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Giordania, la città di As-Salt patrimonio dell’umanità

Cécile Lemoine
2 agosto 2021
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Giordania, la città di As-Salt patrimonio dell’umanità
Una partita di mancala nelle strade di As-Salt, 2018. (foto Rami Daher /Turath Architecture and Urban Design Consultants)

Luogo di convivenza tra cristiani e musulmani, la città giordana di As-Salt è entrata il 27 luglio scorso nella lista dei siti considerati patrimonio mondiale e protetti dall’Unesco.


L’Unesco definisce As-Salt come una «città della tolleranza e di ospitalità urbana». La località, situata a nord-ovest di Amman, la capitale giordana, è entrata a far parte della lista dei siti patrimonio dell’umanità dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, al termine della 44.ma sessione del Comitato del patrimonio mondiale che si è tenuta (virtualmente) in Cina dal 16 al 31 luglio scorso.

Un riconoscimento atteso e celebrato in un Paese noto per il clima di convivenza e stabilità politica. «As-Salt è a immagine della Giordania: c’è un’armonia innata tra gli abitanti, in particolare tra musulmani e cristiani, come testimoniano le tante persone che hanno vissuto a Salt in passato», si rallegra padre Rifaat Bader, direttore del Centro cattolico per gli studi e i media in Giordania, che da tempo lavora per inserire la città nella lista dell’Unesco.

Solidarietà e tolleranza

Conosciuta nell’antichità come Gadara, As-Salt prese il nome attuale nel Medioevo. Costruita su tre colline dell’altopiano di Balqa, nella Giordania centro-occidentale, la città si trova sull’antica via commerciale che collega Gerusalemme e Amman e ha una popolazione di 97mila abitanti. Conobbe uno sviluppo significativo negli anni 1860-1920, quando mercanti di Nablus, della Siria e del Libano fecero qui fortuna nel commercio, nelle banche e nell’agricoltura. A loro si unirono quindi artigiani provenienti da tutta la regione, attratti dalle crescenti opportunità.

In ogni momento As-Salt ha dato il benvenuto a mercanti e visitatori. «Si sono formate mafadas (pensioni) e diwans (circoli intellettuali) che, da un lato, hanno riunito musulmani e cristiani e, dall’altro, hanno accolto delegazioni straniere. Questa ospitalità urbana è alla base della notorietà della città», spiega padre Bader. Un’altra particolarità della città è il suo sistema di protezione sociale, chiamato al-takaful al-ijtimai o «mutua responsabilità sociale».

Una veduta aerea di As-Salt, 2018. (foto Rami Daher /Turath Architecture and Urban Design Consultants)

La più antica parrocchia del Patriarcato latino in Giordania

Da modesto comune rurale, As-Salt si sta trasformando in una città prospera, attraente e inclusiva. «La solidarietà sociale tra famiglie e visitatori di As-Salt, così come l’assenza di quartieri separati su base religiosa, è una delle caratteristiche della città», sottolinea sulla stampa locale Nayef Al-Fayez, ministro giordano del Turismo e delle Antichità.

Musulmani e cristiani vivono negli stessi quartieri, fatti di grandi edifici pubblici e belle case familiari, costruite in pietra calcarea locale dalle tinte gialle. Ancora oggi il centro storico della città è costituito da una commistione di stili Liberty e neocoloniali, uniti alle tradizioni locali. «Questi aspetti materiali e immateriali nascono dalla fusione delle tradizioni contadine e delle pratiche dei mercanti e commercianti della classe media», sintetizza il sito dell’Unesco.

As-Salt è anche sede della prima parrocchia in Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, fondata nel 1866 dal patriarca Vincenzo Bracco. La città si unisce ad altri cinque siti giordani nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco: Petra, Qusayr Amra, Umm al-Rasas, l’area del Wadi Rum e il sito del Battesimo (al-Maghtas).

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