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Antisemitismo, fenomeno in crescita

01/02/2007  |  Gerusalemme
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L'Agenzia ebraica per la lotta all'antisemitismo documenta il diffondersi dell'odio contro gli ebrei. Il dato emerge da una ricerca presentata domenica scorsa a Gerusalemme, alla presenza del ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni. Secondo gli autori del rapporto, in Europa il fenomeno va di pari passo con il rafforzamento delle comunità musulmane.


(g.c.) – Un aumento preoccupante degli episodi di antisemitismo in Occidente. È questa, in estrema sintesi, la conclusione del rapporto redatto dal Jewish Agency’s Global Forum Against Anti-Semitism (il Forum mondiale dell’Agenzia ebraica per la lotta all’anti-semitismo) e presentato domenica scorsa a Gerusalemme, alla presenza del ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni. Amor Hermon, portavoce del Forum, ha spiegato ai giornalisti presenti i dati della ricerca: un aumento del 66 per cento dei casi di antisemitismo in Austria, del 60 per cento in Germania, del 20 per cento in Francia e in Russia.

Due gli omicidi a sfondo razziale: uno in Francia (Ilam Halimi, ucciso nel gennaio 2006), uno negli Stati Uniti (Pamela Wechter, uccisa a Seattle da un killer musulmano nel luglio scorso). Centinaia  gli episodi violenti a danno di ebrei, numerosi gli episodi di oltraggio a sinagoghe e cimiteri ebraici, che si accompagnano ad un rifiorire di una pubblicistica antisemita. In Europa il fenomeno, sostengono gli autori del rapporto, va di pari passo con il rafforzamento delle comunità musulmane.

Uno dei cavalli di battaglia della propaganda anti-semita oggi consiste nella sempre più frequente tentazione di paragonare la politica dello Stato d’Israele circa la sicurezza e la conduzione del conflitto con i palestinesi al nazismo.

«Questa equazione – spiega Hermon – mira a negare il diritto d’esistenza alla nazione ebraica e allo Stato d’Israele. Come il nazismo non ha ragione d’essere, così dovrebbe essere per lo Stato d’Israele». Uno dei più preoccupanti rigurgiti di antisemitismo si è verificato nell’Iran di Ahmadinejad, dove è in atto una gigantesca operazione negazionista a proposito della Shoah. Una  scelta carica di pesanti risvolti, ha spiegato il ministro Livni, che ha chiesto alle Nazioni Unite una condanna senza appello dell’Iran e del movimento jihadista internazionale, che predica la necessità di colpire gli interessi israeliani ovunque essi siano per sostenere viceversa le rivendicazioni del mondo musulmano.

Tra gli Stati mediorientali e arabo-musulmani dove sono stati segnalati episodi di antisemitismo ci sono Siria, Egitto, Libano e Autorità nazionale palestinese.

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Ernesto Borghi

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