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Israele e i pellegrini. Il ministro fa i conti

11/05/2009  |  Gerusalemme
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Israele e i pellegrini. Il ministro fa i conti
Pellegrini in preghiera sulla roccia dell'Agonia nella basilica delle Nazioni, a Gerusalemme. Qui si fa memoria dell'angosciata preghiera di Gesù nell'orto prima dell'arresto e della condanna a morte. (foto M. Gottardo)

«Israele ha il sole, le spiagge e le belle ragazze in bikini, ma tutte queste cose sono reperibili anche altrove, ad un prezzo minore. Noi abbiamo qualcosa che gli altri non hanno: la Terra Santa». Bastano poche parole al ministro del Turismo, Stas Misezhnikov, per definire la strategia del suo ministero, di cui ha presso possesso da poche settimane. «Noi abbiamo un prodotto che può tenere anche di fronte alla crisi», spiega nel corso della conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio a Gerusalemme presso la sede del Comune, alla vigilia dell'arrivo di Benedetto XVI in Israele.


«Israele ha il sole, le spiagge e le belle ragazze in bikini, ma tutte queste cose sono reperibili anche altrove, ad un prezzo minore. Noi abbiamo qualcosa che gli altri non hanno: la Terra Santa». Bastano poche parole al ministro del Turismo, Stas Misezhnikov, per definire la strategia del suo ministero, di cui ha presso possesso da poche settimane. «Noi abbiamo un prodotto che può tenere anche di fronte alla crisi», spiega nel corso della conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio a Gerusalemme presso la sede del Comune, alla vigilia dell’arrivo di Benedetto XVI in Israele.

Di origine russa (immigrato da Mosca nel 1982), come il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman membro del partito Israel Beiteinu («Israele casa nostra»), 40 anni, direttore marketing in un’azienda prima di assumere il dicastero per il Turismo, Misezhnikov ha le idee chiare su come intende «vendere» il prodotto Terra Santa nei circuiti del turismo religioso in tutto il mondo. «Dobbiamo cercare di promuovere la Terra Santa puntando sul turismo cristiano, specie cattolico ed evangelico, per arginare la recessione economica che sta toccando anche il nostro settore. Sono centinaia di milioni i cristiani in tutto il mondo che desiderano visitare la Terra Santa. Solo negli Stati Uniti sono 70 milioni gli evangelici che le indagini di marketing danno come fortemente interessati ad un viaggio in Terra Santa». Secondo le stime del ministero, il 70 per cento dei quasi due milioni di cristiani che nel 2008 si sono recati in Terra Santa erano di confessione evangelica. Sempre nel 2008 sono stati circa 3 milioni i turisti-pellegrini in Israele.

«Ma la recessione economica sta toccando anche noi, con un calo del 25 per cento rispetto all’anno precedente», ha spiegato. Ecco perché il dicastero del Turismo ha aumentato gli sforzi, ottenendo un budget maggiore per promuovere il «prodotto Israele»: 460 milioni di shekel (oltre 83 milioni di euro).

Da vero uomo di marketing, Misezhnikov fa due conti: ogni 100 mila turisti in più portano 4 mila posti di lavoro e 200 milioni di shekel di introiti all’economia nazionale. Per questa ragione Israele guarda con grande attenzione al viaggio del Papa di questi giorni. E non solo ai 10 mila pellegrini in più registrati al seguito del Santo Padre. «Abbiamo l’ambizione di portare nei prossimi 10 anni 10 milioni di pellegrini in più solo a Gerusalemme», afferma. La visita di Benedetto XVI, con il suo impressionante impatto sui media, non può che aiutare.

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