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Minoranze intorno al Mediterraneo. Se ne parla col Cipmo a Torino

Terrasanta.net
5 aprile 2011
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Si è aperto ieri pomeriggio a Torino il convegno internazionale Minoranze etniche e religiose nel Mediterraneo, organizzato dal Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo). L'idea ispiratrice è di confrontare la situazione delle minoranze presenti nella sponda sud del Mediterraneo con le esperienze europee di confronto interetnico.


(Torino/c.t.) – Si è aperto ieri pomeriggio, 4 aprile, il convegno internazionale Minoranze etniche e religiose nel Mediterraneo organizzato a Torino (presso il Circolo dei Lettori, in via Bogino 9) dal Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo), sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica.

«L’idea ispiratrice è quella di confrontare la situazione delle minoranze presenti nella sponda sud del Mediterraneo con le esperienze europee di confronto interetnico – spiegano gli organizzatori – dando voce non solo a esponenti delle minoranze, ma anche delle maggioranze, onde garantire una riflessione articolata ed equilibrata».

Le relazioni di apertura hanno inquadrato il tema del convegno: Benedikt Harzl dell’Accademia europea di Bolzano e Strefano Dominioni del Consiglio d’Europa hanno illustrato la legislazione europea e internazionale sulla tutela delle minoranze; Tareq Oubrou, imam di Bordeaux e presidente dell’associazione degli imam di Francia, ha presentato il caso della propria comunità che cerca l’integrazione equilibrando razionalità, fede e cultura. Gianluca Solera ha offerto una testimonianza appassionata sull’integrazione possibile, per esempio tra musulmani e cristiani in Egitto.

Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha sottolineato i tratti identitari dei cristiani del Medio Oriente, ovvero il fatto di essere innanzitutto una minoranza, generalmente di buon livello culturale, chiamata ad essere anche oggi propositiva nella vita pubblica e professionale. «Purtroppo però i cristiani oggi scelgono sempre di più la via dell’emigrazione – ha osservato Pizzaballa – soprattutto coloro che hanno un buon livello culturale, quelli che potrebbero esser incisivi nella società.»

Gli eventi di questi tempi aprono anche per questi cristiani l’opportunità di una nuova partecipazione: il Custode ha infatti accennato alle attese dei cristiani del Medio Oriente dopo la cosiddetta «primavera araba», ovvero alla loro determinazione ad essere pienamente partecipi del processo di sviluppo dei Paesi arabi di cui fanno parte.

Nella giornata di martedì 5 aprile (a partire dalle ore 9,30) il Convegno prosegue con una serie di case studies. Per gli aspetti religiosi si prendono in esame i copti, i musulmani e gli ebrei in Europa, gli armeni, i cristiani in Medio Oriente. Per gli aspetti etnico linguistici, vengono presentati i curdi, gli arabi israeliani, i rom, i berberi, gli altoatesini di lingua tedesca.

Chiude i lavori Franco Cardini, professore di Storia medievale all’Università di Firenze.

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