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Verso le «piccole Gerusalemme» d’Italia

Daniele Civettini
28 giugno 2010
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Verso le «piccole Gerusalemme» d’Italia

Questo volume di Francesca Cosi e Alessandra Repossi è una guida a tutto tondo ai Sacri Monti di Lombardia e Piemonte, ideata per fornire, in modo sintetico ed esaustivo, gli strumenti culturali e le indicazioni pratiche affinché il visitatore goda pienamente dell’inalterata e forse ancora poco conosciuta ricchezza che questi complessi devozionali racchiudono in fatto di arte e di spiritualità.


«Affinché qui veda Gerusalemme chi non può farvi pellegrinaggio». Per il riconoscimento, drammatico e realistico, che la Terra Santa è saldamente in mano agli islamici e dunque irraggiungibile per la maggior parte del popolo cristiano; per l’istanza fondamentale di insegnare ai credenti con ogni mezzo retorico, figurativo, plastico, architettonico, che ogni individuo è personalmente incorporato negli eventi salvifici. I Sacri Monti lombardi e piemontesi nascono e si sviluppano così, incastonati in splendidi paesaggi prealpini, in molti casi in prossimità di antichi santuari, per la semplice spregiudicatezza francescana, attraversati dal vento forte della Controriforma impersonata dallo zelo di Carlo e Federico Borromeo, per proporre al gregge dei credenti una conoscenza quasi empatica della storia della Salvezza, non diversamente dai dipinti di Caravaggio o dagli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola.

Realizzata da Francesca Cosi e Alessandra Repossi, Da pellegrini sui Sacri Monti è una guida a tutto tondo ideata per fornire, nel modo più sintetico e contemporaneamente esaustivo, gli strumenti culturali e le indicazioni più immediatamente pratiche (dove si può mangiare e dormire, quale strada o quali mezzi utilizzare per raggiungere i siti, a che ora si celebra Messa) affinché il visitatore goda pienamente dell’inalterata e forse ancora poco conosciuta ricchezza che questi complessi devozionali racchiudono in fatto di arte e di spiritualità.

Ad una prima parte introduttiva che ne ricostruisce in generale i presupposti religiosi, la genesi e lo sviluppo storici e artistici, rispondono le indicazioni dettagliate relative ai nove Sacri Monti inseriti dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità nel 2003 (Varallo, Domodossola, Varese, Ossuccio, Ghiffa, Oropa, Crea, Orta e Belmonte) a cui si aggiungono le schede complete di altri undici complessi minori in Italia (tra cui quello di Montaione in Toscana, che dopo il Sacro Monte di Varallo è il più antico della penisola); una breve bibliografia ragionata inserita per facilitare eventuali approfondimenti costituisce l’ultima sezione.

Dei Sacri Monti «proposti» in questa edizione, le due autrici raccontano in poche pagine il più possibile, compreso ciò che non si potrà mai vedere perché conservato nelle carte di progetti così ambiziosi da rimanere talvolta incompiuti. Alla spiegazione dei soggetti devozionali – viae crucis, misteri del rosario, episodi della vita di Gesù e Maria, persino momenti della vita di san Francesco – che spesso rappresentano la stessa ragione d’essere dei complessi, si accompagna la notizia delle committenze e degli artisti che ne hanno tradotto in opera le indicazioni; non mancano nemmeno stralci delle impressioni tramandate per iscritto da alcuni illustri frequentatori del passato, come il beato Rosmini o il disincantato Butler.

Nemmeno una fotografia correda il testo, quasi per rimandare al momento della visita personale l’ammirazione per le maestose soluzioni architettoniche così armoniosamente inserite nella natura, la commozione per gli umili ex-voto dipinti nei santuari da pennelli poco raffinati o la sorpresa per le grandi realizzazioni scultoree inserite nelle cappelle, lungo i sentieri, simili a istantanee di rappresentazioni sacre di tempi lontani, testimonianza visibile per il pellegrino odierno di intere comunità che hanno donato sostanze, lavoro e persino gli stessi volti per edificare, poco distante dalla vita di tutti i giorni, le loro «piccole Gerusalemme».

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