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Byblos, porto del Libano da sette millenni

Chiara Tamagno
28 aprile 2010
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Byblos, porto del Libano da sette millenni
Uno scorcio della città libanese di Byblos.

Adagiata sulle sponde del Mediterraneo, a circa quaranta chilometri a nord di Beirut, sonnecchia l'antichissima Byblos, con i suoi settemila anni di storia. Si sono spenti ormai gli echi della guerra del Libano del 2006 e i turisti hanno ripreso a curiosare tra queste pietre millenarie che il tempo e la follia degli uomini hanno comunque risparmiato.


Adagiata sulle sponde del Mediterraneo, a circa quaranta chilometri a nord di Beirut, sonnecchia l’antichissima Byblos, con i suoi settemila anni di storia. Si sono spenti ormai gli echi della guerra del Libano del 2006 e i turisti hanno ripreso a curiosare tra queste pietre millenarie che il tempo e la follia degli uomini hanno comunque risparmiato. La città, oggi nota come Jbail, vanta un passato abitativo ininterrotto per millenni ed è stata dichiarata dall’Unesco «patrimonio dell’umanità».

Secondo lo storico Filone, Byblos fu fondata circa settemila anni fa dal dio El con il nome di Gubla o Gebal e successivamente i greci le diedero il nome di Byblos vista la sua importanza come centro commerciale del papiro (Byblos in greco).

Già in quell’epoca la natura del luogo doveva essere particolarmente attraente tanto da ispirare i miti più suggestivi: qui secondo un’antica tradizione sarebbe nato Adone, dalla corteccia di un albero, forse uno dei cedri del Libano, e qui sarebbe sbocciata la celebre storia d’amore tra il dio greco e la bella Afrodite…

Che Byblos fosse un sito strategico per le popolazioni che vi si insediarono è testimoniato dai resti archeologici: pare che dal 3000 a.C. Byblos abbia avuto uno sviluppo vertiginoso grazie al commercio innanzitutto egiziano. Risalgono a quest’epoca i resti di alcuni edifici del sito archeologico proteso sul mare: il tempio di Baalat Gebal (2800 a.C.), dedicato alla dea madre Baalat Gebal, in seguito assimilata alle varie Iside-Hathor, Afrodite… il tempio degli Obelischi, dedicato al dio fenicio Rashef e così denominato per i numerosi obelischi (una ventina) offerti al dio, ed il tempio ad «L», cosiddetto per la sua forma particolare.

Anche i romani lasciarono tracce significative a Byblos: grandi templi, l’anfiteatro sul mare, le terme e gli edifici pubblici di cui si possono ancora oggi ammirare i resti.

Se sotto la dominazione araba la città ebbe un periodo di stasi nella sua fioritura, si abbellì nuovamente con i crociati, che vi costruirono un poderoso castello a quattro torri e la cattedrale di San Giovanni.

La chiesa crociata ricorda le varie civiltà che hanno abitato a Byblos: capitelli romani, portale nord arabo e portale sud crociato, mentre l’elegante battistero esterno sormontato da una cupola richiama l’arte italiana (la città, agli inizi del XII sec., fu per qualche anno dominio genovese).

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