseppe Caffulli
27 maggio 2025
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Con il georadar alla ricerca dell’arca di Noè
Nella foto abbiamo evidenziato con un riquadro rosso la conformazione geologica di Durupınar, sulle pendici del Monte Tendürek, nell'Anatolia orientale. (foto Andreas Wolochow / Shutterstock.com)

Un gruppo di ricercatori statunitensi sta ispezionando con il georadar il sottosuolo del suggestivo sito di Durupınar, non lontano dal massiccio del monte Ararat, in Anatolia orientale (Turchia). Alcuni elementi richiamano alla mente la struttura di una grande imbarcazione.


La notizia è di quelle destinate ad accendere la fantasia. Un gruppo di ricercatori americani afferma di aver trovato i resti dell’Arca di Noè in Turchia, nel luogo in cui la nave si sarebbe arenata dopo il diluvio universale (cfr. Libro della Genesi, cap. 8, versetto 4). La struttura sotterranea scoperta sarebbe composta da tre livelli, che potrebbero rappresentare i ponti dell’Arca. Fatto questo che richiama la descrizione biblica del vascello costruito da Noè.

L’area dove è stata effettuata la ricerca è molto nota per una formazione rocciosa decisamente particolare, che richiama appunto lo scafo di una nave. Si tratta dell’area di Durupınar, nei pressi del villaggio di Üzengili, nel distretto di Doğubayazıt, provincia di Ağrı, circa 29 chilometri a sud del Monte Ararat.

Il gruppo di ricerca statunitense Noah’s Ark Scan, con sede in California, ha rilevato tramite il georadar strutture angolari che si estendono per circa sei metri sotto la superficie. In sostanza una struttura simile al ponte di una nave.

Le ricerche sono appena agli inizi e bisogna proseguire le prospezioni per capire se sotto la curiosa formazione rocciosa di Durupınar si celi davvero qualcosa di «simile all’Arca».

Andrew Jones, che sta coordinando gli studi con il georadar, ha dichiarato di aver rilevato un tunnel lungo 13 metri che attraversa il centro della formazione, oltre a «corridoi centrali e laterali che attraversano la nave». Sono previsti anche carotaggi del sito per verificare se si tratti di conformazioni naturali o meno.

Ci sono altri indizi curiosi che – a detta dei ricercatori – lasciano aperta la possibilità che nel sottosuolo si celi veramente qualcosa di interessante, se non proprio l’arca del diluvio. Dall’analisi del suolo è stata rilevata una quantità di materia organica doppia rispetto alle aree circostanti. Il fenomeno è certamente riconducibile alla decomposizione di materiali organici. Che si tratti del legno dell’arca o il risultato della decomposizione di un bosco preistorico, è tutto da indagare. Il team fa però rilevare un’altra curiosa anomalia: le piante che crescono sopra la struttura hanno un colore diverso rispetto a quelle dell’area circostante, cosa che potrebbe indicare un’origine antropica.

La Formazione di Durupınar fu scoperta nel 1959 dal cartografo turco İlhan Durupınar (dal quale ha preso il nome) durante una ricognizione aerea. La forma insolita, simile a una nave, catturò da subito l’attenzione di ricercatori e studiosi.

Sebbene la gran parte degli archeologi ritenga la formazione di origine naturale, altri sono viceversa convinti che nasconda qualcosa di straordinario. La Formazione di Durupınar mostra somiglianze con le misure e la struttura descritte nella Bibbia, con dimensioni di circa 157 metri di lunghezza, 26 metri di larghezza e 16 metri di altezza.

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