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In Egitto una Costituente alla deriva?

Terrasanta.net
2 aprile 2012
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In Egitto una Costituente alla deriva?
L'aula del Parlamento egiziano.

I copti ortodossi hanno deciso di far uscire i propri rappresentanti dall'Assemblea costituente, così come hanno già fatto anche liberali e sinistre. Il Consiglio generale della Chiesa copta avrebbe considerato «inutile la presenza di propri rappresentanti», alla luce dell'impronta che stanno dando ai lavori le componenti islamiste maggioritarie.


(Milano/c.g.) – I copti ortodossi, che sono circa il 10 per cento della popolazione egiziana, domenica primo aprile hanno deciso di far uscire i propri rappresentanti dall’Assemblea costituente che sta lavorando alla scrittura della nuova Costituzione del Paese. Secondo quanto riportato al Cairo dall’Agenzia d’informazione statale (poi ripresa dalla Reuters e numerosi altri media), il Consiglio generale della Chiesa copta avrebbe considerato «inutile la presenza di propri rappresentanti nella Costituente, alla luce dei giudizi espressi da forze politiche nazionali sul modo in cui l’assemblea è stata composta».

Il riferimento è probabilmente a quanto avvenuto già nei giorni scorsi, quando i rappresentanti dei partiti laici, liberali e di sinistra egiziani avevano deciso di abbandonare l’Assemblea costituente giudicando eccessiva l’impronta religiosa che i partiti islamisti moderati e radicali stavano imponendo ai contenuti della legge fondamentale dello Stato. In particolare la scelta di considerare la legge islamica come il fondamento della nuova Costituzione egiziana. Anche la Suprema Corte Costituzionale, secondo quanto riporta la Bbc, avrebbe deciso di ritirare la propria rappresentanza dall’Assemblea. Infine, l’università musulmana al-Azhar, una delle più autorevoli voci sunnite del panorama islamico mondiale, avrebbe protestato per non essere rappresentata in modo soddisfacente minacciando di non partecipare dai lavori.

Va ricordato che in Egitto la Costituzione vigente è stata sospesa nel febbraio 2011, quando l’esercito, prese il potere al posto del deposto presidente Hosni Mubarak. L’Assemblea costituente al lavoro in queste settimane è composta da cento membri, di cui 50 deputati dei due rami del Parlamento e 50 rappresentanti della società civile. Le rivolte egiziane del 2011 erano nate proprio dall’urgente bisogno da parte di molti egiziani di una maggiore libertà, dopo decenni di corruzione e dittatura; e le speranze riposte da molti in una nuova Costituzione sono grandi.

Tuttavia, la lunga lista di defezioni dall’Assemblea costituente da parte di forze politiche e sociali e dei rappresentanti della minoranza religiosa cristiana indica una spaccatura preoccupante tra le due anime dell’Egitto: quella maggioritaria musulmana e quella minoritaria laica e cristiana.

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Ernesto Borghi

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