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Oman, stop alla caccia ai meteoriti

Laura Silvia Battaglia
14 luglio 2021
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Setacciare il deserto dell’Oman, particolarmente ricco di reperti geologici provenienti dallo Spazio, e contrabbandare meteoriti è diventato illegale nel sultanato. Il caso del «cacciatore» Mike Farmer.


Dopo che in Yemen si è compreso che i tombaroli si stanno portando via tutta la storia antica del Paese, tocca all’Oman scoprire la vendita di migliaia di meteoriti di «sua» appartenenza tramite siti web commerciali e aste online. Il sultanato vanta più meteoriti di qualsiasi altra parte del mondo (il 4,8 per cento del totale che cade sulla terra) se si esclude l’Antartide, con il vantaggio che trovarli e raccoglierli è infinitamente più semplice. La maggior parte di questi meteoriti è stata scoperta nei due governatorati del Dhofar e di al-Wusta, che sono fiancheggiati dal deserto del Rub’ al Khali a Ovest, dalle coste rocciose del Mare Arabico a Est e dalle pianure alluvionali che si trovano prima dei monti al-Hajar a Nord. In genere si tratta di meteoriti di piccole e medie proporzioni (da un grammo a decine di chili), ma le pietre che sono state trovate nel sultanato, secondo il ministero dell’Informazione locale, hanno raggiunto fino a 200 chilogrammi di peso. Non è solo una questione qualitativa ma anche quantitativa. Tra il 1999 e il 2004 è stato trovato un totale di 1.439 meteoriti, secondo lo studio del 2006 intitolato Omani Meteorites, a firma del professor Edwin Gnos e del dottor Beda Hoffman dell’Università di Berna in Svizzera. Nel frattempo, il ministero del Patrimonio e del Turismo dell’Oman, responsabile della conservazione del patrimonio geologico nel Paese, calcola che il numero totale di frammenti di meteorite nel sultanato sia di circa 5mila. Ma una buona parte è scomparsa.

Il professor Ahmed Al-Rawas, preside del College of Science presso la Sultan Qaboos University, afferma che il continuo contrabbando di meteoriti dal sultanato dell’Oman sta esaurendo queste rare riserve geologiche e spiega che dal 1999 gruppi di cacciatori di meteoriti, alcuni dilettanti e altri geologi esperti, hanno visitato l’Oman alla ricerca di questi rari tesori. L’area principale su cui si sono concentrati è il governatorato di al-Wusta dal quale è stato trafugato circa l’85 per cento dei rari frammenti spaziali. I cacciatori di meteoriti, secondo Mohammed Hilal Al Kindi, direttore del locale Centro di consulenza per le scienze della Terra, provengono principalmente dalla Russia e dagli Stati Uniti e si sono riversati in Oman a partire dala pubblicazione dell’84esimo numero del Meteoritical Bulletin nell’agosto 2000, contenente un rapporto su 39 meteoriti scoperti in Oman durante gli anni 1999 e 2000. Tuttavia, se si volesse avere una retrospettiva storica di questa spoliazione, bisogna risalire alla metà del XIX secolo, quando i geologi britannici dipendenti delle compagnie petrolifere in Oman, trovata una serie di importanti frammenti di meteorite, li trasportarono a Londra. Uno dei cacciatori di meteoriti più noti è Mike Farmer, un americano interessato alla geologia, che ha visitato l’Oman fino alla fine del 2011 per cercare meteoriti nella regione del Dhofar. Farmer era riuscito a raccogliere tanti meteoriti lunari dal deserto del Sud dell’Oman, ma alla fine è stato arrestato e incarcerato per due mesi: tutto quello che aveva raccolto è stato confiscato e Farmer è stato espulso dal Paese.

Il ministero del Patrimonio e del Turismo dell’Oman ha, infatti, riconosciuto che il contrabbando di meteoriti è un reato, tanto più che i «cacciatori» entrano nel Paese con visti turistici e operano con molta pianificazione. Fino a oggi i cacciatori di meteoriti avevano beneficiato della mancanza di legislazione sul tema, ma adesso si sono trovati con le mani legate. L’Assemblea consultiva omanita è stata allertata di questa lacuna giuridica e nel 2019 è stato approvato un decreto del sultanato che considera i frammenti di meteorite come patrimonio culturale mobile. Successivamente il ministero del Patrimonio e del Turismo ha riconosciuto il reato di contrabbando di meteoriti e ha demandato l’azione finale alla magistratura omanita, ritenendo che queste misure possano funzionare da deterrente per i ladri-geologi. Ad oggi, secondo la legge, chiunque venga sorpreso in possesso di beni culturali presi illegalmente dovrà affrontare una pena detentiva da uno a tre mesi e una multa tra i 500 rial omaniti (pari a 1.095 euro) e i 10 mila rial (21.900 euro). Cosa non si fa per un pugno di pietre (preziose).

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