Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Storia di Edith, l’amica ritrovata

fra Alberto J. Pari
25 marzo 2022
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Una sopravvissuta all'Olocausto, quasi centenaria, in Israele ritrova un giovane incontrato molti anni fa in terra bresciana, oggi frate a Gerusalemme...


Sono arrivato in Terra Santa più di quindici anni fa. Ho avuto modo di vivere tantissimi incontri, scoprire storie e intraprendere percorsi che mai avrei immaginato. C’era però un desiderio che non sono riuscito a realizzare fino a qualche settimana fa. Nel piccolo villaggio del bresciano in cui sono nato e cresciuto, quando ero insegnante di scuola elementare, ho avuto il grande privilegio di accogliere una signora che ha avuto una vita incredibile e piena di miracoli. Il suo nome è Idith. Venne a visitarci per raccontare ai nostri alunni come fu salvata dalla follia nazista durante l’Olocausto da tanta gente di buona volontà di Pontevico, il mio piccolo paese.

Edith oggi ha quasi cento anni, vive in Israele e finalmente ci siamo ritrovati. Nei tanti anni in cui sapevo della sua esistenza, non ho mai avuto il coraggio e l’opportunità di cercarla. L’occasione è stata il Giorno della Memoria, a fine gennaio. Un’amica giornalista mi ha chiesto aiuto per individuare una storia interessante da raccontare e così ho preso la palla al balzo e ho ricercato il contatto che avevo di questa donna. Le ho scritto una e-mail, sperando la leggesse e dopo pochi minuti ha telefonato al numero che avevo lasciato come mio recapito. Nel messaggio le avevo descritto chi fossi, come ci eravamo incontrati nella scuola di Pontevico e come ero arrivato in Terra Santa dove vivo da già diversi anni come frate francescano. La sua voce limpida ed energica mi ha sorpreso, mentre mi parlava con un italiano perfetto, sebbene non sia la lingua che utilizza abitualmente. Ha espresso una gioia indescrivibile nel sapermi qui e una gratitudine immensa per la mia proposta di incontrarci. Purtroppo, il rischio di contagio per la nuova variante del Covid-19 ci ha impedito un incontro fisico, che speriamo avverrà presto. Per ora ci siamo limitati a qualche telefonata e video-chiamata.

La coppia di italiani, Giuseppe Ippoliti e Teresa Zani, che nell’inverno del 1943 salvarono lei e la sorella, hanno ricevuto il riconoscimento di «giusti tra le nazioni», un importante titolo onorifico che Israele attribuisce a chi ha salvato una vita dallo sterminio e i loro nomi sono incisi su pietra a perpetua memoria nei giardini del Museo dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. Edith non ha ancora avuto modo di vederli, ma ci siamo promessi che, appena sarà possibile, andrò a prenderla nella casa per anziani dove vive e la porterò al memoriale. Insieme renderemo omaggio ai due eroi che, come noi, hanno vissuto a Pontevico. Il nostro incontro è l’insieme di tante emozioni; per lei è un rinnovare il «grazie» che ha nel cuore da anni per le persone che le hanno permesso di vivere, in particolare una comunità di religiose dove lei e la sorella Trude hanno vissuto nascoste per alcuni mesi a Pontevico.

Per me, il grande onore di sapere che, nella terra dove il Signore mi ha chiamato a vivere, ci sono i frutti di bene che una comunità semplice, come quella in cui ho le mie radici, ha saputo far crescere in varie forme. Abbiamo chiesto entrambi a Dio di donarci tanti anni insieme, ora che ci siamo incontrati di nuovo, perché uniti possiamo testimoniare quanto bene ancora esiste nel mondo e che i miracoli non hanno fine.

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