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Un viaggio dal significato solo religioso

10/03/2009  |  Gerusalemme
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Un viaggio dal significato solo religioso
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Un «viaggio dal significato solo religioso», il viaggio anzitutto di un «uomo di fede», un «pellegrinaggio»: monsignor Antonio Franco, nunzio apostolico in Terra Santa, ha ripetuto più e più volte lo stesso concetto, per descrivere il prossimo viaggio di Papa Benedetto XVI in Giordania, Israele e Palestina. Un «viaggio dal significato solo religioso», insomma, per una visita pastorale a cui - invece - tutti gli osservatori tendono a dare altri significati, più schiettamente politici. Il minuzioso elenco delle tappe del viaggio che il Pontefice intraprenderà tra l'8 e il 15 maggio - reso noto oggi dal nunzio apostolico in una gremita conferenza stampa a Gerusalemme - non è riuscito a soddisfare tutte le curiosità degli intervenuti.


Un «viaggio dal significato solo religioso», il viaggio anzitutto di un «uomo di fede», un «pellegrinaggio»: monsignor Antonio Franco, nunzio apostolico in Terra Santa, ha ripetuto più e più volte lo stesso concetto, per descrivere il prossimo viaggio di Papa Benedetto XVI in Giordania, Israele e Palestina. Un «viaggio dal significato solo religioso», insomma, per una visita pastorale a cui – invece – tutti gli osservatori tendono a dare altri significati, più schiettamente politici.

Così, anche il minuzioso elenco delle tappe del viaggio che il Pontefice intraprenderà tra l’8 e il 15 maggio – reso noto dal nunzio apostolico in una gremita conferenza stampa a Gerusalemme – non è riuscito a soddisfare tutte le curiosità degli osservatori. Il Pontefice andrà a Gaza? E ai cristiani di Gaza sarà concesso il permesso di andare alla Messa officiata da Benedetto XVI? E allo Yad Vashem? E quali luoghi religiosi non cristiani visiterà il Papa?

La curiosità ha un senso profondo, in un’area piccola, divisa e critica com’è la Terra Santa, dove anche le tappe del viaggio di Benedetto XVI sono viste come vere e proprie «stazioni» di uno slalom tra fedi, divisioni, sensibilità. E allora, ecco alcune delle anticipazioni di una visita che ha già fatto partire la macchina organizzativa e della sicurezza, tra sopralluoghi, incontri tecnici, preparativi, lavori in corso.

Partiamo dallo Yad Vashem, dove tra domenica e lunedì – peraltro – si è tenuto un workshop scientifico vaticano-israeliano sulla vexata quaestio di Papa Pio XII e della sua posizione sulla persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti. Benedetto XVI visiterà una parte precisa del grande complesso dello Yad Vashem, dove si trova sia il memoriale della Shoah, sia il museo che ripercorre le tappe dell’Olocausto: visiterà, cioè, il memoriale, tappa di tutti i capi di Stato e personalità che atterrano a Tel Aviv. Non passerà, insomma, di fronte alla contestata foto di Pio XII e soprattutto alla contestata didascalia che parla del presunto silenzio di papa Pacelli.

Svelate anche le visite ai luoghi non cristiani. Alla Spianata delle Moschee, dove Benedetto XVI sarà accompagnato dal Gran Mufti di Gerusalemme, la più alta autorità musulmana sul piano territoriale. Confermata anche la visita alla Cupola della Roccia, il luogo dal quale i fedeli musulmani credono che il profeta Maometto sia asceso al cielo, lasciando anche la sua orma. Non si è parlato della moschea di Al Aqsa, che si trova sempre sulla Spianata, ma sul lato opposto rispetto alla Cupola della Roccia. Per i luoghi ebraici, ci sarà invece la sosta al Muro del Pianto e l’incontro con i rabbini in quello che è stato il centro del Gran Rabbinato di Israele, a Gerusalemme ovest.

Nessuna tappa a Gaza, invece, per il Pontefice. Da quello che ha riferito monsignor Franco, il negoziato con le autorità israeliane si è concentrato sui permessi ai cristiani di partecipare alle Messe che il Papa officerà a Nazaret, dove si prevedono tra i 40 e i 50 mila fedeli, e a Betlemme, dove affluiranno anche i cento cristiani di Gaza a cui verrà dato il permesso di lasciare la Striscia per il pellegrinaggio di Benedetto XVI. Due pullman, questo l’accordo raggiunto per i fedeli di Gaza. È già in moto la macchina organizzativa per la messa a Nazaret, dove si attende la maggior affluenza della comunità palestinese di fede cristiana in Israele, concentrata in gran parte proprio in Galilea.

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