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Il Papa: in Terra Santa c’è spazio per tutti

19/01/2009  |  Città del Vaticano
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Il Papa: in Terra Santa c’è spazio per tutti

Benedetto XVI ha incoraggiato tutte le parti coinvolte nel conflitto di Gaza a credere che in Terra Santa c'è spazio per tutti e che i popoli di quell'area sono chiamati a dialogare nella giustizia e nella verità. Tramite il Pontificio consiglio Cor Unum anche il Papa ha voluto inviare una somma di denaro, come segno di solidarietà concreta, alla comunità cattolica di Gaza per le sue attività di soccorso a chi è nel bisogno. Intanto, sul terreno, domenica Hamas ha deciso di dichiarare una tregua di sette giorni in seguito al cessate il fuoco unilaterale deliberato dal governo israeliano nella serata di sabato, dopo tre settimane di pesanti bombardamenti.


(e.p.) – Benedetto XVI ha incoraggiato tutte le parti coinvolte nel conflitto di Gaza a credere che in Terra Santa c’è spazio per tutti e che i popoli di quell’area sono chiamati a dialogare nella giustizia e nella verità.

Terminata la preghiera dell’Angelus dalla finestra dello studio che s’affaccia su piazza San Pietro il Papa ha detto: «Continuo a seguire con profonda trepidazione il conflitto nella Striscia di Gaza. Ricordiamo anche oggi al Signore le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell’inaudita violenza, i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni».

«Vi invito, nello stesso tempo, – ha proseguito il Pontefice – ad accompagnare con la preghiera gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia. Spero vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli. In questo senso, rinnovo il mio incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terra Santa ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. È questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione!».

Intanto, sul terreno, domenica Hamas ha deciso di dichiarare una tregua di sette giorni in seguito al cessate il fuoco unilaterale deliberato dal governo israeliano nella serata di sabato, dopo tre settimane di pesanti bombardamenti. Secondo le stime, ancora tutte da confermare, almeno 1.200 palestinesi hanno perso la vita e molte località lungo la costa sono state quasi rase al suolo.

Annunciando la decisione di far tacere anche le sue armi Hamas ha comunque chiesto l’immediato ritiro delle truppe israeliane e dichiarato che riprenderà ad armarsi. Secondo anonime fonti israeliane, citate dall’Associated Press, il ritiro israeliano da Gaza verrà completato prima di domani, giorno dell’insediamento di Barak Obama come presidente degli Stati Uniti. Gli israeliani, dice la fonte, hanno interesse ad avviare i rapporti con la nuova amministrazione della Casa Bianca senza contenziosi in atto.

Il cessate il fuoco da modo alle agenzie umanitarie di valutare le dimensioni delle devastazioni prodotte dalla guerra nella Striscia. Secondo dati delle Nazioni Unite riportati dalla Bbc mezzo milione di persone sono rimaste prive di acqua in casa dall’inizio dei bombardamenti; 4 mila case sono state distrutte lasciando decine di migliaia di persone senza tetto.

Tramite il Pontificio consiglio Cor Unum anche il Papa ha voluto inviare una somma di denaro, come segno di solidarietà concreta, alla comunità cattolica di Gaza per le sue attività di soccorso a chi è nel bisogno.

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