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Le strade del conflitto

21/09/2007  |  Milano
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Si avvicina la scadenza della Conferenza di pace prevista a Washington per metà novembre e aumentano i dubbi sui risultati concreti che potranno venire da questo appuntamento. Ma - quando si parla di ritiro israeliano dalla Cisgiordania - qual è la vera posta in gioco? Più di tante parole lo mostra la sequenza fotografica che rilanciamo oggi, tratta dal sito vicino al movimento dei coloni Arutz Sheva. Questa infrastruttura, con le sue corsie, i suoi tunnel, le migliaia di shekel investiti - conclude il sito dei coloni - è ciò che con il ritiro dai Territori Olmert vorrebbe abbandonare. Fotografia corretta di quarant'anni di contraddizioni. E di quanto diventi più difficile ogni giorno che passa risolvere questo gigantesco rompicapo.


Si avvicina la scadenza della Conferenza di pace prevista a Washington per metà novembre e aumentano i dubbi sui risultati concreti che potranno venire da questo appuntamento. Al di là delle dichiarazioni ufficiali del segretario di Stato americano Condoleezza Rice, che in queste ore ha fatto la spola tra Gerusalemme e Ramallah, è sempre più chiara la differenza di aspettative: Abu Mazen ha un bisogno vitale di portare a casa da Washington risultati concreti sullo Stato palestinese; Ehud Olmert non sembra invece poter permettersi di andare oltre qualche dichiarazione di principio.

Ma – quando si parla di ritiro israeliano dalla Cisgiordania – qual è la vera posta in gioco? Più di tante parole lo mostra la sequenza fotografica che rilanciamo oggi, tratta dal sito vicino al movimento dei coloni Arutz Sheva. Le foto mostrano una strada nuova, costruita per collegare l’insediamento di Tekoa a Gerusalemme. Si stratta di una delle ormai famose by-pass road, le strade accessibili ai coloni, ma non alle auto dei palestinesi che abitano nei Territori.

La sequenza fotografica le mette a confronto con la vecchia strada che – fino ad ora – anche i coloni di Tekoa dovevano percorrere per andare a Gerusalemme, rischiando di essere presi a sassate. Ma quella vecchia strada sgangherata in realtà è la Road 60, quella che era la strada più importante della Cisgiordania: attraversava infatti Jenin, Nablus, Ramallah, Gerusalemme ed Hebron, tutti i principali centri palestinesi. Bene – dice Arutz Sheva – con la nuova strada non bisognerà più percorrere Road 60 e da Tekoa a Gerusalemme si andrà in 10 minuti anziché un’ora. Questa infrastruttura, con le sue corsie, i suoi tunnel, le migliaia di shekel investiti – conclude il sito dei coloni – è ciò che con il ritiro dai Territori Olmert vorrebbe abbandonare. Fotografia corretta di quarant’anni di contraddizioni. E di quanto diventi più difficile ogni giorno che passa risolvere questo gigantesco rompicapo.

Clicca qui per vedere la sequenza fotografica di Arutz Sheva

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Ernesto Borghi

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