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Naguib: Nell’attuale crisi gli egiziani dimostrano grande solidarietà

Edward Pentin
1 febbraio 2011
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Naguib: Nell’attuale crisi gli egiziani dimostrano grande solidarietà
Il patriarca copto-cattolico di Alessandria, card. Antonios Naguib.

Mentre continuano le manifestazioni nelle strade del Cairo e di Alessandria per cercare di ottenere che il presidente Hosni Mubarak lasci il potere, abbiamo raggiunto il cardinal Antonios Naguib, patriarca copto cattolico di Alessandria, per chiedergli il suo punto di vista su quanto sta accadendo in questi giorni in Egitto.


(Roma) – Mentre centinaia di migliaia di egiziani danno vita a grandi manifestazioni nelle strade del Cairo e di Alessandria per cercare di ottenere che il presidente Hosni Mubarak lasci il potere, abbiamo raggiunto il cardinal Antonios Naguib, patriarca copto cattolico di Alessandria per parlare con lui dei disordini di questi giorni in tutto l’Egitto. Il patriarca ci comunica il suo compiacimento per l’unità e la solidarietà dimostrate dagli egiziani e tocca altri temi come la possibile uscita di scena del capo dello Stato e l’eventualità di un ascesa della fazione islamista dei Fratelli musulmani.

Eminenza, qual è la sua opinione sull’attuale situazione politica in Egitto e come pensa che si evolverà?
Siamo tutti accomunati dalla medesima situazione. Anzitutto dobbiamo pregare per chiedere a Dio che si trovi una via d’uscita pacifica, e per questo abbiamo chiesto alle nostre comunità di organizzare momenti di preghiera. Con tutti gli abitanti di ogni strada – giovani o vecchi che siano – siamo impegnati a proteggere gli individui e le proprietà. È un fenomeno bellissimo e meraviglioso quello a cui stiamo assistendo, capace di creare forti legami di solidarietà. Riguardo alle proteste in corso, stiamo ad osservare, nella speranza che tutto termini pacificamente. Il nuovo governo ha promesso di fare del suo meglio per migliorare la situazione e rispondere alle richieste dei giovani.

Quindi l’insurrezione ha prodotto una maggiore unità tra musulmani e cristiani?
È qualcosa di meraviglioso, di veramente meraviglioso.

Pensa che ci saranno presto elezioni libere e imparziali?
Per il momento non ne parla nessuno. La nostra prima preoccupazione è la stabilità. Il resto viene dopo. Certamente i giovani che stanno protestando hanno fretta di trovare soluzioni, ma non si può ottenere una soluzione seria e appropriata che non sia prima messa allo studio e discussa. Serve tempo, non molto forse, ma quello che è necessario. Perciò, ora come ora, tutto quello che speriamo è di tornare alla tranquillità, alla stabilità e alla normalizzazione. E che si ponga fine alla distruzione delle proprietà e agli attacchi alla popolazione. Su questo piano ci sono stati miglioramenti nei giorni scorsi. Un giornalista poco fa mi ha chiesto le mie valutazioni sugli incidenti che stanno accadendo ad Alessandria, ma posso dire che al momento non ne so nulla.

Pensa che la discriminazione nei confronti dei cristiani in Egitto possa ridursi una volta che il Paese sarà tornato alla calma?
Per il momento non abbiamo registrato azioni contro i cristiani, nessuna chiesa è stata incendiata e non ci sono notizie di attacchi. L’elemento religioso non ha fatto capolino. Si tratta di un movimento meramente politico e speriamo fermamente che l’unità e la solidarietà che vediamo dispiegarsi in questo momento aiuteranno a cambiare la mentalità, apportando maggiore accoglienza reciproca e collaborazione.

C’è chi teme l’eventualità di un’accresciuta influenza dei Fratelli musulmani. Condivide questa preoccupazione? Pensa che potrebbero arrivare presto al governo?
Non posso dirlo. Alle ultime elezioni non hanno ottenuto neppure un seggio, ma forse nuove elezioni garantirebbero loro una rappresentanza. Se la maggioranza (della popolazione) sarà in grado di pensare in modo saggio e oggettivo all’interesse del Paese, saprà fermare ogni movimento contrario al bene del popolo e all’unità e coesione tra tutte le componenti sociali. Perciò dipende… Sono convinto che la maturità necessaria ci sia e che gli avvenimenti recenti abbiano indotto moltissime persone ad aprire gli occhi e vedere chi davvero non vuole il bene della nazione e invece provoca devastazioni e distruzione. Al momento nessuno sa chi abbia organizzato le violenze. Dobbiamo attendere che il nuovo governo e il suo ministro dell’Interno mettano in atto le indagini necessarie per arrivare a capire chi siano i mandanti di tutto ciò. Da quel che abbiamo visto si tratta di qualcosa di organizzato che si è riproposto in modo analogo e contemporaneamente in tutto il Paese. Una cosa del genere non accade per caso. Speriamo che la polizia e i tribunali individuino i responsabili tra gli arrestati.

Pensa che il presidente Mubarak si farà da parte?
Non è dato saperlo. Per il momento non c’è alcuna dichiarazione in tal senso. Ci sono certamente persone che lo chiedono, ma anche moltissime altre che invece chiedono al presidente di continuare, almeno fino a che si sarà tornati alla normalità. Oggi sui quotidiani è comparsa la notizia di una decisione del senato che stabilisce che il presidente non possa restare in carica più di due mandati. È qualcosa di totalmente nuovo. E significa, se lo applichiamo al presidente Mubarak, che non potrà ricandidarsi allo scadere del suo mandato. Nessuno sa esattamente come andranno le cose perché è troppo presto. Occorre aspettare ancora qualche giorno.

Lei è ottimista riguardo alla situazione in generale?
Sì, sono convinto che gli egiziani siano saggi e maturi al punto di sapere quale sia il vero bene del Paese. Ne è prova il fatto che si siano organizzati spontaneamente per proteggere le persone e le proprietà. Abbiamo un coprifuoco che vige dalle 3 del pomeriggio alle 9 del mattino. E le persone sono insieme, cristiani e musulmani (la maggioranza quanto meno). Si parlano, vivono gli uni accanto agli altri e vigilano, pronti a intervenire per bloccare chiunque arrivi dall’esterno e tenti di penetrare a distruggere qualcosa.

Stiamo parlando di semplici cittadini?
Sì, tutti intenti ad aiutare l’esercito, che altrimenti cosa potrebbe fare da solo per tutelare ogni individuo e ogni casa? (I militari) stanno nei punti cruciali della città – parlo del Cairo – e in altri centri urbani, davanti a luoghi come le banche, gli ospedali e altri centri importanti. La presenza dell’esercito è preziosissima ma non può essere ovunque. Ecco perché la popolazione si organizza e vigila su strade e case.

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