Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Siria, anche per i giornalisti una guerra a caro prezzo

Carlo Giorgi
26 novembre 2013
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Siria, anche per i giornalisti una guerra a caro prezzo
Il giornalista statunitense James Foley, da un anno nelle mani dei rapitori.

Lo scorso sabato, 23 novembre, in Siria sono stati rapiti altri due giornalisti: un cronista e un fotografo, svedesi. Sono gli ultimi della lunga serie di giornalisti rapiti nel corso del conflitto siriano. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, oggi in Siria sarebbero almeno 30 i giornalisti siriani e stranieri nelle mani dei rapitori. Ma forse il numero è più alto.


(Milano) – Lo scorso sabato, 23 novembre, in Siria sono stati rapiti altri due giornalisti: un cronista e un fotografo, svedesi (di cui, per prudenza, le autorità di Stoccolma preferiscono tacere l’identità). I due scandinavi sono gli ultimi della lunga serie di giornalisti rapiti nel corso del conflitto siriano.

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a New York, oggi in Siria sarebbero almeno 30 i giornalisti siriani e stranieri nelle mani dei rapitori (altri 24, rapiti in precedenza, sarebbero stati rilasciati); mentre dal marzo 2011, da quando è iniziato il conflitto siriano, ne sarebbero stati uccisi 52.

Secondo l’associazione per la difesa dei giornalisti Reporters Sans Frontières (con sede centrale a Parigi) sarebbero, invece, almeno 60 i «lavoratori nel campo dell’informazione» rapiti o detenuti in Siria; e 110 quelli uccisi nel conflitto. Infine, l’International Press Institute, di Vienna, ha redatto una lista di giornalisti rapiti, arrestati o scomparsi in Siria dall’inizio delle proteste: una quarantina. Di questi, i giornalisti arrestati dal regime sono siriani; mentre gli internazionali sono stati tutti – tranne uno, scomparso – rapiti dai ribelli.

Da un anno a questa parte, con il proliferare di bande armate avverse al regime, il numero dei rapimenti ha subito un’impennata. Tre i motivi che giustificano il rapimento: il primo è la richiesta del riscatto. Le bande armate vivono di razzie, il vitto e le armi costano; rapire una persona benestante e chiedere soldi per il suo rilascio è una pratica divenuta del tutto normale.

Il secondo motivo è «strategico»: una persona che conta è merce di scambio preziosa per contrattare con il regime il rilascio di prigionieri politici. Il terzo motivo, il più pericoloso, è «ideologico»: ovvero, rapire chi appartiene a un’altra religione in odio al suo credo. In questo caso la vita del rapito è davvero in pericolo, perche per i rapitori, non è tanto importante ottenere un riscatto, quanto privare la persona della libertà.

«Non è stato facile redigere la lista – racconta Shadi al Kasim, curatore della ricerca dell’International Press Institute -, perché non esiste un’informazione chiara sul numero preciso di giornalisti arrestati e rapiti. Quando si tratta di siriani scomparsi, in alcuni casi la mia fonte diretta è stata la famiglia. La lista viene aggiornata costantemente: ad esempio, ultimamente il governo francese ha dato notizia di altri due giornalisti francesi rapiti, notizia su cui aveva a lungo mantenuto il riserbo per prudenza. C’è infine un fatto da sottolineare: dal momento in cui l’Organizzazione dello Stato libero di Iraq e Siria (un gruppo di ribelli legato ad Al Qaeda – ndr) ha aumentato la sua influenza in molte regioni della Siria, è aumentato anche il numero di operatori dei media stranieri rapiti».

A proposito di rapimenti, non ci sono ancora novità per quanto riguarda i religiosi cristiani tuttora sequestrati: gli arcivescovi greco ortodosso Boulos al-Yazigi e siriaco ortodosso Yohanna Ibrahim, il gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio e due sacerdoti locali: padre Michel Kayyal (armeno cattolico) e padre Maher Mahfuz (greco-ortodosso). Tutti rapiti in Siria, in varie circostanze, tra febbraio e agosto di quest’anno.

Verso la verità della Chiesa
Ernesto Borghi

Verso la verità della Chiesa

Leggere gli Atti degli Apostoli oggi
«Tu sei quell’uomo» (2Sam 12,7)

«Tu sei quell’uomo» (2Sam 12,7)

La narrazione al servizio della formazione e dell'annuncio
Gerusalemme. Città impossibile – nuova edizione
Meir Margalit

Gerusalemme. Città impossibile – nuova edizione

Le chiavi per capire l’occupazione israeliana