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800 anni in Terra Santa, alle fonti di un’esperienza

Giuseppe Caffulli
18 ottobre 2017
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800 anni in Terra Santa, alle fonti di un’esperienza
Negli spazi del convento di San Salvatore una riproduzione del ciclo giottesco della basilica di San Francesco ad Assisi.

A Gerusalemme nella terza giornata di celebrazioni per l'ottavo centenario della presenza dei Frati minori in Terra Santa vari stimoli hanno riportato alle origini del percorso francescano.


Lo splendido e ancora oggi sorprendente ciclo degli affreschi giotteschi della basilica superiore di Assisi, che non cessa di raccontare la vicenda umana del Poverello. Una lettura iconografica e archeologica dell’antico convento del Sion, cuore della presenza francescana in Terra Santa. Uno sguardo sui primi conventi francescani in Medio Oriente, in quelle terre d’Oltremare dove si recarono in missione i primi frati minori dopo il Capitolo di Pentecoste del 1217.

Sono stati questi gli «ingredienti» principali della terza giornata di celebrazioni per l’ottavo centenario della presenza francescana in Terra Santa. Ieri, gli storici Giuseppe Ligato e Filippo Sedda avevano offerto uno sguardo sulle origini dell’arrivo della fraternitas nella provincia ultramarina, con lo sbarco di frate Elia da Cortona e compagni nella roccaforte crociata di San Giovanni d’Acri. Nella mattinata di oggi, i temi principali sono stati appunto la lettura teologica e spirituale degli affreschi giotteschi e un approfondimento del convento del Sion e del vicino Cenacolo, luogo che ancora oggi considerato «casa madre» della fraternità francescana di Terra Santa.

Perché includere l’analisi di un ciclo pittorico nel contesto delle celebrazioni di Gerusalemme? Alla domanda ha risposto in maniera esauriente don Lorenzo Cappelletti della Pontificia Università Antonianum nel corso della sua relazione: «Una lettura teologico-spirituale del ciclo francescano può farne emergere anche il valore di fonte, per quanto tardiva, dell’esperienza autentica di Francesco».

La relazione di fra Eugenio Alliata, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, si è invece concentrata sui resti dell’antico convento del Sion. Un intervento giocato soprattutto sulle immagini e sulla «lettura» alla luce delle fonti storiche e letterarie di importanti reperti archeologici.

«I Frati minori – ha spiegato fra’ Eugenio – non hanno mai dimenticato il loro antico convento del Sion, situato accanto al Cenacolo. Qui hanno vissuto per quasi 220 anni, ma da oltre 460 non è più in mano loro. Altre persone o istituzioni ne decidono le sorti secondo la propria convenienza. Ciò nonostante lo stesso convento appare ancora oggi abbastanza ben conservato, soprattutto dopo i lavori condotti dagli israeliani negli ultimi vent’anni». Per una serie di complesse vicende storiche, il convento del Sion, sorto nel luogo del Cenacolo, oggi è sotto la giurisdizione del governo israeliano, benché la Custodia di Terra Santa ne rivendichi ancora la proprietà.

La relazione di fra Narcyz Klimas, docente presso lo Studio teologico gerosolimitano, ha offerto una visione puntuale della presenza dei frati nei primi secoli, un contributo importante per cogliere la diffusione dell’Ordine nei decenni costitutivi della Custodia di Terra Santa, ufficialmente eretta nel 1342.

La tre giorni si è conclusa nel pomeriggio con la celebrazione dei Vespri solenni, presso la chiesa di San Salvatore, presieduti dal padre Custode, fra’ Francesco Patton. A seguire per tutti i convenuti, il concerto di ringraziamento a cura dei musicisti dell’Istituto Magnificat, la scuola musicale della Custodia di Terra Santa.

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