Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

C’è accordo: stop allo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi

Terrasanta.net
15 maggio 2012
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
C’è accordo: stop allo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi

I quasi duemila detenuti palestinesi nelle carceri israeliane che avevano proclamato la «battaglia degli stomaci vuoti» hanno accettato l'accordo raggiunto ieri mattina al Cairo, grazie alla mediazione egiziana. Dovranno rinunciare a ogni «attività terroristica» in carcere. Miglioreranno le condizioni di detenzione.


(Milano/g.s.) – Dovranno riprendere ad alimentarsi entro 72 ore da ieri sera e rinunciare a svolgere qualsiasi attività di reclutamento o di propaganda del terrorismo anti-israeliano tra i loro compagni in carcere. In cambio ottengono la fine del regime di isolamento, la possibilità di ricevere visite anche dai familiari più stretti che risiedono nella Striscia di Gaza, e la revoca delle restrizioni imposte da alcuni anni ai prigionieri palestinesi come ritorsione per il rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit (durato dal 25 giugno 2006 al 18 ottobre 2011).

Sono i termini dell’accordo raggiunto ieri mattina al Cairo, grazie ai buoni uffici dei mediatori egiziani, tra una variegata delegazione palestinese e gli emissari israeliani dell’Agenzia per la sicurezza e dell’amministrazione penitenziaria. Sempre ieri, in serata, il documento è stato accettato dai quasi duemila detenuti palestinesi in sciopero della fame, che così hanno posto fine alla loro «battaglia degli stomaci vuoti».

La decisione è stata condivisa anche dai cinque uomini incarcerati in detenzione amministrativa (e cioè senza accuse formali) – Thaer Halahla, Bilal Diab, Jaafar Izz Addin, Omar Shalal e Hasan Safadi – che avevano iniziato questa estrema forma di protesta per primi (Halahla e Diab rifiutavano il cibo da 77 giorni). I cinque hanno ottenuto l’assicurazione che saranno rimessi in libertà allo scadere dei termini, di qui a poche settimane. Come già avvenne con Khader Adnan, le autorità israeliane si sono impegnate a non prorogare ulteriormente gli arresti (come potrebbero fare e hanno fatto molte volte nei casi di detenzione amministrativa).

I responsabili del sistema penitenziario israeliano ci hanno tenuto a sottolineare che durante tutta la durata dello sciopero della fame, i prigionieri coinvolti sono stati trattati in base agli standard internazionali e assistiti dal personale sanitario.

Oskar Schindler
Francesca Cosi, Alessandra Repossi

Oskar Schindler

Vita del nazista che salvò gli ebrei
Verso la verità della Chiesa
Ernesto Borghi

Verso la verità della Chiesa

Leggere gli Atti degli Apostoli oggi
«Tu sei quell’uomo» (2Sam 12,7)

«Tu sei quell’uomo» (2Sam 12,7)

La narrazione al servizio della formazione e dell'annuncio