Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

L’Iraq esporta terrore

02/07/2007  |  Milano
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

Che un Paese, colpito da una sanguinosa guerra e ora teatro di violenti scontri tra sciiti e sunniti, fosse un terreno fertile per il terrorismo non è una sorpresa. Quello che colpisce l'attenzione di diversi analisti, è la «qualità» del jihadismo che si sta sviluppando in Iraq. È una nuova generazione di fondamentalisti: più preparata e temprata per i combattimenti rispetto ai predecessori antisovietici provenienti dall'Afghanistan.


(e.s.) –  L’Iraq non esporta solo barili di oro nero. Dal suo ventre, assieme al petrolio, sgorgano terroristi di matrice islamica pronti a colpire ovunque. Ne sono convinti gli esperti che studiano il fenomeno.

Che un Paese, colpito da una sanguinosa guerra e ora teatro di violenti scontri tra sciiti e sunniti, fosse un terreno fertile per il terrorismo non è una sorpresa. Quello che colpisce l’attenzione di diversi analisti, è la «qualità» del jihadismo che si sta sviluppando in Iraq. È una nuova generazione di fondamentalisti: più preparata e temprata per i combattimenti rispetto ai predecessori antisovietici provenienti dall’Afghanistan.

A Marwan Shehadeh, esperto dei movimenti radicali del Vision Research Institute di Amman, bastano poche parole per fare un ritratto allarmante: «Sono pronti a operare, sono ben addestrati a iniziare una guerra globale per colpire i loro nemici – spiega a Middle East Online – non solo gli Stati Uniti e Israele ma anche i regimi arabi appoggiati dall’Occidente».

La presenza nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared nel Nord del Libano di volontari di nazionalità saudita, giordana, yemenita, e ancora l’arresto in Giordania e in Arabia Saudita di jihadisti provenienti dall’Iraq dimostra come le frontiere non possano fermare il terrorismo. «Sono in contatto tra di loro – aggiunge Shehadeh – perché l’ideologia salafita è diffusa in tutto il mondo arabo e nei Paesi islamici». 

In un rapporto pubblicato ad aprile dal governo statunitense, Dennis Pluchinsky, un esperto di intelligence per il Dipartimento di Stato americano, scrive che i veterani dell’Iraq sono molto più pericolosi dei quelli afgani. E le capacità acquisite da questi combattenti legati ad al-Qaeda sono bene esportabili in Occidente: le operazioni dei terroristi nelle città irachene si adattano infatti agli ambienti urbani sia del Vecchio continente sia degli Usa.

«La strada per Baghdad, che era una via a senso unico, è diventata una superstrada a doppio senso – spiega Mohammed al-Masri, ricercatore del Centre for Strategic Studies di Amman, sempre a Middle East Online – Ci sono ancora persone che entrano per unirsi ai combattimenti, ma ora ce ne sono altre che escono, l’Iraq sta esportando terroristi». Le scorte di armi e esplosivi, la loro varietà, gli intensi scontri ingaggiati dai ribelli sono una «palestra» di prima qualità per i combattenti fondamentalisti.

Newsletter

Ricevi i nostri aggiornamenti

Iscriviti

In Terra Santa coi francescani

Recarsi in Terra Santa è toccare con mano i luoghi in cui il Verbo di Dio è entrato nell’esperienza umana in Gesù di Nazaret.

Vai alla pagina
dell'Ufficio pellegrinaggi
Il Cantico delle creature
Francesco D'Assisi

Il Cantico delle creature

Calendario di Terra Santa 2025

Calendario di Terra Santa 2025

Gregoriano, giuliano, copto, etiopico, armeno, islamico, ebraico