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Cipro e gli armeni, una relazione plurisecolare

Terrasanta.net
2 dicembre 2021
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Cipro e gli armeni, una relazione plurisecolare
Una veduta del complesso della cattedrale armena della Santa Madre di Dio a Strovolos, un sobborgo di Nicosia. (foto Alexander-Michael Hadjilyra/Wikicommons)

Si frequentano da oltre due millenni Cipro e gli armeni. Le alterne vicende storiche hanno indotto questa minoranza ad andare e venire dall'isola, che spesso ha offerto un rifugio sicuro e l'opportunità di prosperare.


(g.s.) – Tra le minoranze cristiane non greco-ortodosse presenti a Cipro anche gli armeni (come i latini e i maroniti) sono riconosciuti dallo Stato e hanno un proprio rappresentante speciale in Parlamento che dà voce alle loro istanze presso le istituzioni legislative e di governo.

Le prime relazioni tra gli armeni e l’isola del Mediterraneo orientale risalgono probabilmente al V secolo a.C. ma se ne sa poco. Per trovare documentazione su una presenza di armeni a Cipro bisogna arrivare al 578 d.C.: durante una guerra tra persiani e bizantini, le truppe di Costantinopoli fecero prigionieri 10mila armeni e ne trasferirono oltre 3.300 sull’isola, dove sarebbero stati poi impiegati come mercenari.

Altri armeni arrivarono nei secoli successivi sospinti da ragioni politiche, commerciali e militari. Nel 973, il Catholicos (o patriarca) Khatchig I istituì un vescovado armeno a Nicosia.

In epoca crociata – dopo l’acquisto di Cipro da parte del re franco di Gerusalemme Guido di Lusignano, nel 1192 – immigrarono su questo lembo di terra borghesi, nobili, cavalieri e guerrieri dall’Europa occidentale, dalla Cilicia (regione costiera turca a nord di Cipro corrispondente all’odierna Anatolia sud-orientale – ndr) e dalle regioni dell’odierna Siria. Tra loro anche numerosi armeni. In questo periodo storico la vicinanza geografica, i legami commerciali e un’attenta politica matrimoniale resero saldi i legami tra i regni di Cipro e di Cilicia. Nei secoli successivi, migliaia di armeni dalle coste turche cercarono rifugio a Cipro.

Durante l’epoca franca e veneziana (rispettivamente 1192-1489 e 1489-1570) le chiese armene erano sparse in varie località e l’armeno era una delle lingue ufficiali dell’isola.

Dopo la conquista ottomana dell’isola (1570-1571) molti armeni confluirono a Nicosia, dove la prelatura armena fu riconosciuta come etnarchia (al capo religioso il sovrano riconosceva anche un ruolo di rappresentante politico della sua gente), tramite il sistema giuridico del millet. Dotati di acume e industriosità, gli armeni esercitarono professioni lucrose. All’inizio del XVII secolo armeni provenienti dalla Persia si stabilirono a Cipro come mercanti di seta. Altrettanto fecero alcune famiglie benestanti ottomano-armene nel XVIII e XIX secolo. Tuttavia, la tassazione onerosa e la durezza dell’amministrazione ottomana indussero molti cristiani, armeni inclusi, a diventare linobambaci (cripto-cristiani) o ad abbracciare l’islam.

Un momento di particolare crisi, anche per gli armeni, fu il 1821: un contingente di ciprioti era salpato per la Grecia per partecipare alla guerra d’indipendenza da Costantinopoli. In luglio il governatore turco dell’isola, Küçük Mehmet, fece giustiziare quasi 500 greco-ciprioti inclusi numerosi notabili, l’arcivescovo Kyprianos e altri vescovi. I massacri proseguirono per settimane.

La comunità armena si rafforzò con il subentrare degli inglesi a Cipro nel luglio 1878. Un buon numero di armeni giunse sull’isola per lavorare per l’amministrazione britannica come interpreti e funzionari pubblici, o prestare servizio presso i consolati. Il numero di armeni a Cipro è aumentato in modo significativo con i massacri e il genocidio perpetrato dagli ottomani e dai Giovani Turchi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. La Cipro britannica accolse oltre 10mila profughi provenienti dalla Cilicia, da Smirne e da Costantinopoli. Molti ripartirono poi per altre mete, ma circa 1.500 persone sono rimaste sull’isola.

Con l’indipendenza del 1960, quando si rese necessario scegliere se riconoscersi nella componente greca o in quella turca, i 3.600 armeni ufficialmente censiti scelsero di appartenere alla comunità greco-cipriota. Ma la popolazione si è assottigliata a causa dell’emigrazione di circa 900 armeno nel Regno Unito e di altri 600 verso l’Armenia sovietica, nell’ambito del movimento pan-armeno per il «ritorno» durante il periodo 1962-1964 (nerkaght). Altri emigrarono, a metà anni Sessanta, verso il Canada, l’Australia e gli Stati Uniti per sottrarsi alle tensioni tra ciprioti greci e turchi. A seguito dell’invasione militare di Cipro del 1974 da parte della Turchia, la comunità armeno-cipriota ha subito ulteriori perdite di abitazioni, chiese, strutture.

Il 24 aprile 1975 Cipro è stato il primo Paese europeo (e il secondo al mondo, dopo l’Uruguay) a riconoscere il genocidio armeno con la risoluzione 36/1975 della Camera dei rappresentanti.

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Francesco D'Assisi

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