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Egitto, sempre più studi copti all’università

Christophe Lafontaine
16 agosto 2019
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Egitto, sempre più studi copti all’università
Frammento di arazzo in lino e lana, Egitto, arte copta, VI-VII sec., Museo d’arte di Honolulu (foto Hiart)

Le università di Alessandria e di Damanhur si sono dotate per la prima volta di dipartimenti di studi copti, colmando così un ritardo rispetto agli atenei occidentali.


Watani, il settimanale della comunità copta egiziana, a metà luglio ha dato tre buone notizie. Il caporedattore Youssef Sidhom ha scritto che il progetto di legge sulla famiglia relativo ai cristiani in Egitto è quasi completato e include disposizioni sulle successioni che stabiliscono equa divisione delle eredità per uomini e donne. Annuncia inoltre che «il comitato ministeriale incaricato di legalizzare chiese senza licenza ed edifici collegati a Chiese ha approvato la concessione di licenze per una quota di chiese ed edifici». Ma soprattutto informa che due università pubbliche egiziane, ad Alessandria e Damanhur, hanno deciso di dotarsi di dipartimenti per lo studio della lingua, della storia, delle arti, delle tradizioni copte e della cultura monastica di questa comunità cristiana.

Malgrado l’apertura del Museo copto al Cairo nel 1908 «non è un segreto che gli studi copti sono stati assenti dalle università egiziane» fino a oggi, sottolinea Sidhom. «Con l’offerta di studi copti da parte delle due università, questa ricca branca del sapere ha finalmente trovato casa». Il primo dei due istituti è stato inaugurato lo scorso 25 febbraio alla Facoltà di arti e lettere dell’Università di Alessandria, in collaborazione con la Chiesa copta ortodossa. È il primo istituto di questo tipo in Egitto e la sua gestazione amministrativa e scientifica è durata un decennio. Il giorno dell’inaugurazione, Essam El-Kordy, presidente dell’Università di Alessandria, ha dichiarato che l’obiettivo dell’istituto è di sviluppare un programma accademico di qualità, fino al conferimento del dottorato, e che verte su arte, lingua e storia copta.

Un progetto simile è in fase di avvio anche nell’università di Damanhur, capoluogo del governatorato di Beheira, dove, a giugno, si è svolta la prima conferenza sugli studi copti, con il patrocinio del ministero egiziano dell’Istruzione superiore. Come riferisce Watani, la Chiesa copta ortodossa è stata invitata a partecipare alla conferenza. Anba Pachomius, metropolita di Beheira e Matrouh, ha risposto all’invito per conto del patriarca Tawadros II e ha offerto sostegno economico per la creazione dell’istituto. Il presidente dell’università di Damanhur, Ebeid Abdel-Ati, ha parlato dell’importanza degli studi copti, dicendo che l’Egitto pullula di antichità, monumenti artistici che testimoniano l’ingegno dei copti lungo i secoli.

Il centro offrirà tre specializzazioni: archeologia, storia e civiltà, lingua e arti copte. È stato firmato un protocollo con anba Thomas, vescovo ad Asyut, circa 350 chilometri a sud del Cairo, per rendere gli studi copti accessibili agli studenti dell’Alto Egitto.

In realtà, le due università di Alessandria e Damanhur hanno seguito l’esempio della Bibliotheca Alexandrina che, senza essere un’università, aveva creato nel 2013 uno dei primi e più solidi centri di studio dei copti in Egitto. Lo scorso aprile, insieme a questo centro di studi, la Facoltà di antichità dell’Università di Fayyum (a un centinaio di chilometri a sud-ovest del Cairo, in una regione ricca di patrimonio storico cristiano) ha tenuto la sua prima conferenza sulle antichità copte.

Nell’occasione Luay Mahmoud Saied, direttore del Centro di studi copti della Biblioteca di Alessandria, ho sottolineato come questi studi possono portare un contributo prezioso alla salvaguardia dell’identità plurale della nazione egiziana e alla coesistenza tra componenti religiose diverse, sottraendole a derive settarie.

Mentre le università del mondo hanno dedicato sezioni di studio alla coptologia, gli atenei egiziani hanno accumulato un ritardo che cercano di recuperare, dopo secoli di indifferenza. Hanan Shafei, decano della Facoltà di arti all’Università di Damanhur ha ricordato che «l’identità egiziana si è formata nel corso dei millenni e comprende elementi nettamente copti […]. Ciò nonostante l’interesse per gli studi copti ha dovuto attendere i tempi recenti ed è stato suscitato per la prima volta da ricercatori europei».

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