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Annapolis. Se questi sono i frutti…

01/04/2008  |  Gerusalemme
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Annapolis. Se questi sono i frutti…
L'insediamento israeliano di Har Homa, uno dei più massicci che sorgono in Territorio palestinese a ridosso di Gerusalemme Est.

Sono trascorsi oltre quattro mesi dalla conferenza di Annapolis sul Medio Oriente (27 novembre 2007). Siamo un quadrimestre più vicini alla scadenza - la fine del 2008 - indicata dal presidente statunitense George W. Bush per giungere a un accordo di pace tra israeliani e palestinesi, ma sul terreno non si notano miglioramenti. Anzi per certi versi la situazione peggiora. Lo denunciano due rapporti pubblicati in questi giorni. Li firmano l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle questioni umanitarie e il movimento pacifista israeliano Peace Now.


(g.s.) – Sono trascorsi oltre quattro mesi dalla conferenza di Annapolis sul Medio Oriente (27 novembre 2007). Siamo un quadrimestre più vicini alla scadenza – la fine del 2008 – indicata dal presidente statunitense George W. Bush per giungere a un accordo di pace tra israeliani e palestinesi, ma sul terreno non si notano miglioramenti. Anzi per certi versi la situazione peggiora.

Lo denunciano due rapporti pubblicati in questi giorni. Il primo è a cura dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle questioni umanitarie (Ocha) che periodicamente fotografa la situazione nei Territori palestinesi.

In seguito al crescere della tensione tra Hamas e Israele (nuovi attentati e lancio di razzi sul territorio israeliano, inasprimento dell’embargo sulla Striscia di Gaza e intervento militare terrestre e aereo delle forze armate israeliane) si registra un inasprimento delle condizioni di vita della popolazione palestinese. Non solo di coloro che vivono nella Striscia, si badi bene, ma anche degli abitanti della Cisgiordania, rimasta sotto il controllo del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

In quest’ultima porzione di territorio i posti di blocco e gli ostacoli alla libera circolazione censiti nel febbraio di quest’anno dagli operatori Ocha sono stati 580 (contro una media di 472 nel 2006, di 518 nel 2006 e 552 nel 2007).

Sempre secondo Ocha tra fine febbraio e inizio marzo 230 mila abitanti della Striscia di Gaza sono rimasti privi di acqua corrente per almeno due giorni i seguito ai danni subiti dalle linee elettriche che alimentano le pompe che attingono acqua dai pozzi. Ma vi sono anche state altre interruzioni nell’erogazione per avarie agli acquedotti che il personale addetto non ha potuto tempestivamente riparare.

I missili lanciati dall’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza nell’intento dichiarato di contrastare la produzione e il lancio di razzi Qassam hanno portato alla distruzione di 11 edifici, compresi gli uffici di Gaza del ministero degli Interni e la sede della confederazione sindacale.

Dal primo gennaio all’11 marzo sono morti a causa del conflitto 259 palestinesi (di cui 43 bambini) e 14 israeliani (tra cui 4 minori), 767 i feriti palestinesi (181 i minori) e 103 gli israeliani (5).

Mentre in Cisgiordania prosegue la costruzione dell’alto muro voluto dagli israeliani (ormai è stato completato il 57 per cento dell’opera in progetto) si sussegue la distruzione di edifici palestinesi: tra gennaio e febbraio sono state demolite 111 strutture, 51 delle quali ad uso residenziale, e sono così rimaste senza tetto 381 persone.

Per contro si moltiplicano gli edifici negli insediamenti israeliani stanziati su aree confiscate in Cisgiordania. Da fine novembre a oggi il governo israeliano ha autorizzato la costruzione di centinaia di nuove unità abitative, in particolare nella cintura di terra che circonda Gerusalemme Est.

Proprio su questo tema si concentra il rapporto diffuso a fine marzo dal movimento pacifista israeliano Peace Now il quale denuncia che dopo Annapolis non è stato congelato un solo progetto, anzi sono stati portati a termine 220 edifici in 37 insediamenti. Altri 275 nuovi cantieri sono stati aperti in 53 insediamenti. Nonostante le promesse nessuno degli avamposti dei coloni in territorio palestinese, considerati illegali anche dal governo israeliano, è stato fatto smantellare. Anzi nuove roulotte e strutture prefabbricate facilmente trasportabili sono andate a rafforzare gli oltre 100 avamposti dislocati nei territori. I pacifisti di Peace Now ne hanno censiti almeno 184.

Come dire? Annapolis sembra un fico sterile che stenta a dare frutti.

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