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Gerico svela uno dei più grandi mosaici al mondo

Christophe Lafontaine
11 novembre 2021
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Gerico svela uno dei più grandi mosaici al mondo
Uno dei più grandi mosaici al mondo, svelato al pubblico dopo un restauro pluriennale nel palazzo d'Hisham, a Gerico (Cisgiordania), il 28 ottobre 2021. (foto T. Al-Khawaja / Ministero palestinese del Turismo e delle Antichità)

Alla fine di ottobre a Gerico le autorità palestinesi hanno reso visibili i grandi mosaici nelle vestigia del palazzo di Hisham. Risalenti all’epoca omayyade (VII e VIII secolo), sono ora accessibili al pubblico.


Ci sono voluti cinque anni di chiusura, ma l’attesa è valsa la pena. Cinque milioni di tessere policrome, risalenti a 1.300 anni fa, che coprono 836 metri quadrati e formano 38 tappeti a mosaico, sono state esposte a Gerico il 28 ottobre, per la curiosità dei turisti. Una cerimonia ufficiale si era tenuta alcuni giorni prima, alla presenza del presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Il vasto pavimento, uno dei più grandi del Medio Oriente, se non del mondo, ha beneficiato dei lavori di conservazione e adeguamento della protezione, nell’ambito di un progetto da 12 milioni di dollari (poco più di 10 milioni di euro), avviato nel 2016 e finanziato dall’Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale (Jica), in collaborazione con il Ministero palestinese del Turismo e delle Antichità.

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Uno dei 38 pannelli a mosaico del palazzo di Hisham a Gerico, ora aperto al pubblico. (foto Ministero palestinese del Turismo e delle Antichità)

Oltre venti colori di pietre di tutta la Palestina

Successivamente è stato restaurato in varie parti, per la prima volta nel 1999, da una squadra italo-palestinese. Una seconda volta, nel 2010, sono stati eseguiti limitati lavori di restauro di alcune parti. L’ultimo intervento è stato nel 2016, quando il mosaico è stato portato alla luce definitivamente, per preparare il progetto alla sua presentazione al pubblico, con la costruzione di una grande tettoia per proteggerlo dalle intemperie e di installazioni specifiche, come una moderna illuminazione, passerelle, piattaforme e scale sospese in modo che il pubblico possa ammirare l’opera d’arte islamica da diverse angolazioni e senza danneggiarla.

Il mosaico presenta una varietà di «oltre venti colori di pietre provenienti da tutta la Palestina, comprese pietre nere della regione di Nabi Musa, pietre rosse di Betlemme e Gerusalemme e pietre bianche di Hebron e Jama’in a Nablus», ha riferito al-Jazeera.

Le diverse parti del mosaico si inseriscono in cornici con tessere tonde, semitonde o angolari. La superficie interna di questi pavimenti è composta – per la maggior parte – da tutta una serie di elaborate forme geometriche, caleidoscopiche e talvolta labirintiche: cerchi, rettangoli, quadrati, triangoli, rombi, rosette e intrecci, che offrono di volta in volta all’occhio motivi floreali o stellati.

 

Veduta del mosaico «Albero della vita» al palazzo d’Hisham a Gerico. (foto T. Al-Khawaja / Ministero palestinese del Turismo e delle Antichità)

 

Ma una delle decorazioni fa eccezione: essenzialmente figurativa, rappresenta «l’albero della vita», un melograno con quindici frutti, sotto il quale pascolano pacificamente due gazzelle (a sinistra), mentre un leone ne divora una terza (a destra). Allegoria della pace e della guerra.

In lizza per entrare nel Patrimonio mondiale?

Conosciuto anche con il nome di Khirbat el-Mafjar, il palazzo di Hisham è uno dei cosiddetti «castelli del deserto», residenze di svago e raffinatezza costruite durante il periodo omayyade, perlopiù a est di Amman (Giordania). Il palazzo d’Hisham, che si dice sia stato decorato dal suo successore, fu distrutto poco dopo la sua costruzione da un terremoto, nel 747 d.C.

«Il sito comprendeva un palazzo, una sala delle udienze con un bagno termale, una moschea, una fontana monumentale in un muro perimetrale, due porte principali e probabilmente una residenza riservata all’élite», riporta l’Unesco nel suo sito. Il palazzo in quanto tale era un edificio quadrangolare, concepito intorno a un cortile centrale racchiuso da quattro gallerie ad arcate e dotato di due piani con torri rotonde agli angoli.

L’area dei bagni, realizzata sul modello delle terme romane, era molto ampia e offriva una decorazione particolarmente ricca: stucchi elaborati, sculture, pietre tagliate e mosaici. All’angolo nord-occidentale di questa grande sala si trovava il diwan, una sorta di gabinetto privato. In questa parte si trova la scena dell’albero della vita e delle gazzelle.

 

La copertura a protezione del grande mosaico del palazzo d’Hisham a Gerico. (foto Ministero palestinese del Turismo e delle Antichità)

 

Oltre al palazzo e alle terme, il complesso, che si estendeva per oltre 60 ettari, aveva una tenuta agricola. Per mantenere il tutto in funzione, un sofisticato sistema di irrigazione forniva al complesso l’acqua delle vicine sorgenti.

I resti di questo lussuoso complesso reale sono considerati i più importanti della prima architettura e arte islamica. Dal 25 maggio 2021, il palazzo d’Hisham è inserito tra i siti palestinesi che si vorrebbe includere nella lista del Patrimonio mondiale.

 

 

 

Verso la verità della Chiesa
Ernesto Borghi

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