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Baha’i in festa a Haifa

Terrasanta.net
31 ottobre 2019
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Baha’i in festa a Haifa
A Haifa oltre 16mila visitatori hanno colto l'opportunità dell'apertura notturna dei giardini del Centro mondiale baha'i il 16 e 17 ottobre 2019. (foto Baha'i News Worlfd Service)

In tutto il mondo, circa 6 milioni di fedeli baha'i hanno celebrato nei giorni scorsi il bicentenario dalla nascita del Bab, uno dei due ispiratori del movimento religioso, che ha il proprio centro internazionale a Haifa, in Israele.


(c.l./g.s.) – Il 29 e 30 ottobre, in tutto il mondo, la comunità dei baha’i ha organizzato numerose commemorazioni nel bicentenario della nascita di uno dei due fondatori e figure sacre della loro fede: Sayyed Ali Mohammed Shirazi (il Bab), nato il 29 ottobre 1819 a Shiraz, in Persia (l’attuale Iran). Almeno 1.300 persone si sono riunite per l’occasione sul Monte Carmelo a Haifa, dove si trovano il mausoleo con le spoglie del Bab (costruito con marmi di Carrara, lavorati in Italia) e il Centro mondiale baha’i. L’atto di omaggio è iniziato con una lettura del messaggio diffuso per il bicentenario dalla Casa universale di giustizia (il consiglio amministrativo internazionale della fede baha’i, composto da un organo eletto – i dirigenti – e un corpo nominato, i saggi). Vi è poi stata la lettura di scritti sacri del bahaismo e, infine, i fedeli hanno camminato in processione attorno al mausoleo con la cupola dorata, che domina dall’alto il porto e rappresenta forse il luogo più caratteristico e riconoscibile del panorama di Haifa.

Le cerimonie del bicentenario si sono aperte il 16 e 17 ottobre, quando il Centro mondiale baha’i, in via eccezionale, per due notti successive ha consentito al pubblico di accedere ai suoi rigogliosi giardini terrazzati. Oltre 16 mila visitatori (ebrei, cristiani, musulmani e drusi) hanno colto questa opportunità, stando a quanto riferisce il Baha’i World News Service.

L’omaggio delle autorità israeliane

Il 25 ottobre il santuario ha anche accolto la sindaca di Haifa, Einat Kalisch-Rotem, insieme ad altre 200 personalità. Il 27 ottobre è stato il presidente di Israele, Reuven Rivlin, a far visita alla sede centrale dei baha’i. «Lo Stato di Israele – ha sottolineato il presidente – è orgoglioso e felice di accogliere i fedeli baha’i e il Centro mondiale della fede baha’i, che promuove i valori di pace e unità tra le diverse religioni».

Sayyed Ali Mohammed Shiraz era originariamente un dotto e giovane commerciante che nel 1844 affermò di essere una nuova manifestazione di Dio. Proprio per questo assunse il titolo di Bab («Porta» in arabo), con la missione di preparare la strada per l’arrivo di un secondo messaggero di Dio, che avrebbe aperto un’era di pace e giustizia prefigurata da tutte le grandi religioni.

Il Bab afferma che i profeti sono manifestazioni della divinità e che lui stesso non è un semplice profeta, ma è latore di una rivelazione che perfezione e supera le precedenti (mettendo così in secondo piano anche il profeta Maometto). Staccandosi dall’islam sciita da cui proviene, fonda il babismo ed entra nel mirino dei religiosi sciiti e del governo persiano che finiranno per metterlo a morte il 9 luglio 1850 a Tabriz.

Dal babismo al bahaismo

I baha’i considerano il Bab come il predecessore della propria fede. Uno dei suoi primi seguaci, infatti, Mirza Husayn-‘Ali Nuri (1817-1892), dopo essere scampato alle purghe contro il babismo, afferma nell’aprile 1863 di essere il Profeta preannunciato dal Bab, cioè «Colui che Dio manifesterà». Si proclama Bahaullah («gloria di Dio») e diventa il fondatore della fede baha’i, che da lui prende il nome. In questo senso, il Bab è venerato come l’Araldo, il Precursore, l’alba di una nuova religione mondiale.

A sua volta perseguitato, Bahaullah deve lasciare la Persia per Baghdad. In seguito, si trasferisce a Costantinopoli, e infine approda ad Akka (l’odierna Akko, in Israele, già San Giovanni d’Acri in epoca crociata) nella Palestina soggetta agli ottomani. Da questa cittadina affacciata sul Mediterraneo proseguo i suoi insegnamenti; qui muore nel 1892 ed è tuttora sepolto.

Per i baha’i, Dio è un’entità trascendente e inconoscibile. I profeti sono manifestazioni divine che si succedono. Sono riconosciuti come tali i profeti del giudaismo, insieme a Cristo, Maometto e Zoroastro.

Rifiutando ogni azione di proselitismo, il bahaismo sostiene il riavvicinamento di religioni e popoli, l’uguaglianza di genere, l’eliminazione di tutte le forme di pregiudizio, la giustizia sociale, l’educazione per tutti e la tolleranza religiosa. Senza particolari forme di culto pubblico o clero, i baha’i pongono la famiglia alla base della società e hanno come unici obblighi gli incontri di comunità, il digiuno islamico, l’astensione dall’alcool, e alcune preghiere e abluzioni.

I baha’i nel mondo

Dopo 170 anni di esistenza, la comunità baha’i dice di avere in tutto il mondo oltre 6 milioni di fedeli, organizzati in oltre 100 mila centri (stando ai dati diffusi dagli uffici centrali).

Benché il quartier generale del bahaismo sia a Haifa, tuttavia non esiste una vera e propria comunità baha’i in Israele, spiega all’agenzia France Presse Carmel Irandoust, della segreteria generale del movimento religioso. Tanto il mausoleo del Bab, quanto quello del Bahaullah sono classificati tra i siti israeliani considerati dall’Unesco patrimonio dell’Umanità per il loro «eccezionale valore universale» come luoghi sacri e mete di pellegrinaggio per i fedeli baha’i.

Una presenza baha’i si registra anche in Italia dall’inizio del Novecento, da dove transitavano fedeli dal Nord America e da alcune nazioni asiatiche diretti in Terra Santa per incontrarvi il fondatore, ancora vivo.

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