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Hippos nella Decapoli, centro per il battesimo dei primi cristiani

Cécile Lemoine
3 febbraio 2023
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Hippos nella Decapoli, centro per il battesimo dei primi cristiani
La cattedrale di Hippos-Sussita al termine degli scavi. Il pavimento in opus sectile bianco e rosso è a vista, lungo la navata meridionale. (foto Michael Eisenberg)

Una serie di campagne di scavo non lasciano spazio a dubbi: Hippos-Sussita è stata una delle principali città cristiane in epoca bizantina e il battesimo vi aveva un posto del tutto speciale.


Una cattedrale ricca di colori… e di misteri. Il rinvenimento di un pavimento a scacchiera, di marmi rossi e bianchi, avvenuto durante la campagna di scavi all’inizio del 2022, ha completato l’immagine raffinata di un edificio le cui colonne, in marmo pregiato nelle tonalità rosa, verde e grigio, testimoniavano una ricchezza pari all’influenza che la città di Hippos-Sussita aveva in epoca bizantina (IV-VI secolo d.C.).

Ma un’altra struttura, attigua alla cattedrale, pone interrogativi gli archeologi. Si tratta di una cappella, di dimensioni sorprendentemente grandi e dotata di tre absidi, di cui la principale ha conservato la traccia di un tubo di piombo che portava l’acqua verso i fonti battesimali. «Con 18 metri di lunghezza e 13 metri di larghezza, questo è il più grande luogo dedicato al battesimo rinvenuto in Israele», spiega Michael Eisenberg che da 23 anni dirige gli scavi sul luogo.

Ricostruzione a colori dell’interno della cattedrale, realizzata da Yannis Nakas. (foto Hippos Excavations)

Non chiamatelo battistero, ma fotisterio: «Abbiamo trovato un’iscrizione greca che cita un fotisterio (φωτιστήριον) – racconta l’archeologo –. Letteralmente “luogo dell’illuminazione”. È più di un battistero, il “luogo dell’immersione”. Il significato è più profondo, connesso a Gesù, e le funzionalità del contesto possono essere più numerose. Ma l’idea è che con il battesimo si accede alla luce». Questo fotisterio non è il primo trovato nella regione; Michael Eisenberg sottolinea che la parola greca è stata spesso tradotta erroneamente con «battistero».

Immersione o affusione

Nella banca dati delle iscrizioni greche del Packard Humanities Institute (Los Altos, Usa), infatti, si trovano ad oggi undici chiari esempi della parola phōtistērion, rinvenuti in Galilea, Siria e Giordania in siti risalenti al V-VII secolo, a fronte di due sole menzioni di baptisteria. Il fotisterio più vicino si trova a Kursi, nelle rovine di un’altra chiesa bizantina, a nord del territorio di Hippos.

>>> Leggi anche: A Hippos c’è un’altra «moltiplicazione dei pani»

«I bacini in queste stanze non erano abbastanza grandi perché un individuo, eccetto i bambini piccoli, potesse essere immerso nell’acqua – spiega Michael Peppard, dottore in Storia del cristianesimo alla Fordham University di New York e autore nel 2020 di un articolo dedicato al fotisterio –. È molto probabile che i fedeli che si trovavano in queste stanze venissero “battezzati” non per immersione, ma per affusione, cioè versando acqua sul capo e sul corpo. Forse è per questo che queste stanze non erano chiamate battisteri». Una teoria che non vale per Hippos, dove i fonti battesimali sono abbastanza grandi.

Il più pesante reliquiario portatile in marmo conosciuto in Israele, trovato nella cappella laterale della cattedrale di Hippos (foto Michael Eisenberg)

«Hippos era la principale città cristiana della provincia di Palestina Secunda e la più importante intorno al lago di Tiberiade. Controllava un vasto territorio e, di conseguenza, il suo vescovo doveva essere una persona influente. Si ritiene che avesse il monopolio del rito del battesimo nella sua chiesa», spiega Michael Eisenberg. Tale ipotesi si basa sull’assenza di fonti battesimali nelle altre cinque chiese scavate della città (sulle sette conosciute da Hippos).

Importante luogo di pellegrinaggio

La costruzione di questa cattedrale, avvenuta in tempi celeri rispetto alla storia del cristianesimo (e probabilmente prima del 590, secondo gli ultimi scavi), e l’importanza che assunse Hippos per i primi cristiani, non smettono di interrogare gli archeologi.

Mentre molte città intorno al lago di Tiberiade sono associate al ministero di Cristo, nei testi biblici non si fa mai menzione di Hippos. Fiorente città della Decapoli, era, al tempo di Gesù, dotata di tutti gli elementi della città greco-romana: terme, basilica, foro, necropoli, odeon, santuario dedicato al dio Pan… Hippos è dunque profondamente «pagana», secondo il termine usato nei Vangeli.

Una veduta aerea del parco nazionale di Sussita e degli antichi resti di Hippos. (foto Michael Eisenberg)

Questi però riferiscono che durante il suo ministero intorno al lago di Tiberiade, Gesù si recò più volte sulle sue sponde orientali, proprio in terre pagane, per predicarvi in ​​pubblico. Michael Eisenberg ne difende i probabili legami con episodi del Nuovo Testamento: il miracolo dei maiali (Vangeli di Matteo 8, Marco 5, Luca 8) tradizionalmente è associato alle città di Kursi o Ghadara, ovvero questa «città in cima a una collina», menzionata nel «discorso della montagna» (Mt 5,14).

Il sito e la strada che vi conduce sono attualmente in fase di sistemazione per l’apertura al pubblico tra pochi mesi. Michael Einsenberg ne è convinto: «Hippos ha il potenziale per diventare un importante luogo turistico e di pellegrinaggio intorno a Tiberiade».


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