Questa mattina la sala stampa della Santa Sede ha reso noto il programma ufficiale del viaggio di Papa Francesco in Giordania, Israele e Palestina. Il Papa partirà di buon’ora la mattina del 24 maggio alla volta di Amman. Il giorno dopo toccherà Betlemme e Gerusalemme. Alla Città Santa dedicherà tutto l'ultimo giorno del viaggio.
(Milano/g.s.) – Questa mattina la sala stampa della Santa Sede ha reso noto il programma ufficiale del viaggio di Papa Francesco in Giordania, Israele e Palestina.
Il Papa partirà di buon’ora la mattina del 24 maggio alla volta di Amman, la capitale della Giordania. Il decollo da Roma è previsto alle 8.15 e l’arrivo a destinazione alle 13 ora locale. Gli appuntamenti in agenda seguono un ritmo piuttosto incalzante, data la brevità del viaggio: solo tre giorni.
Dall’aeroporto Bergoglio si reca al Palazzo reale per il benvenuto ufficiale e la visita di cortesia a re Abdallah e alla sua famiglia, subito seguita da un incontro con le autorità e dai discorsi ufficiali. Alle 16.00 è prevista la celebrazione di una solenne messa all’International Stadium. Al termine il Papa si trasferisce al santuario del Battesimo di Gesù, a Betania oltre il Giordano, dove è atteso alle 19.15. Fin qui il programma ricalca sostanzialmente quello dei predecessori Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. Proprio in riva al fiume Giordano, presso la chiesa cattolica latina ancora in costruzione, il Papa incontrerà un gruppo di rifugiati e di giovani disabili. Il programma non specifica se sia prevista anche la condivisione del pasto.
La mattina dopo, nuovamente alle 8.15, Bergoglio lascia in elicottero Amman alla volta di Betlemme (75 chilometri in linea d’aria, che saranno coperti in circa 50 minuti di volo, senza passare dall’aeroporto israeliano di Tel Aviv). Subito dopo l’arrivo è previsto un faccia a faccia tra il Papa e «il presidente dello Stato di Palestina», Mahmoud Abbas (Abu Mazen), presso il palazzo di rappresentanza della presidenza a Betlemme. Qui c’è anche l’incontro con le autorità palestinesi alle quali il Papa rivolge un discorso. Segue, alle 11.00, la celebrazione della messa domenicale nella piazza della Mangiatoia, antistante la basilica della Natività. Al termine, il Papa recita il Regina Caeli e pronuncia un altro discorso. Al termine pranza con un gruppo di famiglie palestinesi nella vicina Casa Nova, la struttura di ospitalità dei francescani della Custodia di Terra Santa. Alle 15.00 Bergoglio si reca privatamente nella Grotta della Natività. Da lì il Papa prosegue per il campo profughi di Dheisheh dove incontra i bambini dei maggiori campi profughi della zona: Dheisheh, Aida e Beit Jibrin.
Alle 15.45 il «congedo dallo Stato di Palestina». A questo punto il cerimoniale prevede che il Papa – anziché recarsi in auto a Gerusalemme, distante pochi chilometri – riparta in elicottero alla volta dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove è accolto dalle autorità dello Stato di Israele.
Raggiunta, poco dopo, in elicottero Gerusalemme, Bergoglio si reca alla sede della delegazione apostolica, sulle pendici del Monte degli Ulivi, dove incontra in privato il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. I due ricordano l’abbraccio che avvenne 50 anni fa, nello stesso luogo, tra i loro predecessori Paolo VI e Atenagora. Poi firmano una dichiarazione congiunta. Alle 19.00 nella basilica del Santo Sepolcro si svolge un incontro ecumenico a cui prendono parte anche i capi delle Chiese e comunità cristiane locali. Il Papa e il seguito sono poi ospiti del Patriarcato latino per la cena.
La mattinata di lunedì, ultimo giorno del viaggio, si apre, alle 8.15 con la visita del Papa alla Spianata delle Moschee e il saluto al gran muftì di Gerusalemme, Muhammad Ahmad Hussein, massima autorità dell’Islam sunnita e responsabile dei principali luoghi santi musulmani cittadini.
Seguono una tappa al sottostante Muro occidentale – il luogo più caro al giudaismo –, la deposizione di fiori al Monte Herzl e una visita al memoriale dell’Olocausto (Yad Vashem) dove Papa Francesco pronuncia un discorso. Alle 10.45 Bergoglio incontra i due rabbini capo d’Israele, Yitzhak Yosef e David Lau; un’ora dopo è al palazzo presidenziale, ospite di Shimon Peres. Alle 13.00 riceve il primo ministro Benjamin Netanyahu presso il Centro Notre Dame.
Il resto del pomeriggio è di nuovo caratterizzato da appuntamenti ecclesiali: alle 15.30 Papa Francesco ricambia la visita al patriarca ecumenico Bartolomeo nella sua residenza sul Monte degli Ulivi. Alle 16.00 è nella basilica dell’Agonia (o delle Nazioni) per incontrarvi sacerdoti, religiosi e seminaristi. Il soggiorno si chiude con una messa celebrata, insieme al seguito e agli ordinari di Terra Santa, nella sala del Cenacolo (così anche Giovanni Paolo II nel 2000).
Dal Cenacolo il trasferimento all’aeroporto di Tel Aviv e la partenza per Roma alle 20.15. Resta confermato, a questo punto, che Papa Francesco non celebrerà alcuna messa all’aperto, con grande concorso di fedeli, sul suolo di Israele.
Quest’oggi il programma è stato presentato anche a Gerusalemme durante una conferenza stampa appositamente convocata presso la sede del Patriarcato latino. Il patriarca mons. Fouad Twal e il suo vicario padre David Neuhaus – responsabile della commissione per la comunicazione per quanto concerne il viaggio papale – hanno incontrato un folto gruppo di giornalisti e operatori televisivi dei media locali.