
Il giardino di limoni
Turchia verso le urne, le conservatrici incerte su Erdogan
In vista delle elezioni del prossimo 14 maggio, secondo gli analisti, le elettrici potrebbero voltare le spalle al presidente Recep Tayyip Erdogan in favore del candidato leader dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu.
Bochra e le altre che lottano per una bella Tunisia
Avvocata protagonista della Rivoluzione tunisina, l’ex parlamentare Bochra Bel Haj Hamida è accusata dal presidente Kais Saied di appartenere a «organizzazioni terroristiche colluse con potenze straniere». La sua vicenda è solo un sintomo di un Paese in grave crisi.
Giornata mondiale dell’acqua, una libanese testimonial Onu
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il prossimo 22 marzo le Nazioni Unite puntano i riflettori sul Libano, dove la crisi socioeconomica aggrava quella politica. «Qui la sostenibilità agricola per adattarsi al surriscaldamento è questione di vita o di morte» dice Rewa Assi, ingegnere ambientale libanese e collaboratrice dell’Unicef.
Iran, al via l’inchiesta sulle studentesse avvelenate
Il governo avvia un’inchiesta sugli oltre 100 casi di probabili inalazioni di gas avvenuti negli ultimi tre mesi nelle scuole, ora anche di Teheran. Dal carcere di Evin intanto le detenute fanno trapelare un audio con la versione persiana di Bella ciao.
Rivolta sul web in Iraq contro un padre che uccide la figlia youtuber
Sdegno per l’omicidio da parte del padre di una influencer 22enne, che era scappata di casa sei anni fa perché abusata dal fratello. Le attiviste si mobilitano: processatelo per omicidio premeditato, basta con i “delitti d’onore”. Il capo della Polizia ammette: servono leggi contro la violenza domestica.
In Iran calano le proteste, ma non il malessere
Crisi economica, spontaneismo, mancanza di leadership, assenza di alternative: dopo cinque mesi di manifestazioni, calano le proteste ma non la profondità del malessere fra società e Stato in Iran. È il lungo tramonto ma non la fine della Repubblica islamica, si legge su Foreign Affairs.
Heba, dai campi profughi all’arbitraggio ai Mondiali
Da Yarmuk, campo profughi palestinese in Siria, all’arbitraggio nella Coppa del mondo femminile di calcio 2023, in programma in Australia e Nuova Zelanda. La 34enne Heba Saadia è un modello per milioni di ragazze: prima giudice di gara araba a raggiungere questo traguardo.
L’ayatollah Khamenei prova a smorzare i toni
In Iran la Guida suprema Ali Khamenei ora ammette che l’obbligo del velo non deve portare all’incriminazione delle manifestanti. Ma non è ancora un cambio di rotta nelle politiche di Teheran.
«Perché rifiutiamo i rimpatri forzati in Siria»
Lo spiega Lubna Alkawanati, femminista e attivista siriana per i diritti umani, in esilio dal 2014. Ha fondato un’organizzazione non governativa di sostegno ai siriani rifugiati e il contrasto ai rimpatri forzati.
Nello Yemen le mine massacrano donne e bambini
Oltre 300 gli incidenti – con 95 morti e 248 feriti – nei sei mesi di tregua scaduta alla fine di settembre. Un’organizzazione che in quattro anni ha disinnescato 225mila ordigni, con l’appoggio dell’Arabia Saudita, avverte: «Ci vorranno anni per bonificare il Paese».
L’Iran e l’indifferenza dei leader mondiali
La repressione non ferma le proteste. Ma molte attiviste accusano la comunità internazionale di indifferenza di fronte alle violazioni dei diritti. L’Iran, che non ha mai firmato le Convenzioni sui diritti delle donne, non rispetta neppure quella sui bambini.
La Tunisia verso il voto, rischi di deriva autoritaria
Protestano le donne e i giovani contro la nuova legge elettorale voluta dal presidente Kais Saied che renderebbe “iper-presidenziale” il sistema politico in Tunisia in vista delle elezioni legislative del prossimo 17 dicembre.