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Da Gerusalemme a Milano, pensando all’Editto di Costantino

Terrasanta.net
3 settembre 2013
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Da Gerusalemme a Milano, pensando all’Editto di Costantino
Una delle sale del Museo archeologico di Milano.

Tra le molte iniziative che si susseguono nel capoluogo lombardo, e non solo, per celebrare i 1.700 anni dell’Editto di Costantino una in particolare ci sembra particolarmente interessante: la mostra Da Gerusalemme a Milano, inaugurata nel luglio scorso e che si protrarrà fino al giugno 2014 presso il Civico museo archeologico di Milano.


(Milano/g.c.) – Tra le molte iniziative che si susseguono nel capoluogo lombardo, e non solo, per celebrare i 1.700 anni dell’Editto di Costantino (segnaliamo tra l’altro anche il XIII Simposio intercristiano La vita dei cristiani e il potere civile, che si è tenuto dal 28 al 30 agosto in Università Cattolica organizzato dall’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia università Antonianum di Roma e dalla Facoltà di teologia dell’Università Aristotele di Salonicco) una in particolare ci sembra particolarmente interessante: la mostra Da Gerusalemme a Milano, inaugurata nel luglio scorso e che si protrarrà fino al giugno 2014 presso il Civico museo archeologico di Milano (corso Magenta, 15).

A differenza della mostra dedicata all’imperatore a Palazzo Reale (e fino a metà settembre al Colosseo a Roma), l’esposizione del Museo archeologico meneghino entra maggiormente nel contesto storico, politico e religioso in cui è nato il cristianesimo e le correnti filosofiche e religiose che interagirono con il suo progressivo affermarsi tra il I e il IV secolo d.C. nonché i complessi rapporti tra la Chiesa e il potere imperiale.

Accompagnata da un ricco apparato didattico, articolato in diverse sezioni (La Giudea al volgere dell’era cristiana; Il Cristianesimo e le filosofie classiche; L’Egitto tra antichi e nuovi dèi; I culti misterici; I Cristiani e l’Impero, Le origini del Cristianesimo a Milano), la mostra offre al visitatore numerosi reperti frutto dagli scavi condotti negli anni Sessanta del secolo scorso in Israele da Antonio Frova e Maria Teresa Fortuna.

Tra i materiali spiccano, oltre ai balsamari vitrei rinvenuti nelle tombe di Acco, che attestano il passaggio alla tecnica di soffiatura, scoperta proprio nella zona verso la fine del I secolo a.C., il calco della famosa epigrafe di Ponzio Pilato, unica attestazione diretta e coeva del prefetto noto dai Vangeli, rinvenuta nel teatro di Cesarea, e un tesoretto aureo, composto da gioielli e croci d’oro, sempre da Cesarea. I rapporti tra cristianesimo e potere imperiale sono illustrati attraverso una serie di monete di particolare pregio. La sezione dedicata ai culti misterici evidenzia le caratteristiche di questa forma di religiosità, che convisse per i primi secoli con il cristianesimo e con cui ebbe diversi punti di contatto, per poi scomparire a seguito dell’affermazione del cristianesimo. Le sezione dedicata alle origini del cristianesimo a Milano chiude idealmente l’esposizione all’interno della torre poligonale delle mura romane, dove gli affreschi del XIII secolo documentano la devozione verso i primi martiri milanesi.

Una mostra che merita senza dubbio di essere visitata, che ci aiuta a capire il contesto di pluralismo religioso dei primi secoli cristiani all’interno del quale si colloca l’opera di Costantino. Un solo rammarico: l’esposizione arriva quando la mostra di Palazzo Reale ha già chiuso i battenti, mentre avrebbe dovuto esserne la necessaria prolusione.

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