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Le strade di Gerusalemme

Simone Esposito
5 maggio 2009
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Vincitore del primo premio al Giffoni Film Festival 2008, il film Qualcuno con cui correre mostra una Gerusalemme inedita, scevra dai cliché occidentali legati alla faticosa convivenza interreligiosa e alla questione israelo-palestinese, e invece attanagliata dai problemi tipici dei grandi centri urbani contemporanei: la devianza, la droga, il disagio giovanile. Una metropoli «normale», nei suoi guai, percorsa in lungo e in largo da personaggi ben delineati (l'impianto narrativo di Grossman è una garanzia) e riportati sullo schermo con buon linguaggio registico.


Asaf, sedicenne impacciato (come gran parte dei sedicenni), ha un lavoretto estivo alla Protezione animali. Incarico del giorno: restituire (con tanto di multa) il labrador Dinka alla legittima proprietaria, la giovane cantante Tamar. Che però non si trova: è sparita, partita in fretta alla ricerca del fratello eroinomane da redimere, Shai. È questo inseguimento collettivo per le strade di Gerusalemme, giocato molto sui flash-back e sugli incontri mancati, il cuore di Qualcuno con cui correre, pellicola di Oded Davidoff, tratta dal romanzo omonimo di David Grossman, da aprile disponibile in Dvd.

Vincitrice del primo premio al Giffoni Film Festival 2008, la pellicola mostra una città inedita, scevra dai cliché occidentali legati alla faticosa convivenza interreligiosa e alla questione israelo-palestinese, e invece attanagliata dai problemi tipici dei grandi centri urbani contemporanei: la devianza, la droga, il disagio giovanile. Una metropoli «normale», nei suoi guai, percorsa in lungo e in largo da personaggi ben delineati (l’impianto narrativo di Grossman è una garanzia) e riportati sullo schermo con buon linguaggio registico. In mezzo, qualche eco dickensiana, specie nel «cattivo» di turno, Pesach, tenutario di una casa di accoglienza per ragazzi musicisti di strada che in realtà è una centrale del racket delle elemosine.

Ma il parallelo tra la Londra di Oliver Twist e la Gesuralemme di oggi finisce qui: il taglio del film è decisamente contemporaneo, a tratti anche in maniera esagerata, a causa della scelta insistita di riprese sporche, un po’ real-tv e un po’ videoclip, che alla lunga rischiano di stancare. Più convincenti, invece, il buon ritmo del montaggio e la colonna sonora. Ultimo (piccolo) neo, per il quale il regista è innocente, la discutibile scelta del doppiaggio italiano di attribuire a qualche personaggio borderline un inspiegabile accento romanesco, una sorta di parodia dei ragazzi di borgata alla Pasolini. I puristi potranno risolvere scegliendo sul Dvd la visione in ebraico con i sottotitoli in italiano. In ogni caso, Qualcuno con cui correre resta una bella storia di formazione, piacevolmente raccontata, particolarmente adatta al pubblico dei giovani e dei ragazzi, ma affatto giovanilistica, che ha il merito di mostrare una Gerusalemme che i telegiornali non mandano mai in onda.

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Francesco D'Assisi

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