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Palestina e Israele, demografia e confini

Giorgio Bernardelli
3 novembre 2011
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È stata la settimana del piccolo «sette miliardi», il neonato, o la neonata, la cui venuta al mondo ha fatto segnare per il pianeta Terra il superamento della soglia dei sette miliardi di abitanti. Si è parlato in lungo in largo di come la crescita demografica influirà sul futuro del mondo, ma se c’è un posto dove questo tema sarà decisivo nei prossimi anni è proprio il Medio Oriente. E lo spiegano molto bene i due articoli che rilanciamo questa settimana.


È stata la settimana del piccolo «sette miliardi», il neonato o la neonata la cui venuta al mondo ha fatto segnare per il pianeta Terra il superamento della soglia dei sette miliardi di abitanti. Si è parlato in lungo in largo di come la crescita demografica influirà sul futuro del mondo, ma se c’è un posto dove questo tema sarà decisivo nei prossimi anni è proprio il Medio Oriente. E lo spiegano molto bene i due articoli che rilanciamo questa settimana.

Il primo è preso dall’agenzia palestinese Maan e parla di Gaza come uno dei luoghi simbolo della crescita demografica. Continuiamo infatti tutti a citare infatti il dato del «milione e mezzo di abitanti rinchiusi in soli 360 chilometri quadrati». Ma il punto è che nel frattempo sono già diventati un milione e 700 mila. Sì, perché stando ai dati forniti dall’Unpf – l’agenzia dell’Onu sulla popolazione – il tasso di crescita della popolazione a Gaza è del 3,3 per cento annuo (contro l’1,4 per cento a livello mondiale). E il responsabile del Palestinian Central Bureau of Statistics sostiene che se continua così nel 2020 gli abitanti della Striscia avranno superato addirittura quota 2 milioni. Può darsi che il dato sia un po’ allarmistico, ma è evidente il fatto che l’effetto combinato di una crescita così sostenuta della popolazione e del blocco israeliano in corso ormai dal 2007 stanno innescando una miscela devastante. Tra l’altro l’articolo ci informa che oggi il 44 per cento della popolazione di Gaza ha meno di 14 anni: quindi è composta in gran parte da bambini e ragazzi.

Sono numeri che andrebbero tenuti particolarmente presenti in queste ore di nuovi scontri tra miliziani ed esercito israeliano intorno alla Striscia. Nell’ultima sua riunione il governo israeliano ha già dato all’esercito il via libera a un’operazione di terra a Gaza, se ce ne dovesse essere bisogno. Adesso Hamas e gli egiziani stanno cercando di frenare il Jihad islamico, responsabile di questa nuova fiammata di violenza. Ma il rischio di una nuova guerra a Gaza resta comunque dietro l’angolo. E purtroppo è qualcosa di terribilmente più concreto rispetto al riconoscimento della Palestina all’Unesco, di cui tanto si parla in queste ore.

Il tema demografico riscuote da tempo grande interesse anche in Israele. E un nome, in particolare, viene associato a questo genere di studi: quello di Sergio Della Pergola, il demografo di origine italiana che per primo a Gerusalemme ha posto con chiarezza la questione del mutamento degli equilibri demografici, che già oggi hanno portato gli ebrei a essere minoranza se si guarda all’intero territorio che va dal fiume Giordano al mar Mediterraneo. Proprio per queste sue considerazioni Della Pergola è stato uno degli ispiratori del ritiro dalla Striscia di Gaza voluto dall’allora primo ministro Ariel Sharon. Ora, però, in un nuovo libro intitolato Jewish Demographics Policies, lo studioso offre cinque ulteriori raccomandazioni alla politica: definire una volta per tutte i confini dello Stato di Israele; facilitare l’integrazione dei membri non ebrei che entrano nelle famiglie ebraiche con un approccio meno rigido alle conversioni; facilitare il ritorno in patria degli israeliani emigrati; garantire il diritto di voto agli israeliani che vivono solo temporaneamente all’estero; sostenere il terzo e quarto figlio nelle famiglie israeliane.

Molto interessante è la prima idea: definire i confini. Della Pergola è un ebreo sionista con tutti i crismi, non un sinistrorso filo-palestinese. Eppure la sua priorità oggi è definire i confini. Sta provando a spiegare – numeri alla mano – che se si continua con l’attuale politica folle che mina anche la possibilità futura dello Stato palestinese, alla fine sarà proprio Israele a perderci più di tutti.

Clicca qui per leggere l’articolo sulla crescita demografica a Gaza

Clicca qui per leggere la presentazione dell’ultimo libro di Sergio Della Pergola

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