Nel corso del Ventesimo secolo la Chiesa cattolica si è misurata e confrontata con numerose istanze «altre». Uno sguardo particolarmente profondo su questa tematica è fornito da La Chiesa e gli altri, una raccolta di saggi curata da Andrea Riccardi e suddivisa tematicamente in cinque parti dedicate ai rapporti del cattolicesimo con l'ebraismo, le altre denominazioni cristiane, le civiltà orientali, il mondo musulmano, il mondo laico.
Lungo il Novecento il concetto di «altro», rispetto alla Chiesa cattolica, è polivalente. Nello spettro del Ventesimo secolo, «altro» è, di volta in volta, l’ateo, il laico, il credente di una fede non cristiana (ebreo, musulmano, induista, buddista). «Altro» è anche il credente di una confessione non cattolica (protestante, ortodosso etc). Infine, certamente, «altro» è il seguace di un’ideologia (comunista o nazista, per esempio). Gran parte di questi interlocutori sopravvivono nel secolo corrente, costituendo le diverse identità operanti nel mondo attuale, e obbligano la Chiesa a un confronto con essi che continuamente viene ridisegnato secondo un’evoluzione sancita dai documenti della Santa Sede e incarnata nell’iniziativa dei singoli uomini di Chiesa. Uno sguardo particolarmente profondo su questa tematica è fornito da La Chiesa e gli altri, una raccolta di saggi curata da Andrea Riccardi e suddivisa tematicamente in cinque parti («Cattolicesimo ed ebraismo», «Cattolicesimo e "cristianesimi"», «Cattolicesimo e civiltà orientali», «Cattolicesimo e mondo musulmano», «Cattolicesimo e laicità»).
Sebbene questa ripartizione tenda a coprire nominalmente gran parte delle problematiche inerenti al dialogo della Chiesa con tutte le maggiori strutture religiose e di pensiero presenti sul Globo, non sembra sbagliato riconoscere nella raccolta di Riccardi un punto di riferimento nei contributi relativi direttamente o indirettamente al Medio Oriente. Se infatti la prima sezione valuta il difficile cammino dottrinale del cattolicesimo sfociato nel Concilio Vaticano II rispetto ad Israele e alla recezione della Shoah, risulta chiaro che i pronunciamenti sull’ebraismo e sugli ebrei da parte del Vaticano hanno avuto come spettatori interessati, specie negli ultimi decenni, proprio i leader islamici vicini di casa dell’Israele politico.
Ugualmente, il dialogo tra le istituzioni ecclesiastiche cattoliche e le cariche politiche musulmane, che ha avuto molto spesso carattere politico più che teologico, non ha mai potuto discostarsi, almeno implicitamente, dalla presenza (e dal riconoscimento) dello Stato di Israele. Notevole anche il contributo di Gianni Valente dove si abbozza un paragone tra i militanti dell’Action Française (movimento nazionalista e cattolico della Francia tra le due guerre, ma dalle radici e dai fondatori atei) e i neoconservatori statunitensi: in questione c’è, oltre all’analisi della strana variante degli atei cosiddetti «devoti», l’approccio alla tematica del cosiddetto «conflitto di civiltà», contraria alle scelte della Chiesa, inadeguata alla grande molteplicità di fattori che sempre traspare da un dialogo autentico tra identità diverse. E controcorrente rispetto a una pressione mediatica che tende a dividere il mondo in schieramenti contrapposti si pone in generale questo volume, che ha accolto in pieno la sfida della complessità di una Chiesa, depositaria della verità, a cui non è tolta la fatica di cercare la sua via missionaria attraverso errori, correzioni, esitazioni e intuizioni che anticipano i tempi.