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Esponente dell’opposizione: «Un’ondata islamista è impossibile in Siria»

Edward Pentin
6 marzo 2012
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Esponente dell’opposizione: «Un’ondata islamista è impossibile in Siria»
Haytham Manna.

Nei giorni scorsi a Roma, a margine di un convegno della Comunità di Sant’Egidio, Terrasanta.net ha incontrato Haytham Manna, portavoce all’estero del Comitato nazionale di coordinamento per i cambiamenti democratici in Siria. Manna si è soffermato sulla situazione nella città di Homs, sulle preoccupazioni dei cristiani e sul futuro della democrazia nel Paese.


(Roma) – Nei giorni scorsi a Roma, a margine di un convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, Terrasanta.net ha incontrato Haytham Manna, portavoce all’estero del Comitato nazionale di coordinamento per i cambiamenti democratici in Siria e della Commissione araba per il diritti umani. Manna si è soffermato sulla situazione nella città di Homs, sulle preoccupazioni dei cristiani e sul futuro della democrazia nel Paese.

Che informazioni ha sugli avvenimenti in corso ad Homs, che è sotto continui attacchi ormai da un mese?
Una parte della città è devastata. In quell’area vivono 28 mila persone rimaste senz’acqua, elettricità, cibo e accesso a Internet. È una popolazione non più in grado di soddisfare i propri bisogni fondamentali e che cerca in ogni modo di resistere e sopravvivere. Ci sono altre sfide da fronteggiare: se ti trovi in una zona sotto assedio può capitare che le strutture sanitarie siano in un luogo, i farmaci in un altro e il personale medico in un altro ancora. Mettere insieme queste tre risorse risulta impossibile perché (le forze governative) non consentono neppure una tregua di due ore al giorno, un cessate il fuoco per ragioni umanitarie.

Qualche ecclesiastico in Siria ha espresso simpatia per il regime di Assad, per timore delle alternative possibili e al fine di scongiurare un giro di vite sulle minoranze religiose come quello avvenuto in Iraq. Cosa ne pensa?
Alla rivoluzione in corso non partecipano tutti, ma i suoi esiti riguarderanno ogni componente sociale. Forse, ma non ne sono certo, la percentuale dei cristiani che prendono parte alle rivolte è inferiore alla loro rappresentanza nella società. Ma questo significa poco perché molti gruppi, some i sunniti di Aleppo ad esempio, che sono la più consistente comunità sunnita della Siria, non hanno partecipato affatto. Alcuni di loro finanziano gli Shabeeha, criminali ingaggiati per reprimere l’opposizione. Per questa ragione è meglio non limitarsi a considerare le prese di posizione del clero o di due o tre altre persone per farsi un’idea della linea della Chiesa. La situazione in Siria è alquanto complessa.

Il patriarca siro-cattolico, Ignace Joseph III Younan, giorni fa ha detto a Radio Vaticana che la democrazia richiede molti anni e non può imporsi in un breve arco di tempo…
Non mi piace polemizzare con le organizzazioni o minoranze religiose in Siria, perché capisco bene quanto sia difficile per loro prendere posizione oggi nel Paese. Tuttavia sanno, perché glielo abbiamo spiegato, che esiste un documento sulla dignità dei diritti sottoscritto da siriani cristiani, alauiti, sunniti. È un testo importante quanto la Costituzione e offre protezione e garanzie a tutte le minoranze siriane. Questa è la cosa più importante. Ora se chiedi a qualcuno cosa ne pensi dell’organismo di coordinamento nazionale ti risponde: «Quella gente non ci piace, non è molto popolare», ma credo che tutte queste prese di posizione verranno ben presto dimenticate.

Ritiene che l’era Assad sia ormai finite o il presidente può ancora essere riabilitato?
Il vecchio regime è ormai morto e sarà sostituito da un altro. Vedremo qualcosa di nuovo, non semplicemente un governo laico, ma una soluzione pragmatica sullo stampo del modello inglese o francese.

Quanto è reale il pericolo dell’islamismo?
Non costituisce un vero pericolo, perché in Siria abbiamo una struttura in grado di difendersi. Si calcola che tra i sunniti soltanto una fascia tra il 20 e il 40 per cento sia su posizioni islamiste, quindi è impossibile (che prendano il controllo). Gli altri non hanno nessuno in grado di spingerli su posizioni radicali.

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