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Laici e religiosi si scontrano sul pane lievitato

Christophe Lafontaine
27 gennaio 2021
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Laici e religiosi si scontrano sul pane lievitato

In Israele la Corte Suprema ha stabilito che gli ospedali non possono vietare l’introduzione nei reparti di pane lievitato (hametz) nei giorni della Pasqua ebraica. Scontento fra gli ebrei religiosi e soddisfazione per i laici e non ebrei del Paese. Solo il prossimo parlamento potrebbe intervenire.


Lo Stato può mettere il naso nel piatto della gente? «Un governo sano di mente non decide che cosa è lecito mangiare per i suoi cittadini», osserva Yair Lapid, il leader di Yesh Atid, partito israeliano laico e di centro. Il suo è un commento al progetto di alcuni deputati ebrei ultraortodossi che intendono proporre una legge che vieta il pane lievitato, hametz in ebraico, negli ospedali durante le festività della Pasqua ebraica. Secondo le norme religiose giudaiche, il possesso e il consumo di hametz, a base di grano, orzo, segale, avena, farro, e di qualsiasi pane lievitato, è totalmente proibito durante i sette giorni della Pasqua. Questo per commemorare la fretta con cui il popolo ebraico dovette lasciare l’Egitto. In quella circostanza, come riporta il libro dell’Esodo, Dio chiese agli israeliti di mangiare pane azzimo.

Il progetto legislativo degli ultraortodossi arriva dopo che la presidente della Corte Suprema israeliana, Esther Hayut, il 10 gennaio ha definitivamente respinto la richiesta del Gran Rabbinato di tenere una nuova udienza con una giuria allargata per deliberare sull’ammissibilità, o meno, di hametz negli ospedali durante la Pasqua ebraica. Lo scorso aprile, infatti, l’Alta Corte aveva stabilito che gli ospedali, dove sono presenti persone di diversi credi e provenienze, non potevano vietare ai pazienti e ai visitatori di portare cibi non kosher. In altre parole, gli ospedali, secondo la Corte Suprema, non possono ordinare al loro personale di sorveglianza di controllare chi entra nei reparti durante le feste pasquali per vedere se porta con sé cibo non kosher. I giudici hanno ritenuto che il divieto «violerebbe i diritti fondamentali di autonomia individuale, libertà di religione, dignità dei pazienti, nonché il loro diritto all’autodeterminazione e all’esercizio delle proprie scelte e preferenze». Questa decisione rispondeva a una petizione del Centro giuridico Adalah per i diritti della minoranza araba e del Forum laico, un gruppo che mira a preservare una cultura laica in Israele.

Dalla Corte suprema alla Knesset

Di fronte a questo pronunciamento, il Gran Rabbinato non ha nascosto grande amarezza e irritazione, convinto com’è che tale decisione non tenga sufficientemente conto della maggioranza dei cittadini dello Stato di Israele, che si astengono – anche quelli che non sono strettamente osservanti – dal consumare, o anche solo entrare in contatto, con hametz a Pasqua. In ballo ci sarebbe il carattere ebraico dello Stato.

La decisione della Corte suprema israeliana rende la sentenza definitiva per quanto riguarda i tribunali e può essere modificata solo per via legislativa dall’assemblea parlamentare, la Knesset. Il Gran Rabbinato ha perciò chiesto a tutti i deputati che hanno a cuore la Torah e la tradizione ebraica di mobilitarsi. Così il partito religioso ultraortodosso Giudaismo unito nella Torah si è messo al lavoro perché sia approvata una nuova legge che vieti di portare il pane negli ospedali; sosterrà inoltre un disegno di legge sulla prevalenza delle leggi della Knesset sulle decisioni della Corte suprema. Dato che la Knesset è stata sciolta il 23 dicembre, è molto probabile che si dovrà attendere l’elezione del nuovo parlamento il 23 marzo, solo qualche giorno prima della festa di Pasqua di quest’anno.

Da parte sua, il ministro dell’Interno Arye Deri, del partito Shas, altra formazione politica ultraortodossa, ha affermato che «è impossibile che in uno Stato ebraico gli ospedali siano obbligati ad accettare al loro interno hametz durante la Pasqua». E ha aggiunto che chiederà l’adozione di norme che diano agli ospedali libertà di decidere. Il centrista Yair Lapid ha ribattuto che il suo partito non permetterà alcuna coercizione religiosa nella legislazione.

Un «precedente legale»

Il leader della formazione di sinistra Meretz, Tamar Zandberg, ha bene accolto la decisione della Corte. «Non è compito dello Stato mettere il naso nel piatto della gente – ha detto –, e non ci sono basi per controlli di polizia su hametz in Israele, certamente non negli ospedali». Ha aggiunto che chiunque osservi la casherut (le regole alimentari della religione ebraica – ndr) ha il diritto di farlo, ovviamente, ma non ha il diritto di imporre la sua condotta anche agli altri.

Secondo il Forum laico, la decisione «costituisce un precedente legale e renderà possibile la lotta per la laicità in altri ambiti della vita pubblica». Per l’avvocato Aviad Hacohen, rappresentante del Gran Rabbinato, invece, la decisione causerà «attriti e tensioni inutili negli ospedali». Il Gran Rabbinato, intanto, teme che le persone che osservano la casherut si rifiutino di essere ricoverate, soprattutto in questo periodo di pandemia, mettendo a rischio la propria salute.

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