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Annunciata una rivoluzione (urbanistica) al Muro del Pianto

di Giorgio Bernardelli
27 maggio 2015
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Il quarto governo Netanyahu ha annunciato che entro due settimane verrà presentato un piano quinquennale per una nuova sistemazione dell'area nei pressi del Muro Occidentale, il cosiddetto Muro del Pianto, l'unico ricordo del Tempio di Gerusalemme e proprio per questo la sinagoga a cielo aperto più importante per il mondo ebraico. Proviamo a capire di che si tratta.


Sarà perché ha i numeri contati, ma il quarto governo Netanyahu sembra proprio non voler perdere tempo sulle cose che stanno realmente a cuore alla sua maggioranza, sbilanciata sull’asse nazionalisti-religiosi. Così, nel primo consiglio dei ministri, tenuto in concomitanza con la Giornata di Gerusalemme – che in Israele ricorda la vittoria nella guerra dei Sei giorni del 1967 – è arrivato un annuncio: entro due settimane verrà presentato un piano quinquennale per una nuova sistemazione dell’area nei pressi del Muro Occidentale, il cosiddetto Muro del Pianto, l’unico ricordo del Tempio di Gerusalemme e proprio per questo la sinagoga a cielo aperto più importante per il mondo ebraico.

Il comunicato ufficiale del governo per ora non entra nei dettagli; leggendo tra le righe – però – alcune cose su quanto stia bollendo in pentola si capiscono già molto bene. Il piano – si dice infatti – si propone di «sviluppare le infrastrutture e incoraggiare le visite alla piazza del Muro Occidentale, anche attraverso la prosecuzione dello sviluppo della piazza del Muro Occidentale e dei tunnel, la conservazione dei reperti archeologici, il miglioramento delle infrastrutture dei trasporti e l’incremento delle attività educative per gli studenti e i soldati».

Di quale «sviluppo» si sta parlando? Essendo impensabile uno «sviluppo» della piazza ottenuto radendo al suolo edifici della Città Vecchia, tutti gli indizi portano in tre altre direzioni: il sottosuolo, l’area dove attualmente vi sono i varchi di ingresso con i controlli della polizia e – soprattutto – l’area oltre la Porta dell’Immondizia da cui si accede alla zona del Muro Occidentale. La zona, dunque, del quartiere arabo di Silwan, l’antica Siloe, dove negli ultimi anni è già cresciuto moltissimo il parco archeologico dell’Ir David, i contestati scavi dell’archeologa Eilat Mazar che ritiene di aver trovato i resti del palazzo del re Davide. Ir David si trova ad appena poche decine di metri dal Muro Meridionale, quello che fa da angolo con il Muro del Pianto nel contenere la spianata su cui un tempo sorgeva il Tempio e oggi svetta la moschea di al Aqsa. E su quello che un tempo era un parcheggio – il Givati Parking – c’è già in discussione un progetto per costruire un mega-centro/museo di sette piani per i visitatori, il cosiddetto Kedem Center. Proprio in queste ore le autorità urbanistiche di Gerusalemme stanno esaminando i ricorsi presentati dall’associazione Emek Shaveh (un’associazione israeliana che contesta l’uso politico che si sta facendo dell’archeologia nella Città Santa) che si oppone a un progetto destinato a cambiare profondamente la fisionomia di questa zona araba della città. Un intervento – accusano – che sarebbe funzionale alle mire dei coloni per una presenza ebraica sempre più marcata a Silwan, che già ora è uno dei quartieri di Gerusalemme Est dove la tensione è più forte.

Non è difficile immaginare che – al contrario – il piano del governo Netanyahu vada avanti proprio in questa direzione. Spingendosi però probabilmente anche più in là: l’accenno ai tunnel e alle infrastrutture dei trasporti fa pensare che si stia ragionando sulla zona dell’Ir David come alla nuova porta di accesso al Muro Occidentale. Già ora, infatti, c’è un tunnel sotterraneo che attraverso l’antico acquedotto da Silwan/Siloe passa sotto le mura e porta i visitatori direttamente al Davidson Center, il museo archeologico che si trova accanto agli attuali varchi d’accesso al Muro del Pianto. Non è un mistero per nessuno – però – che in questa stessa zona in questi anni siano stati scavati anche altri tunnel. E già nel 2010 – in ambienti vicini ad Elad, l’ong dei coloni che promuove gli scavi archeologici – erano circolati disegni su un livello interrato da realizzare sotto l’attuale piazza davanti al Muro Occidentale, proprio al livello della strada romana che una campagna di scavi ha già portato a scoprire.

In pratica – dunque – mettendo in comunicazione il futuro Kedem Center, i tunnel già esistenti e l’ipotetica nuova piazza al livello della Gerusalemme erodiana, il complesso del Muro Occidentale cambierebbe radicalmente faccia, eliminando di fatto ogni riferimento a una qualsiasi epoca che non sia la città di duemila anni fa. Il tutto – ed è la parte relativa ai trasporti – si collegherebbe anche a un altro progetto su cui preme molto il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat: la cabinovia urbana, pensata per portare direttamente i visitatori proprio alla Porta dell’Immondizia passando sopra il quartiere di Silwan. Il tracciato ipotizzato parte, infatti, dalla vecchia stazione ferroviaria (oggi centro culturale e commerciale) nella German Colony per compiere una prima fermata alla Porta dell’Immondizia e poi proseguire fino al Monte degli Ulivi.

Ci sarà davvero tutto questo dentro al piano quinquennale sull’area più contesa di Gerusalemme che il governo Netanyahu si appresta a presentare? Tra pochi giorni lo vedremo. Ma se così dovesse essere è facile immaginare che intorno al Muro Occidentale il clima tornerà presto a farsi molto caldo.

Clicca qui per leggere il comunicato ufficiale del governo israeliano

Clicca qui per leggere un articolo sul Kedem Center

Clicca qui per leggere un articolo del Jerusalem Post sulla denuncia di Emek Shaveh

Clicca qui per leggere un articolo sul progetto della funicolare

Clicca qui per leggere la notizia del 2010 sul progetto della piazza sotterranea

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