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La Terra Santa s’attrezza per il terremoto che verrà

04/02/2010  |  Milano
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La Terra Santa s’attrezza per il terremoto che verrà
Le cupole del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. A destra, circondato dai ponteggi, il campanile della basilica. (foto M. Gottardo)

Secondo i sismologi, nel prossimo futuro un terremoto di forte intensità potrebbe scuotere la Terra Santa. Israele prende la minaccia sul serio, tanto che entro l'anno il ministero della Difesa israeliano organizzerà un'esercitazione nazionale per prepararsi a fronteggiare i possibili esiti del sisma. Gli esperti constatano che meno della metà degli edifici è stata costruita con criteri antisismici. Si valuta anche la capacità di resistenza dei principali santuari cristiani come, ad esempio, il Santo Sepolcro. In proposito, le valutazioni degli addetti ai lavori sono abbastanza rincuoranti.


Entro l’anno il ministero della Difesa israeliano organizzerà un’esercitazione nazionale per prepararsi a fronteggiare gli esiti di un terremoto. Stando a quanto riferisce The Jewish Chronicle nella sua edizione del 28 gennaio scorso, gli esperti ritengono che dal 20 al 50 per cento degli edifici israeliani non sono in grado di resistere a un sisma di notevole intensità.

Israele è situata sul versante settentrionale della Grande fossa tettonica (Great Rift Valley), in un’area che storicamente ha sperimentato terremoti disastrosi. I sismologi sono perciò convinti che nei prossimi decenni un sisma di grande magnitudo sia inevitabile.

L’articolo riferisce che il governo israeliano sta elaborando varie modalità per informare il pubblico circa le tecniche di sopravvivenza in caso di terremoto ed è al lavoro per assicurare che tutti i nuovi edifici siano effettivamente costruiti con standard appropriati.

Tre anni fa il governo ha emanato una direttiva in cui chiedeva alle autorità cristiane di accertare la resistenza ai terremoti dei maggiori monumenti di loro proprietà. La Custodia di Terra Santa ha affidato ad esperti dell’Università di Firenze il compito di effettuare studi sulla basilica dell’Annunciazione. Analogamente, le comunità responsabili del Santo Sepolcro (francescani, greco-ortodossi e armeni) hanno deliberato che la Custodia chiedesse allo stesso gruppo di esperti di esaminare anche la basilica della Risurrezione a Gerusalemme.

Gli esiti dell’indagine sono stati generalmente incoraggianti (ne riferimmo lo scorso anno in un articolo a firma di fra Carmelo Pappalardo). «La basilica del Santo Sepolcro (o della Risurrezione – ndr) reagirebbe a un sisma come qualunque altro monumento in Europa», annota padre Athanasius Macora, supervisore dello Status Quo (il regime che regola la coabitazione e i diritti/doveri di comproprietà in alcuni santuari cristiani come il Santo Sepolcro) per conto della Custodia di Terra Santa. «Non corre gravi rischi – aggiunge il religioso – e tuttavia un terremoto di grandi proporzioni la danneggerebbe, perché non c’è nulla che possa resistere a scosse come quelle registrate nel 1927».

In quell’anno, l’epicentro del terremoto fu a Nablus e i centri abitati della Galilea ebbero gravi conseguenze. Un’altra scossa fortissima fece tremare la regione nel 1837. I valori di entrambe si aggirarono tra i 6,25 e i 6,8 gradi della scala Richter. Nel 1546 Gerusalemme sperimentò un terremoto che distrusse completamente la cupola del Santo Sepolcro. Anche altri edifici, tra cui la Cupola della roccia, subirono danni gravi.

In epoca recente, la basilica del Santo Sepolcro è stata rafforzata grazie a importanti interventi di restauro nelle zone più critiche, effettuati negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. «I transetti furono rifatti da cima a fondo» spiega padre Macora. E aggiunge che «le fondamenta sono leggermente mobili il che aiuta in certe situazioni».

Padre Athanasius osserva che gli interventi di rafforzamento «sono un problema», ma nella maggior parte degli edifici «una colonna o due vanno rimpiazzate perché sottoposte a un’eccessiva pressione». Il francescano annota che i monumenti principali, come la basilica del Santo Sepolcro, dovrebbero reggere all’urto a meno che il terremoto non colpisca esattamente sotto di loro.

«Alcuni edifici sono stati costruiti con pietre assai pesanti ed è improbabile che cedano con facilità – dice -. Ma certamente se ci si trova sulla verticale dell’epicentro gli stabili crolleranno». Molti terremoti avvenuti lungo la storia della Terra Santa sono stati registrati nel racconto biblico e verificati dagli archeologi. Oggi, in media, nella regione si registrano scosse di minore importanza una o due volte l’anno. Un terremoto di intensità pari al grado 4,1 (della scala Richter), seguito da un altro del 5,3, colpì Israele nel febbraio 2008. L’ultima scossa produsse l’apertura di una voragine sulla Spianata delle moschee, accanto alla Cupola della roccia. Nel novembre 2008, scosse minori furono registrate nel Mar Morto, alimentando nuove ipotesi su un terremoto di forte intensità che potrebbe avvenire nel prossimo futuro.

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