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Lavori in corso al Muro del Pianto

25/04/2008  |  Gerusalemme
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Lavori in corso al Muro del Pianto
Gerusalemme. Inizio della festa settimanale dello Shabbat davanti al Muro Occidentale. (foto M. Gottardo)

Restauro al via nei prossimi giorni per il Muro Occidentale di Gerusalemme, Ha-Kotel ha-maaravi, noto come il Muro del Pianto ai non ebrei. Mostrano infatti segni di usura alcuni tratti della parete occidentale di quel che rimane dell'antico Tempio di Salomone, ampliato da Erode intorno al 37 a.C. e distrutto dai Romani nel 70 d.C. Subito dopo le vacanze di Pesach inizieranno i lavori per proteggere da eventuali crolli i fedeli e i turisti che ogni giorno si recano dinanzi alle antichissime pietre. A dare segni di cedimento non sono le pietre millenarie che risalgono alla costruzione originaria del Tempio, bensì quelle pietre aggiunte meno di un secolo fa durante i restauri effettuati sotto il Mandato Britannico.


Restauro al via nei prossimi giorni per il Muro Occidentale di Gerusalemme, Ha-Kotel ha-maaravi, noto come il Muro del Pianto ai non ebrei. Mostrano infatti segni di usura alcuni tratti della parete occidentale di quel che rimane dell’antico Tempio di Salomone, ampliato da Erode intorno al 37 a.C. e distrutto dai Romani nel 70 d.C. Subito dopo le vacanze di Pesach (la Pasqua ebraica) inizieranno i lavori per proteggere da eventuali crolli i fedeli che ogni giorno si recano a pregare dinanzi alle antichissime pietre e i 6 milioni di turisti che ogni anno visitano il sito. Ironia della sorte, nota la stampa israeliana, a dare segni di cedimento non sono le pietre millenarie che risalgono alla costruzione originaria del Tempio, bensì gli strati superiori delle pietre aggiunte meno di un secolo fa durante i restauri effettuati sotto il Mandato Britannico.

«I lavori saranno brevi, non hanno alcuna implicazione politica o religiosa e c’è da augurarsi che i nostri vicini non creino problemi: certamente il restauro fa notizia perché si tratta di un simbolo, un ricordo del luogo più caro agli ebrei di tutto il mondo» spiega al telefono da Gerusalemme il rabbino Adin Steinsaltz, fondatore e direttore dell’Institute for Talmudic Publications of Israel, una delle massime autorità mondiali sull’ebraismo.

«A dire il vero – precisa lo studioso – la "santità" del luogo per noi non deriva dai resti in se stessi del Muro del Tempio ma da due fattori: prima di tutto dalla direzione occidentale che è la direzione sacra per gli ebrei, che ritengono secondo le Scritture che Dio si trovi ad ovest, che ci guardi dall’ovest. Dunque teoricamente quando andiamo a pregare al Muro dovremmo stare dall’altra parte, dove oggi si trova il Monte del Tempio: Dio ci guarda da ovest e noi guardiamo Lui rivolgendoci verso l’Ovest». Anche se, aggiunge, la direzione occidentale non è mai stata vincolante per la costruzione delle sinagoghe, orientate piuttosto verso Gerusalemme.

La «sacralità» del Muro, prosegue Steinsaltz, «deriva in realtà da quel che attualmente si trova nel terrapieno del Monte del Tempio sul quale è costruita la Spianata delle Moschee: il Sancta sanctorum, dove si trovava la Shekinah». La Shekinah, la «Presenza di Dio», corrisponde al patrimonio più intimo del giudaismo, che con essa esprimeva l’idea dell’assoluta trascendenza di Dio: la stanza posta all’interno del Tempio, dove Dio dimorava, era il luogo dove il Sommo sacerdote entrava una volta all’anno, nel giorno dello Yom Kippur, per proclamare il nome ineffabile del Signore. Grande fu la sorpresa di Tito quando, entrato nel Tempio, vide che il cuore del santuario era vuoto. Da allora l’idea della immaterialità, dell’alterità di Dio resta la suprema testimonianza dell’ebraismo nel mondo. Da allora, secondo il Talmud, la Shekinah dimora laddove risiede Israele, seguendo il popolo eletto nei suoi instabili esili. Fu anche per via di questi precedenti che i successori di Maometto costruirono sul Monte del Tempio la Spianata delle Moschee, facendone il terzo luogo sacro dell’Islam dopo La Mecca e Medina.

Nulla da temere per fedeli e visitatori del sito: i restauri per fissare le pietre che si stanno sgretolando si protrarranno per tutta l’estate senza turbare il costante flusso di turisti che visitano il Muro Occidentale che, assicurano le autorità statali e archeologi, rimane stabile e sicuro sulla sua imponente struttura.

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Ernesto Borghi

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