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Una Messa di mezzanotte gremita di ebrei

25/12/2009  |  Gerusalemme
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C'è una notte ogni anno, a Gerusalemme, in cui le chiese cattoliche si riempiono di ebrei. È la notte del 24 dicembre, vigilia di Natale. Gruppi organizzati di israeliani passano da una chiesa all'altra per vedere i presepi e gli alberi di Natale addobbati e per cogliere qualcosa di questa festa cristiana. È successo anche quest'anno. Ce lo racconta fra Oscar Mario Marzo, giovane frate minore della Custodia di Terra Santa.


Non ci crederete, ma c’è una notte ogni anno, qui a Gerusalemme, durante la quale diverse chiese cattoliche si riempiono di ebrei. È la notte del 24 dicembre, vigilia di Natale.

L’ho visto con i miei occhi la prima volta durante il mio anno di noviziato francescano nella chiesa di San Giovanni Battista ad Ain Karem. Un’esperienza incredibile, la chiesa era stracolma di israeliani, in gran parte giovani, attirati soprattutto dalla musica sacra e dai canti della tradizione natalizia.

Ho potuto ripetere l’esperienza proprio questo Natale. Gli amici benedettini tedeschi della basilica della Dormizione, appena fuori delle antiche mura di Gerusalemme, mi hanno chiesto di prestare servizio come diacono durante la loro Messa di mezzanotte: leggere il Vangelo in ebraico e, dopo l’omelia dell’abate, dare una spiegazione della festa.

Già recandomi in direzione della Dormizione verso le 11 di sera mi sono reso conto che c’era uno strano movimento in città vecchia e nei dintorni: numerosi gruppi organizzati di israeliani passavano da una chiesa all’altra per vedere i presepi e gli alberi di Natale addobbati e cogliere qualcosa di questa festa cristiana, che cade poco tempo dopo la festa ebraica di Hannukka (anch’essa una festa delle luci).

Man mano che mi avvicinavo alla mia meta il flusso di visitatori aumentava; sembrava proprio d’essere in qualche città d’Europa.

Giunto all’abbazia sono stato accolto con la consueta cortesia dai monaci. Vestiti i paramenti ci siamo avviati processionalmente verso la chiesa ed è stato lì che sono rimasto davvero stupito! L’ingresso della chiesa e la chiesa stessa erano gremiti in maniera inimmaginabile… nemmeno al Santo Sepolcro, quando la festa della Pasqua cade nello stesso giorno sia per i cattolici sia per gli ortodossi, ho mai visto tanta gente! Con difficoltà abbiamo raggiunto l’altare e quindi ha avuto inizio la celebrazione.

Quel che più mi ha colpito è stato il rispetto e il silenzio che hanno regnato durante tutto il tempo della Messa. Penso che la bellezza dei canti e lo splendore della liturgia abbiano influito moltissimo sul comportamento dei visitatori. Oltre alle macchine fotografiche (che non sono state più usate dopo l’invito rivolto dai monaci) molti visitatori erano muniti di registratori, di quaderni per prendere appunti e di partiture musicali per seguire il canto sacro accompagnato dall’organo.

La Terra Santa non è un luogo dove ci sono solo due colori, il bianco e il nero, bensì anche una varietà infinita di colori pastello e di sfumature. In Terra Santa ci sono sì due popoli e tre religioni, ma nessuno di essi può essere interpretato con ristrette categorie mentali che non ne rispecchierebbero la ricchezza e le sfumature.

Gerusalemme non contiene solo intolleranza religiosa – quella delle scritte sui muri inneggianti all’odio o degli sputi contro chi indossa un abito religioso cristiano -; è una città all’interno della quale vivono cittadini abbastanza liberi, curiosi e intelligenti da andare oltre la loro appartenenza religioso-nazionale per gustare ciò che può esserci di bello e interessante in una veglia natalizia ben curata e accessibile.

Il Cantico delle creature
Francesco D'Assisi

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