Maggio 2007
L’affare della pace
Ma perché, con tante organizzazioni non governative in cui israeliani e palestinesi lavorano insieme, non si arriva mai alla pace? La domanda ricorre spesso tra la gente. Una risposta severa, ma ugualmente molto interessante, la offre una riflessione tratta dalla newsletter bitterlemons.org e rilanciata dal quotidiano libanese The Daily Star. Ve la proponiamo.
Rapporti più stretti tra Santa Sede ed Emirati
Scambio di ambasciatori tra il Papa e gli emiri confederati della penisola arabica. Avverrà presto, come comunica oggi il bollettino della sala stampa della Santa Sede. Nei sette emirati, che dal 1971 sono noti come Emirati Arabi Uniti, vive almeno un milione di cristiani, tutti stranieri immigrati per ragioni di lavoro. Numerosi sono coloro che provengono dai Paesi del Medio Oriente. Negli Emirati la Chiesa gode di una certa libertà e dispone di scuole e luoghi di culto. Il vescovo è un francescano svizzero della famiglia cappuccina: mons. Paul Hinder, vicario apostolico d'Arabia dal marzo 2005.
Incontro con le Suore di Sion
Nel cuore della città vecchia di Gerusalemme, non lontano dalla Porta dei Leoni sorge il convento dell'Ecce Homo che racchiude il Litostroto. Lì Gesù, frustato a sangue, fu presentato da Pilato alla folla urlante. A pochi passi da quel luogo ogni venerdì pomeriggio i pellegrini danno inizio alla Via Crucis insieme ai frati francescani. Abbiamo voluto bussare alla porta del convento e incontrare la madre superiora, suor Trudy Nabuurs, per chiederle di parlarci della storia e dell'attività della sua congregazione.
Responsabilità palestinesi
Ray Hanania è un editorialista palestinese che vive negli Stati Uniti. In un articolo rilanciato dal quotidiano saudita Arab News ha messo nero su bianco la domanda che rappresenta il succo della nuova terribile fase che il conflitto israelo-palestinese sta vivendo in queste ultime settimane: quando i palestinesi la smetteranno di scaricare su Israele ogni colpa e inizieranno ad assumersi le loro responsabilità?
Droga in Medio Oriente. Si diffonde l’uso, ma parlarne è tabù
Se ne parla poco perché il tema, da quelle parti, è circondato da tabù di carattere sociale, religioso e politico. Eppure la diffusione delle droghe nei Paesi del Medio Oriente sta assumendo ormai proporzioni importanti, tanto che la regione, da «privilegiato» luogo di transito qual era è ormai catalogata come «terra di consumo». Gli stessi governi dell'area da qualche tempo hanno avviato programmi per contrastare il fenomeno, mantenendo però uno stretto riserbo sulle specifiche situazioni interne. Non è un caso che per quasi nessuno dei Paesi mediorientali siano disponibili statistiche ufficiali sul numero dei tossicodipendenti.
L’avventura di Paolo
Nell'intento di padre Murphy O'Connor, autore del libro che qui presentiamo, l'apostolo Paolo è «l'eroe di una avventura», la cui biografia è descritta con «una solida linea narrativa». Nei dodici capitoli che abbracciano la vita di Paolo dagli inizi fino alla sua morte non vi è nulla del romanzo storico. Al contrario, vi troviamo una seria ricostruzione storica fondata soprattutto sulle lettere paoline, senza che siano trascurati gli Atti degli apostoli e altri riferimenti biblici ed extra biblici. Il filo del racconto ci fa sentire compagni di viaggio dell'instancabile apostolo.
Laburisti a una svolta
Lunedì 28 maggio si terranno le primarie del Partito laburista. Stando a un sondaggio del quotidiano Haaretz, Ehud Barak, l'ex premier che tutti davano per scontato successore dell'ormai indifendibile Amir Peretz (l'attuale ministro della Difesa del governo Olmert), potrebbe invece uscire sconfitto. Le ultime previsioni danno infatti per la prima volta un leggero vantaggio ad Ami Ayalon. E in caso di ballottaggio la sua vittoria sarebbe ancora più probabile.
Yemen turbolento. Ebrei in pericolo
Cresce la tensione nello Yemen e a farne le spese sono le minoranze. Nove famiglie ebree che vivono nella provincia di Saada, nel Nord del Paese, sono state costrette ad abbandonare le proprie case dopo le ripetute minacce ricevute dai ribelli locali. Esposte al pericolo devono affidarsi alla protezione del governo.
Santa Sede e Israele. Si riparte decisi
Dopo oltre tre ore di lavori in Vaticano, il 21 maggio scorso il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Aaron Abramovich, ha espresso la propria soddisfazione per l'andamento della riunione plenaria della Commissione Santa Sede - Israele, incaricata di dirimere alcune controversie di carattere giuridico e fiscale sulle proprietà della Chiesa cattolica in Israele. È stata un'«ottima giornata per entrambe le delegazioni» con «progressi importanti» su alcuni temi e la certezza di essere «sulla strada giusta», ha detto Abramovich. Concorda, per conto della Santa Sede, il sottosegretario per i rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, secondo il quale il risultato più importante della giornata sta «nelle proposte costruttive avanzate su temi su cui finora non si era raggiunto alcun accordo».
Riuniti ieri i negoziatori della Santa Sede e di Israele
Ieri in Vaticano si sono riuniti i negoziatori della Santa Sede e dello Stato di Israele incaricati di raggiungere un accordo in materia fiscale e di proprietà ecclesiastiche. Le trattative si trascinano da anni e sono in ritardo rispetto a quanto previsto dal trattato internazionale che dal 1994 regola i rapporti tra le due parti. Il comunicato finale della riunione di ieri, però, parla di «importanti progressi».