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Benedetto XVI: Preghiamo per la Conferenza di Annapolis

26/11/2007  |  Città del Vaticano
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Benedetto XVI: Preghiamo per la Conferenza di Annapolis
Papa Benedetto XVI.

Nell’Angelus pronunciato ieri in piazza San Pietro dopo la solenne Messa che ha concluso il concistoro per la nomina di 23 nuovi cardinali, Papa Benedetto XVI ha rivolto il pensiero all’imminente conferenza di pace sul Medio Oriente invitando tutti a pregare: «Vi chiedo di unirvi alla Giornata di preghiera indetta per oggi dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America per implorare dallo Spirito di Dio la pace per quella regione a noi tanto cara e i doni della saggezza e del coraggio per tutti i protagonisti dell’importante incontro». Un invito che resta valido anche oggi.


Nell’Angelus pronunciato ieri in piazza San Pietro dopo la solenne Messa che ha concluso il concistoro per la nomina di 23 nuovi cardinali, Papa Benedetto XVI ha rivolto il pensiero all’imminente conferenza di pace sul Medio Oriente invitando tutti a pregare: «Martedì prossimo, ad Annapolis, negli Stati Uniti, israeliani e palestinesi, con l’aiuto della comunità internazionale, intendono rilanciare il processo negoziale per trovare una soluzione giusta e definitiva al conflitto che da sessant’anni insanguina la Terra Santa e tante lacrime e sofferenze ha provocato nei due popoli. Vi chiedo di unirvi alla Giornata di preghiera indetta per oggi dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America per implorare dallo Spirito di Dio la pace per quella regione a noi tanto cara e i doni della saggezza e del coraggio per tutti i protagonisti dell’importante incontro».

Parole altrettanto accorate il rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore, aveva pronunciato l’8 novembre scorso a New York, intervenendo nel dibattito sulle attività dell’Agenzia Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa): «La Santa Sede spera – aveva detto Migliore in un passaggio del suo breve discorso – che la conferenza internazionale in programma per fine mese possa condurre il processo di pace verso questo obbiettivo (la costituzione di due Stati in Terra Santa) e verso la definizione di un realistico accordo che le parti siano poi determinate ad applicare. Sappiamo tutti che è più facile dirlo che farlo. I ripetuti atti di ingiustizia e violenza che si sono assommati l’uno all’altro nel corso di decenni hanno prodotto recriminazioni e rabbia profondamente radicati nell’animo delle popolazioni di quell’area. In una condizione di allarme costante e angoscia permanente i popoli finiscono per formare comunità che si isolano le une dalle altre. Un simile stato di cose è antitetico a quella costruzione di relazioni e di reciproca fiducia che sono necessarie in ogni processo di pace e di coesistenza pacifica. La mia delegazione incoraggia i gruppi in seno alla società civile israeliana e palestinese che, condividendo le medesime sconfitte e paure, si aprano l’una all’altra per ricevere e offrire perdono e riconciliazione».

Su invito del governo degli Stati Uniti, anche la Santa Sede invierà una delegazione alla Conferenza che si apre domani nel Maryland. 

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