Dicembre 2006
Territori palestinesi, brutalità in famiglia
Il fenomeno della violenza domestica e delle brutalità sulle donne è un male endemico tra la popolazione palestinese. Non è una novità. Secondo un recente rapporto dell'organizzazione umanitaria statunitense Human Rights Watch, le donne denunciano alle autorità solo l'un per cento di quel che subiscono. Consapevoli, forse, che è carente la volontà politica di cambiare abitudini inveterate e codici d'onore che, nella maggior parte dei casi, salvaguardano l'uomo, il maschio, che percuote o uccide.
A Ramallah apre i battenti l’Accademia d’arte palestinese
Si inaugura ufficialmente il 7 dicembre a Ramallah, in Cisgiordania, l'Accademia internazionale di arte palestinese. L'istituzione nasce grazie all'iniziativa dell'artista norvegese Henrik Placht e dell'Associazione palestinese di arte contemporanea (Paca), con la collaborazione con l'Accademia nazionale di Oslo.
Le attività didattiche inizieranno solo nel settembre 2007 e con un numero ridotto di allievi palestinesi. Ma, in futuro, si prevede l'apertura delle iscrizioni a giovani di altre nazioni.
Commissari a convegno
Tra turbamento e speranza
Le grotte di Betlemme
Nel sottosuolo della basilica della Natività un dedalo di grotte che rinviano agli eventi collegati con la nascita di Gesù.
Il canto di un cuore pentito
Il mio amore ferito per Israele
Il frate domenicano Marcel-Jacques Dubois è innamorato della Terra Santa da oltre quarant'anni.
Nato in Francia nel 1920, vive a Gerusalemme dal 1962. Ha insegnato filosofia all'Università ebraica e nel 1973 ha optato per la nazionalità israeliana. In seguito è diventato anche cittadino onorario di Gerusalemme. In questo libro, in lingua francese, oggi padre Dubois confessa la sua disillusione: «Sono stato ingenuamente sionista. Ho confuso l'avventura ebraica con quella israeliana, trascurando la miseria palestinese».
L’oro verde dei Territori
Il 2006 ha offerto ai coltivatori palestinesi una messe abbondante di olive. In stagioni come questa la produzione di olio può arrivare a fino 35 mila tonnellate, che equivalgono a oltre un quinto dell'intera produzione agricola palestinese.
Il ricavo potrebbe aggirarsi intorno ai 120 milioni di dollari. Se non fosse per le molte incognite che gravano sul processo che va dalla raccolta alla commercializzazione del prodotto finale.
Gli ulivi piantati nei Territori sono oltre 9 milioni e coprono ben l'80 per cento delle terre coltivabili. In numero sempre maggiore, però, risultano inaccessibili ai loro proprietari a causa del conflitto israelo-palestinese e delle misure di sicurezza imposte dai militari israeliani.