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«La nascita di Gesù, dono perpetuo a tutta la creazione»

Terrasanta.net
23 dicembre 2020
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«La nascita di Gesù, dono perpetuo a tutta la creazione»
Betlemme, 5 dicembre, l'accensione dell'albero di Natale presso la basilica della Natività. Quest'anno il tradizionale momento di festa ha avuto un pubblico molto ridotto. (foto Wisam Hashlamoun/Flash90)

In tempi eccezionali di pandemia, crisi e ingiustizie, il dono dell’Incarnazione di Dio è la nostra salvezza e speranza, perché ci dice che non siamo soli: è il messaggio dei leader delle Chiese cristiane di Terra Santa per le celebrazioni di Natale 2020.


Nel loro messaggio di Natale, i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme, ricordano che «questo trascendente e santissimo Dono al mondo è la nostra salvezza e la nostra speranza, perché ci dice che non siamo soli. La presenza di Dio con noi in tutte le circostanze è fonte di incoraggiamento e sostegno, specialmente in questi tempi eccezionali di pandemia, di crisi economica, di ingiustizie e violenza crescente contro i più deboli e vulnerabili».

I responsabili delle Chiese cristiane in Terra Santa esprimono perciò solidarietà a tutte le persone che nel mondo sono state colpite dalla pandemia e dalle sue innumerevoli implicazioni, in particolare alla gente di Betlemme e dell’area circostante. Pregano che l’imminente vaccinazione contro il Covid-19 possa segnare un ritorno alla normalità.

La memoria dell’Incarnazione del Verbo di Dio, «che ha abitato tra noi in forma umana per essere con noi», come ogni anno in Terra Santa acquista una dimensione particolare. Il tempo natalizio, infatti, non si limita alla festività di un giorno, ma, data la diversità dei calendari e delle liturgie, abbraccia un periodo che arriva a metà gennaio, quando gli armeni concludono le celebrazioni.

In questo forte segno di unità che è il messaggio di Natale, i patriarchi e i capi delle Chiese cattoliche, ortodosse e riformate osservano che la presenza delle comunità cristiane, insieme alle altre comunità di fede in Terra Santa, continua a essere una parte essenziale del mosaico sociale, culturale e religioso del Medio Oriente. «La recente profanazione della Chiesa dell’Agonia a Gerusalemme non ci scoraggerà dal continuare nella nostra pacifica missione e testimonianza di cristiani», aggiungono.

Qui il testo completo del messaggio.

Pizzaballa, guarito, presiederà la celebrazione di Natale

Il patriarca latino, monsignor Pierbattista Pizzaballa, risultato positivo al Covid-19, dopo avere adempiuto le restrizioni prescritte, il 22 dicembre ha ricevuto l’autorizzazione dal ministero della Salute israeliano a uscire dalla quarantena. Grato per le espressioni di solidarietà e le preghiere ricevute, sarà lui a presiedere le celebrazioni natalizie a Betlemme. Nel rispetto delle misure precauzionali anti Covid, quest’anno alla Messa natalizia di mezzanotte nella chiesa francescana di Santa Caterina, adiacente alla basilica della Natività, non ci sarà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

«Tutto è ridotto al minimo essenziale – scrive il patriarca latino di Gerusalemme nel suo messaggio personale per il Natale –. Non vi è nulla del clima di festa che solitamente caratterizza questo periodo: sono scomparsi i pellegrini, che portano a Betlemme da tutto il mondo la loro gioia per la nascita del Salvatore, e che portano anche il sorriso in tante famiglie».

«Gesù è venuto per capovolgere i nostri pensieri – aggiunge monsignor Pizzaballa nella sua riflessione –, per sorprendere le nostre aspettative, per scuotere la nostra esistenza… per risvegliarci dall’illusione che tutto è noto, tutto è sotto controllo, che lo sconforto è l’unica risposta logica alla triste realtà del nostro mondo. […] Lasciamoci guidare dallo Spirito, per riconoscere ancora una volta, nonostante tutto, nella verità della nostra realtà, il segno della Sua presenza».

Qui il testo completo del messaggio.

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